La prima riforma di Taehyung, dopo esser divenuto il direttore d'una delle gallerie più importanti, riguardò la creazione di una partnership, con istituzioni educative, al fine di generar, nei minori, fantasia ed originalità, trasmettendo loro un valore per la cultura.
Per intere giornate, svariate scuole, primarie e secondarie, avrebbero accompagnato i loro studenti in galleria, e Taehyung avrebbe dovuto incaricarsi di ricevere e guidare alcuni d'essi. Era la settimana preferita dell'uomo. Adorava contemplar i bambini sorprendersi con le opere e le sculture esposte, e con le differenti storie.
Il lunedì mattina, Taehyung si presentò più raffinato del solito.
Jungkook deglutì, con forza, quando l'uomo gli passò innanzi, con un elegante abito marrone ed una buffa cravatta, piena d'orsi. Continuò a fissarlo, sospirando, Taehyung che s'accomodò nel suo ufficio. Tamburellò le dita al disopra del computer, sfidando il suo desiderio di andar ad ammirarlo da vicino.
Guardò la tastiera, rimproverandosi mentalmente. Se non avesse voluto perder il lavoro, avrebbe dovuto frenare determinati pensieri, in merito al suo capo. Dunque, s'arrese, proseguendo le sue mansioni.
D'un tratto, però, il telefono iniziò a squillare, come se l'universo avesse mandato lui un segnale. E, operando in galleria da qualche giorno, oramai, era conscio fosse il suo capo a contattarlo.
"Buongiorno, Jungkook." salutò l'uomo.
"Buongiorno─ Buongiorno, signor Kim."
"Ho bisogno d'un tuo aiuto."
Jungkook lo guardò, Taehyung che indicò la sua cravatta.
"Arrivo."
Troncò la telefonata, alzandosi, con fretta. Poi, controllò il suo riflesso, grazie al vetro. E, non trovando nulla fuori posto, bussò. S'addentrò, nel momento in cui individuò un cenno di Taehyung.
Esaminò il luogo, registrando un'abnorme quantità di caramelle, sul tavolo.
«Sono per i bambini?» domandò.
«Sì.» Taehyung sfoderò un sorriso.
«Sembra alquanto felice.»
«È la mia settimana del cuore.» l'uomo s'approssimò a Jungkook, togliendo la sua giacca. Il giovane mandò giù un groppo, i suoi occhioni che glorificarono le mani di Taehyung «M'annoio a parlare con adulti privi d'immaginazione.» aggregò, ridacchiando «Prediligo spendere del tempo con i miei simili.»
«I suoi simili?» Jungkook s'accigliò.
Taehyung serrò le palpebre, sorridendo. Dopodiché, drizzò la testa, permettendo al giovane d'aggiustare la sua cravatta. Jungkook, con mani tremolanti, agguantò l'accessorio, tentando di non sfiorare la pelle dell'uomo, malgrado le sue dita formicolassero.
«Anime libere, piene di speranza, che fluttuano nell'immaginazione.» rispose Taehyung.
Jungkook deglutì, la vibrazione della voce altrui che lusingò i suoi palmi. Poi, riallineò la cravatta, sistemando ─ per intero ─ l'indumento. Evitò di guardar troppo il suo collo, per ragioni personali. Distanziò, velocemente, le mani, come se toccar l'uomo lo infuocasse.
«Credevo stesse riferendosi all'esser un bambino.» svelò Jungkook, ridacchiando, agitato.
«Sono vecchio, per esser considerato un bambino.»
Il corvino segnalò la stampa d'orsi, sulla cravatta, non potendo far a meno di sorridere.
E, Taehyung lodò quel suo vizio d'arricciare il naso.
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1.460 days [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] 🎨 Chiunque desidera lavorare all'interno della rinomata galleria d'arte 𝑨𝒈𝒂𝒑𝒊. Secondo alcune dicerie, risulta facile candidarsi per un posto di lavoro e, al contempo, impossibile esser selezionati. Per questo, Jungkook è...