XIV

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canzoni d'amore

Minho finalmente era a casa. Prese l'ascensore, lasciò andare un sospiro, prima di entrare in casa.

Jisung sobbalzò sentendo il rumore della porta che si apriva, ma si calmò quasi subito quando notò che era Minho. Aveva smesso di piangere, aveva la televisione su un variety show stupido.

"Mi hai fatto preoccupare! Dov'eri andato? Scusa per prima, non lo sapevo. Scusa davvero. Le parole purtroppo sono un mio difetto e... e lo sai." esclamò, alzandosi immediatamente per raggiungere l'altro.

"Leva la felpa, che sei tutto sudato... Menomale che stai bene. Mi sono preoccupato." gli baciò la fronte.

"Hai pianto?" chiese il biondo.

Minho annuì, paralizzato da tutte le attenzioni che stava ricevendo in quel momento. Non aveva senso mentire, tanto si notava.

"Scusa." gli baciò di nuovo la fronte.

"Non... fa nulla, immagino." disse, spostandogli un ciuffo dalla fronte per ricambiare il bacio.

"Mi farai venire un coccolone prima o poi. Vieni qua. Ti ho preparato il budino. So che ti piace, anche se le mie doti culinarie non sono il massimo..." affermò, accompagnandolo in cucina e porgendogli un bicchierino con dentro un budino alla vaniglia. Aveva una consistenza strana ed un aspetto ancora peggio, ma non era malvagio. Anzi, era molto buono.

"Grazie." rispose il corvino, sorridendo.

"Oh, e questo...beh, l'ho preso qualche giorno fa. Hai detto che ti piaceva, allora ho pensato di farti un regalo. Ed è arrivato oggi." disse, dandogli un grazioso orsacchiotto abbastanza grande da essere abbracciato la notte.

" Jisung, grazie mille! Ti voglio bene." esultò l'altro, saltellando avanti e indietro.

"Di nulla, figurati! Ti voglio bene anche io. E poi... Mi piace vederti felice. Anche se a volte faccio un po' lo stronzo." replicò, accarezzando la guancia di Minho mentre l'altro prendeva una cucchiaiata di budino.

Minho era proprio felice. Come se tutto ciò che fosse successo prima fosse stato solo un sogno, come se si fosse dimenticato di qualsiasi altra cosa che non riguardava il biondo. Peccato che erano ancora solo amici. E che ancora non lo poteva chiamare con i nomignoli e non poteva dirgli 'Ti amo' con le parole. Ma avrebbe aspettato. Avrebbe aspettato anche per sempre, solo per Jisung.

"Vieni qua Minho." lo chiamò Jisung, dando due schiaffetti allo spazio vuoto accanto a sé sul divano.

Minho fece come chiesto e si avvicinò. Si sedette affianco a lui, l'altro gli abbracciò le spalle e allora lui riposò la testa sulla sua spalla.

Quanto cazzo ti vorrei baciare.

Minho odiava quello che stavano guardando alla televisione, era un variety show ignorante che gli faceva venire i nervi, ma per Jisung se lo sarebbe messo al massimo nelle cuffie per ventitré giorni. Ma per fortuna l'altro non la pensava diversamente.

"Cambiamo sta roba. Ho sparato un canale a caso ma mi sta facendo sentire male." disse, prima di prendere il telecomando.

"Oh, guarda, c'è The Return Of Superman. Ti piace?" esclamò. Jisung amava quel programma, quei bambini erano così dannatamente adorabili. E Minho non poteva non pensare la stessa cosa.

"Lo amo. Metti, subito." rise il corvino, dando uno schiaffetto al braccio di Jisung.

"Va bene, subito. Oh...guarda che amore." rispose l'altro, indicando poi il bimbo sulla televisione con una vocina molto più acuta del solito.

la luce -minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora