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scappi via con me?

Jisung aveva un brutto vizio. No, non è vero, non lo era, non per tutti. Jisung parlava tanto, per qualcuno era fastidioso ma per Minho non era nient'altro che piacevole. Minho era un ascoltatore dalla nascita, forse perché non aveva mai avuto occasioni di essere lui quello a parlare, o forse perché spesso era troppo timido ed intimorito per farlo. Dopotutto, per tutta la sua adolescenza Minho non aveva fatto altro oltre ad ascoltare e ridacchiare alle frasi e alle battute dei componenti del gruppetto dove si ritrovava, troppo impaurito per farne qualcuna anche lui. Pensava, probabilmente, di non aver disturbato se si fosse limitato a sorridere, annuire e stare a sentire: camminare in punta di piedi e fingersi un fantasma erano le sue specialità. Aveva paura di disturbare perché non era parte di nessun gruppo, per altro tutto ciò che spesso sentiva dagli altri quando qualcuno di nuovo cercava di infiltrarsi in qualche gruppetto lo spaventava a morte. E così aveva ascoltato tutta la sua infanzia opinioni politiche controverse e discorsi adatti forse al secolo scorso provenienti dalle rugose bocche di genitori e nonni, per tutta la preadoloscenza aveva riso a battutine spesso anche volgari perché fatte da un ragazzino che voleva sentirsi grande. Per tutta l'adolescenza aveva ascoltato i racconti dei propri amici e adesso si ritrovava ad ascoltare tutto ciò che il suo fidanzato gli diceva, senza nemmeno sbattere ciglio. Ma non gli dava per niente fastidio, anzi, avrebbe passato ore ed ore ad ascoltare la voce che amava, ore ed ore a guardare il viso di cui era innamorato. Soprattutto sapendo che all' altro parlare come un matto non faceva altro che far sorridere.

Jisung parlava di qualsiasi cosa. Cibo, viaggi impossibili, sogni irrealizzabili, quesiti senza risposta, questioni di profondità assoluta come il senso della vita, o questioni assolutamente insensate, del tipo "Hey, amo. Ma secondo te, i pinguini hanno le ginocchia?" Naturalmente quesiti degli ultimi due tipi venivano posti a Minho di notte fonda quando Jisung non riusciva a dormire. Peccato che a non riuscire a dormire fosse il biondino e che, invece, Minho russasse "come un porco". No, non russava come un maiale, era solo una scusa che utilizzava Jisung quando svegliava il suo ragazzo dal suo profondo sonno per fargli domande, beh... A dir poco insensate. E allora si giustificava dicendo, la maggior parte delle volte...:"Minho, è davvero così tanto un problema se per una volta ti sveglio?! Guarda che io non dormo la notte proprio perché tu mi tieni sveglio, russi come un maiale!" Cosa che naturalmente non era vera. O meglio... Minho russava ma non come un maiale, era piuttosto carino e non insopportabile. Jisung semplicemente non riusciva a dormire perché impegnato a pensare a strane domande senza una risposta confermata. Ad ogni modo discutevano come una coppietta sposata da decenni, Minho dava la sua risposta (o meglio, la sua ipotesi, non era uno zoologo o qualcosa del genere), dava un bacio a Jisung e quello finalmente si poteva addormentare perché aveva ottenuto una risposta alla fatidica domanda "Ma i pinguini hanno le ginocchia?" [Jisung yapper qualificato come me appena prendo confidenza, poi mi dicono basta parlare e sto zitta per i prossimi quindici mesi]

Per qualche motivo in una delle sessioni di chiacchiericcio sfrenato di Jisung, qualcosa lo spinse a fare uscire dalle sue labbra in un sussurro flebile la frase: "Scappi via con me? Voglio vivere solo soletto al mare, insieme. Così possiamo farci il bagno tutti i giorni, e così nessuno ci disturba."

E chissà cosa spinse Minho a sorridere e ridacchiare divertito ed intenerito, mentre chiedeva informazioni più specifiche sulla casa e sulla vita dei sogni di Jisung, che contento cominciava a parlare per interminabili minuti ed ore.

"Oh, certo certo! Allora, allora, voglio..."— si guardò il palmo della mano e prese a contare con le dita—" Voglio una casa a due piani, ma non una noiosetta, né voglio una tutta colorata e decorata così quando torno a casa stanco la vedo e mi rallegro. O, e poi, e poi... Voglio due gatti. Anzi tre, due maschietti ed una femminuccia, così possiamo chiamarli Bizet, Matisse e Minou." Jisung applaudì come se la casa gli si fosse già palesata davanti, mentre il suo ragazzo non faceva altro che sorridere alla vista del suo amato così contento. Era la soddisfazione più grande che potesse ricevere nella vita, farlo sorridere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 10 hours ago ⏰

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