24.

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Tutte le cose belle hanno un finale.

Jungkook ponderò l'anteriore frase, nel medesimo istante in cui s'imbarcò sul volo che lo avrebbe riportato nel suo Paese natale. Questa volta, però, non si mostrò impaurito, poiché s'era agganciato alla mano di Taehyung, fregandosene della distanza, o del fatto che le mani d'ambedue impedivano il transito, in corridoio.

Il viaggio era lungo, stancante. Non riusciva più a star seduto per così tante ore, il suo didietro gli faceva male.

A metà del viaggio, un'ondata d'ispirazione lo predominò, Jungkook che ne approfittò, per abbozzare parole.

Chiuse, bruscamente, il quadernino, quando il testo, da malinconico, si trasformò in molto innamorato. Non gli piaceva. Lui era un cantante serio. Avrebbe dovuto scrivere di disuguaglianze sociali, non di quanto fossero belle le cosce del signor Kim.

«Patetico.» mormorò, per sé.

D'un tratto, il cibo arrivò, il giovane che decise di riprodurre un film.

Si soffermò sui titoli, sentendo questi mandar lui un segnale.

"Lilli e il vagabondo", Taehyung Lilli e Jungkook il vagabondo.

"Ghost: fantasma", Yoongi, del quale non sapeva nulla, seppur udendo il suo nome con frequenza.

"Il diavolo veste Prada", il segretario Jungkook, ossessionato dal piacere al suo capo, poiché considerava la sua vita superflua, senza il suo lavoro.

"Come far perdere la testa al capo", bene, troppo specifico.

Jungkook si domandò se vi fossero film come "Vado a letto con il mio capo, quest'ultimo che, durante la notte, nomina il suo ex partner, che, a quanto pare, l'intero mondo conosce."

Tornò, dunque, sulla schermata della carta geografica, chiudendo gli occhi.

🎨

Dopo esser atterrato, si rifugiò in camera.

Aveva bisogno di riflettere.

Quel giorno, in locale, per sbaglio, aveva orecchiato Eunha parlare di Yoongi, il suo cuore che s'era infranto, quando aveva notato le spalle di Taehyung irrigidirsi. Il suo linguaggio corporeo glielo aveva confermato.

Non sapeva cosa fare, né cosa pensare.

Jungkook credeva di poter ignorare la difficile situazione, poiché era un adulto, e gli adulti ignoravano le difficili situazioni. Ma, sarebbe stato negare il suo amore per Taehyung. Sarebbe stato, persino, negare la speranza che quel rapporto con l'uomo avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di profondamente romantico.

Si reputò uno stupido, per essersi illuso come un bambino.

Come d'abitudine, fuggì, tra le sue lenzuola.

Taehyung, invece, si comportò in maniera differente.

Lui non aveva cercato riparo nel suo letto, per affogare ogni dolore. Lui aveva preferito l'alcol.

Una volta addentratosi in casa, raggiunse, in automatico, la dispensa con bevande alcoliche, desiderando stordirsi con esse. L'inverno stava approssimandosi sempre più, e questo portava con sé il costante ricordo di Yoongi, ricordo fatto tacere per un po', a Parigi, avvolto fra le gambe di Jungkook.

Purtroppo, però, tutto aveva un finale, poiché, quando adocchiò il suo calendario, al disopra d'un muro, vide, in grande, la data di anniversario di Yoongi.

«Presto, saranno quattro anni senza di te.»

Adagiò il cavatappi, cominciando a girovagare, con la bottiglia di vino in mano.

Un bel tavolino, con fotografie, s'interpose, Taehyung che lo spinse, con forza. Il rumore dei cristalli lo turbò. Poi, però, se ne dimenticò.

Dio, quanto avrebbe voluto dimenticare...

Si addossò contro una parete, dinnanzi al bagno, lasciandosi cadere. Completamente distrutto, di fronte al luogo che lo aveva ucciso, si scolò la bottiglia, piangendo.

Pianse così tanto, da ritenersi vuoto.

E, gli mancò Jungkook.

E, decise di telefonare a Jungkook.

Ma, quando udì la sua voce addormentata, non poté far a meno di pronunciare la seguente parola.

"Perdonami."

Che dolore, Taehyung 💔

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Che dolore, Taehyung 💔

È un capitolo corto, sì, ma FONDAMENTALE

Grazie per aver letto, amori 🥹

1.460 days [KookTae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora