VII

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I know I can treat you better [so di poterti trattare meglio]

Minho usciva dal portone di casa, solo per gettare la spazzatura, come al solito. Non usciva spesso, quasi mai, praticamente. Quel giorno, diversamente dal solito, qualcosa, o meglio qualcuno, stimolò il suo interesse.

Due ragazzi mano nella mano correvano per la strada, ancora bagnata e zeppa di pozzanghere data la tempesta che aveva scosso il cielo poco prima. I loro volti, irriconoscibili dato il buio, si avvicinarono poco dopo quando si fermarono ad una parete e si scambiarono un bacio, per poi ridacchiare e salutarsi.

Minho si lasciò scappare un sorriso a quell' immagine. Però, purtroppo, durò poco, troppo poco. E sta volta non perché era invidioso di quelle emozioni.

Uno dei due ragazzi si avvicinò sempre di più, sempre di più, ma lui non ci faceva caso. Continuava a farsi gli affari suoi e a gettare la spazzatura, l'unica attività che lo costringeva ad uscire.

Pensava che non ci fosse niente che lo riguardasse, finché il ragazzo non gli toccò la spalla. Allora, girò lo sguardo e si rese conto di aver davanti Jisung, che era uscito qualche ora prima e doveva tornare proprio adesso.

Quando realizzò che era uno dei due ragazzi ed incontrò i suoi occhi, una cattiva sensazione arrivò al suo stomaco. Sta volta i suoi occhi non si illuminarono allo sguardo dell' altro, ma fecero l'esatto contrario. La sensazione piacevole che gli si era creata vedendo quel momento dolce aveva lasciato spazio ad una amara quando aveva visto il suo sguardo. Sembrava deluso, come era deluso il suo cuore. Però di questo lui non si accorse. Si accorse, certo, della brutta sensazione allo stomaco. Ma non si accorse di quello che pensava davvero il suo cuore, per chi batteva.

Jisung gli sorrise.
Minho fece lo stesso, stavolta il sorriso non veniva dal profondo del suo cuore. Stavolta era solo una cortesia.

"Ah, Jisung...ti sei fidanzato?" sussurrò. Deglutì all' asciutto, mentre un' orrendo dolore gli saliva dal petto.

"Già. Non vedo l'ora di raccontarti! Sali, sali, veloce!" esclamò il biondo, saltellando, come faceva sempre quando era entusiasta.

Qualche secondo dopo erano già davanti all' ascensore ad aspettare, mentre Jisung si arrotolava un ciuffo dei suoi capelli dorati al dito. Aveva un'espressione sognante, come se fosse un ragazzino al primo vero amore. Ma, effettivamente, era il suo primo amore, anche se non era più un ragazzino da tempo. Minho sorrise a vederlo così, così innocente e spensierato, anche se in cuor suo si sentiva il contrario.

Quando aprì la porta di casa, Jisung iniziò la sua parlantina. Parlò per minuti e minuti, senza fermarsi per un secondo per lasciar fare un commento all' altro.Le sue guance da scoiattolo diventavano di un colore roseo. Sembrava davvero essere tornato bambino. I suoi occhi brillavano e sorridevano quando parlava di quel ragazzo.

Proprio come facevano quelli di Minho quando guardava il biondo. E amava vedere le scintille negli occhi di Jisung. Ma gli faceva male il fatto che quelle scintille non fossero per lui.

"Allora, allora, ci siamo conosciuti...1 mesi fa. L'ho visto qui sotto, sai? È stato un colpo di fulmine!" continuò così per minuti e minuti, ma nessuno ascoltò la sua voce. Minho era troppo impegnato ad ammirare i suoi occhi, stavolta non spenti, ma brillanti e felici. L'unica cosa che gli dispiaceva era che non brillavano per lui.

E neanche se ne accorgeva, che era quello a fargli male. Forse non se ne rendeva conto, forse si era posto qualche dubbio ma lo aveva negato a sé stesso. Forse si rifiutava di crederci, forse preferiva fare finta di nulla.

Dovette convivere con quella brutta, orrenda sensazione per settimane. Poi è scomparsa, penserete. No. Non è mai scomparsa, si è solo tramutata. Tramutata in qualcosa di ancora peggio.

la luce -minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora