Era una giornata piovosa, con violenti temporali che imperversavano nel cielo cupo e che si dilettavano a scuotere l'oceano. Il vento soffiava forte e impetuoso, tormentando le onde in alti cavalloni che si rincorrevano veloci, preda delle correnti.Berlay abbracciò con sguardo preoccupato i suoi sottoposti. La maggior parte della ciurma stava portando a termine gli ultimi preparativi prima della grande battaglia: c'era chi lucidava la propria spada chiuso in un ostinato silenzio, altri trafficavano con le vele e le impigliavano agli alberi con spessi nodi.
Rafael preferiva occupare le meningi mantenendo la rotta e manovrando con gesti abili quanto abitudinari il timone.
Kira, dietro di lui, aveva lo sguardo fisso sull'orizzonte, dritta in piedi nella sua classica posa implacabile, con tanto di frusta appesa al fianco, sballottata di tanto in tanto dal forte vento.
La tensione era palpabile nell'aria, nonostante tutti i presenti si stessero sforzando di ignorarla, relegandola in un angolo nascosto della mente. L'unico che sembrava fregarsene alla stragrande era, tanto per cambiare, Borsalino Kizaru, impegnato a sfogliare con la massima calma un trattato di filosofia –ad occhio e croce una lettura impegnativa di circa 500 pagine-.
Il capitano rivolse quindi gli occhi ambrati al cielo, una maschera indecifrabile a rivestirle i fini lineamenti. Nonostante le apparenze che la portavano a fingersi sicura di sé, non cessava di essere scossa da piccoli, impercettibili brividi freddi. Aveva una fottuta paura di morire.
"Anche il cielo piange. Questo tempo è presagio di sventura."
È normale temere ciò che non possiamo prevedere.
E la morte, quando colpisce, non chiede il permesso.
Doflamingo, nel recepire la frase, abbandonò la botte sopra cui era rimasto seduto a cavalcioni e le si avvicinò.
"Il dramma non ti si addice, Berlay."
Distinse i passi calmi, lenti di lui avvicinarsi verso la sua direzione. L'uomo attraversò quasi tutto il ponte della nave con la solita andatura oscillante fino ad arrestarsi a un metro scarso da lei.
La pioggia scorreva in sottili rigagnoli lungo il suo corpo marmoreo, la giacca rosa era fradicia, così come la camicia dalle tonalità chiare, lasciata spalancata sul petto definito, appiccicata al torace come una seconda pelle.
"Dov'è finita la solita spavalderia che tanto ti caratterizza in queste disperate situazioni? Non vorrai farmi credere che ci stai ripensando."
"Hai ragione" si limitò a commentare lei, prima di accendersi la centesima sigaretta della giornata. Faticò più del solito per tenerla in funzione. La pioggia non l'aiutava a compiere il gesto ma aveva disperatamente bisogno di nutrirsi di nicotina. "Domani, in qualsiasi modo la vogliamo interpretare, sarà finita. Nel bene o nel male."
Berlay si girò per scrutare gli altri vascelli che la scortavano in quella folle traversata in mare aperto.
Alla sua sinistra individuò la mastodontica nave di Eustass Kidd con la caratteristica polena a forma di cranio di un tirannosauro estinto. Essa era seguita a poca distanza dall'imbarcazione a forma di gigantesca fortezza di Capone Gang Bege.
Alla sua destra svettava invece l'elegante imbarcazione a forma di fenicottero di Doflamingo –con a bordo tutti i suoi ufficiali al gran completo, nonostante le loro accese proteste sul non voler partecipare per nessuna ragione al mondo al fianco di una traditrice del calibro di Berlay- e le veloci corazzate da guerra di Meret, l'isola che le aveva giurato fedeltà diversi mesi prima.
Seguivano alcune flotte alleate di Kidd e Bege che avevano deciso all'ultimo di unirsi all'impresa in onore della gloria che sarebbe derivata in caso di successo.
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Il Trono di Cuori | Doflamingo x OC
FanfictionBerlay ha un solo obiettivo da quando è nata: diventare la Regina dei Pirati. Per raggiungerlo è disposta a tutto, anche a lavorare alle dipendenze di un essere subdolo e spietato come Doflamingo. Dotata di una mente acuta quanto fredda, Berlay sceg...