«Quest'oggi, s'avvieranno i lavori, per allestire la mostra di In-soo.» commentò Taehyung, durante un'assemblea «I quadri sono, attualmente, in fase di trasporto.»
«Quando partirà, invece, il montaggio?» domandò Chaeryeong, un'impiegata del gruppo di conservazione d'opere.
«Domani.» rispose Taehyung «Jungkook, ho bisogno d'una telefonata a Kim Seokjin, e di un incontro con lui, per questo pomeriggio.» ordinò.
Jungkook, senz'elevare lo sguardo dal quadernino, sul quale annotava ciascuna idea di Taehyung, annuì, pur non conoscendo il nominato. Difatti, si ribadì, mentalmente, di dover indagare, riguardo l'uomo.
Terminata la riunione, Jungkook s'incamminò, in direzione della caffetteria. Era giunta l'ora del tè con miele, Taehyung che lo aspettava.
«Chiamare Kim Seokjin?» origliò, d'un tratto, il mormorio d'una ragazza «Magari, ha bisogno d'una sveltina.»
«O, semplicemente, di qualcuno che gli faccia scordare il suo ex.» aggregò un uomo.
«Buongiorno.» salutò Jungkook, con ironia.
I partecipi sobbalzarono, quando s'accorsero della presenza del segretario, stringendo ─ di conseguenza ─ le labbra.
Erano fottuti.
«Buongiorno─ Buongiorno, Jungkook.» s'inceppò la ragazza.
«Così presto, e già parlando di vite altrui.» sospirò, teatralmente. Si considerò soddisfatto, nel momento in cui identificò un'espressione di panico «Vi auguro una buona giornata.» si congedò, poi, con un sorriso beffardo, dopo aver sciolto il miele.
Jungkook non si reputava un conflittuale. Ma, la gente che decideva d'avere un'opinione, inerente all'esistenza d'altri, come se avesse il diritto di farlo, lo spronava ad inferocirsi. E, il suo atteggiamento poteva tramutarsi in sgradevole, se la persona che prendevano di mira era... qualcuno che apprezzava.
Bussò, delicatamente, attendendo un cenno, da parte del suo capo. Smarrì, per qualche secondo, l'equilibrio, un po' di tè che bruciò la sua pelle. Imprecò, percependo il liquido fumante, al disopra del suo blazer nero.
Taehyung s'impaurì, quando udì il grido del ragazzo, affrettandosi ad aprire. Una smorfia addolorata contornava il volto di Jungkook, l'uomo che s'adoperò ad afferrare le sue mani, per eliminare il bicchiere. Adagiò il tè, carezzando il polso del giovane, tentando di arrotolare il suo indumento, per valutare meglio la scottatura. Era rosso, infiammato. Jungkook cercò, comunque, di non dar importanza, sottolineando si trattasse di una banale ferita. Taehyung, però, riuscì a scorgere il mare di lacrime, che s'era accumulato negli occhi del minore.
«Andrò a prendere del ghiaccio, sta' qui.»
«No, signor Kim. È insignificante, sul serio. Non fa male─»
«Non m'importa. Il contenuto era bollente.» replicò, infastidito, a causa dell'insistenza del ragazzo.
Quando l'uomo si dileguò, in cerca di ghiaccio, Jungkook ne approfittò per togliere il blazer, rimanendo in blusa perlacea. L'abnorme macchia di tè lo esortò a sbuffare. Ora, avrebbe dovuto comprare un'altra camicia, e lui non disponeva di sufficiente denaro. Bramava, con disperazione, il suo giorno di paga, alla fine del mese.
Taehyung s'immobilizzò, fissando il giovane alzare una manica. Era, incredibilmente, affascinante. Forse, erano i raggi di sole, i quali puntavano la camicia di Jungkook, generando una sorta d'illusione sfavillante. O, forse, erano i suoi capelli, morbidi e luminosi, che s'opponevano alla sua candida pelle. O, forse, era soltanto... Jungkook.
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1.460 days [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] 🎨 Chiunque desidera lavorare all'interno della rinomata galleria d'arte 𝑨𝒈𝒂𝒑𝒊. Secondo alcune dicerie, risulta facile candidarsi per un posto di lavoro e, al contempo, impossibile esser selezionati. Per questo, Jungkook è...