La stanza era, completamente, al buio, al risveglio. Si drizzò, sul materasso, scorgendo la sua scarpa, in prossimità di un angolo. Poi, s'issò, con difficoltà. Barcollando, s'incamminò, in direzione d'una finestra, per spalancare le tende. Strizzò le palpebre, quando un fievole raggio arancione lo accecò. Ma, lo spettacolo innanzi lo fece pentire, con rapidità. I raggi di sole coloravano le cime degli alberi, i quali parevano sbrilluccicare. Aprì la vetrata, per affacciarsi e tentar di contemplare il lago.
Indossò le pantofole, per andar in bagno e sistemarsi. Un piagnucolio si librò, quando notò il suo viso gonfio. Era da tempo che non dormiva così bene, pacifico. Bagnò il suo volto con acqua gelida, sperando di lenire, un po', il gonfiore.
D'improvviso, udì un colpo di tosse.
Jungkook sobbalzò, girandosi. Taehyung lo guardò, mentre era poggiato contro uno stipite. Non era sua intenzione allarmarlo. Desiderava, semplicemente, sapere se fosse a posto. Il giorno prima, erano finiti in ospedale. Gli risultava spontaneo, oramai, controllare, di continuo, il ragazzo.
«Merda─» rantolò, terrificato «Che spavento─»
Taehyung sorrise.
«Senza trucco, hai una faccia da bambino.» commentò.
«Invidioso?»
L'uomo annuì, avanzando.
«Io sono già passato a creme antirughe, anti età...»
«Bugiardo.» mugugnò Jungkook «Ha una carnagione sana, a differenza mia.»
Taehyung ridacchiò, i suoi occhi che s'assottigliarono.
«Va' a mangiare qualcosa.» disse.
«Sì, capo.»
«Non chiamarmi così.»
«Come preferisce, capo.» mormorò, Taehyung che abbandonò il luogo.
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Per cena, v'era una zuppa d'alghe, un classico. Jungkook non ne mangiava una da anni. Difatti, percepì gli occhioni fradici, quando il sapore invase le sue papille. Lo ricordò. Sua madre la preparava, per il suo compleanno. Dopo il suo trasferimento, però, nessuno più. Avrebbe potuto farla da sé, certo. Ma, il solo pensiero era deprimente.
«È deliziosa, sul serio.» elogiò Taehyung.
Miyeon sfoderò un sorriso, a mo' di ringraziamento.
Proseguirono, in silenzio, sino a quando In-soo non cominciò a parlare dell'esposizione, e dell'insistenza dei media, i quali esigevano una sua intervista. Jungkook rammentò d'aver visto Taehyung staccare il telefono, per lo stesso motivo. Chiunque aspirava a dialogare con i due.
Un paio d'ore fluirono, gli anziani che, successivamente, si dileguarono. Malgrado fosse tardi, avevano ─ comunque ─ deciso d'accompagnare i loro ospiti, per un bel po'.
Taehyung aprì una bottiglia di vino, offerta dai padroni, consultando Jungkook. Al principio, il giovane si mostrò riluttante, poiché non fanatico di vino rosso. Ma, finì per vedere l'espressione manipolatrice del maggiore. Il primo calice di Jungkook si trasformò in secondo, in terzo, e così via. Per questo, consumarono un'ulteriore bottiglia. Taehyung serviva il vino, mentre Jungkook infilava legna, nel camino di casa. Un lavoro di squadra, per raggiungere la fase dell'ubriachezza, senz'avere freddo.
Chiacchierarono, per molto, seppur non sfiorando il personale. In effetti, i temi riguardarono il gusto musicale, artistico, politico. Ma, nel momento in cui l'alcol s'insinuò, profondamente, Taehyung e Jungkook demolirono la finta barriera, ponendo ─ ad ogni modo ─ un limite, fra vita lavorativa e vita privata, pur di non rafforzare il legame. Jungkook lo fece per frenare i suoi sentimenti, nei confronti del suo capo. Taehyung, al contrario, lo fece per non udire la medesima solfa... pietà.
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1.460 days [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] 🎨 Chiunque desidera lavorare all'interno della rinomata galleria d'arte 𝑨𝒈𝒂𝒑𝒊. Secondo alcune dicerie, risulta facile candidarsi per un posto di lavoro e, al contempo, impossibile esser selezionati. Per questo, Jungkook è...