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Minho si svegliò con ancora Jisung fra le braccia. Sentiva che dormiva ancora dai suoi respiri.

Sorrise.

Gli accarezzò una guancia. La sua espressione da addormentato era ancora più bella di quella che aveva normalmente. Le guance tutte schiacciate contro al petto di Minho, la bocca leggermente aperta che lasciava intravedere i suoi denti da coniglietto.

Attento a non svegliarlo, Minho stampò un bacio sulla sua fronte. Lo guardò e gli si riempì il cuore di amore.

"Ti amo." sussurrò, per poi dargli un' altro bacio, sulla guancia, delicato, cercando di non far accorgere l'altro di nulla.

Jisung dormiva come un sasso. Non sembrava per niente sul punto di svegliarsi, nemmeno fra cento anni. Minho gli accarezzò i capelli dolcemente.

"Ti amo." bisbigliò, e poi continuò ancora:

"Io ci sarò sempre, okay? Sarò sempre qui."

Quanto avrebbe voluto potergli dire quelle cose ad alta voce. Quanto avrebbe voluto ricevere parole amorevoli e dolci in cambio.

Anche se coccolare l'altro era piuttosto intrattenente, iniziava ad annoiarsi. Pizzicò una guancia all' altro.

"Ehi, Jisungie, svegliati." ridacchiò.

Nessun segno di un incorrente risveglio.

Minho rise forte, poi ci riprovò, arruffandogli i capelli.

"Jisung, dai, in piedi." disse ad alta voce.

Finalmente, Jisung lasciò andare un mormorio. Iniziò a rigirarsi a destra e a manca, piagnucolando e strizzando gli occhi per la luce.

Minho rise, ancora una volta.

"Dai, non fare il bimbo, alzati."

Jisung aprì gli occhi, finalmente. Sorrise contro il petto di Minho e si mise seduto con un grugno.

"Ma quanti anni hai? Ottantaquattro?" lo prese in giro il maggiore.

Il biondo gli fece un'occhiataccia, che mantenne per qualche secondo, finché non scoppiarono a ridere entrambi.

"Che ore sono?" mormorò, strofinandosi gli occhi, il minore.

"Boh. Tipo le due?"

"Ehhh?" strillò il biondo.

"Ma che siamo degli orsi?" continuò.

"Senti, io ieri sono tornato tardi, che pensavi che andando a dormire alle
tre e mezza di notte mi sarei svegliato alle otto? Nel caso sei tu un orso, parla per te!" rise il corvino.

"Stai zitto, se è per questo io ho fatto 5 ore e mezza alla finestra ad aspettarti." incrociò le braccia e rivolse lo sguardo alla parte opposta, fingendo un broncio.

"Scusa. Non pensavo ti importasse." borbottò l'altro.

"Scherzi? Ovvio che mi importa! Non lo dire neanche per scherzo." gli accarezzò la guancia, per poi sorridere e stiracchiarsi.

"Oggi ti ho promesso di rimanere con te per tutta la giornata. Ricordi?" continuò, sistemando il cuscino.

"Certo." rispose l'altro, sorridendo luminosamente.

"Che vuoi fare di bello?"

"Non lo so, non importa. Non dobbiamo per forza fare qualcosa di particolare. C'è tanta roba che possiamo fare anche qua a casa, se non ti va di uscire. Che ne so, anche giocare ai videogiochi o fare i biscotti." propose lasciandosi poi ricadere in uno sbadiglio.

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