9.

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Il venerdì, Jungkook s'era presentato con un po' di malumore. Non dormiva da giorni, e ciò influiva sul suo comportamento. Tentò di concentrarsi, seppur invano. Un forte mal di testa lo assalì, lasciandolo senza respiro.

«Acqua.» mormorò, per sé «Ho bisogno d'acqua.»

S'issò, le sue gambe che tremolarono. Dopodiché, arrangiò un passo, barcollando. Pertanto, cercò d'aggrapparsi ad uno scrittoio. Ma, non riuscì, sprofondando al suolo.

Taehyung udì quel colpo. Per questo, guardò oltre il suo ufficio, credendo Jungkook avesse, per sbaglio, gettato qualcosa. Ma, non lo trovò. Si alzò, impaurito, superando la porta. Esaminò l'area di lavoro del giovane, scorgendo ─ d'un tratto ─ i suoi piedi. S'addentrò, in fretta e furia, per raggiungerlo.

«Jungkook?» Taehyung afferrò il ragazzo, scuotendolo. Quest'ultimo, però, non rispose «Jungkook─» ribadì.

Il corvino aprì gli occhi, con difficoltà, lagnandosi, quando notò i poderosi raggi di sole. Poi, carezzò le sue tempie, un'ulteriore fitta che lo sbaragliò.

«Sei caduto?» Taehyung, in ansia, parlò con voce soffocata «Hai mal di testa?»

«Ho mal di testa.» bisbigliò Jungkook, con fatica.

«T'accompagno in ospedale.»

Jungkook sgranò le sue orbite, con rapidità, lacrime che sgorgarono.

«No, no, no─ L'ospedale è costoso.» tartagliò, debole.

«Andiamo.» ordinò Taehyung.

Quando l'uomo lo aiutò ad alzarsi, tutt'intorno girò. Da bambino, Jungkook aveva udito fosse impossibile vivere a lungo senza dormire. E, arrivato a questo punto, era convinto di esser un immortale, oramai.

Il direttore agguantò il telefono fisso, al disopra della scrivania di Jungkook, digitando il numero di Hoseok.

"Ho bisogno tu venga, subito."

Hoseok si precipitò, stralunando la vista, nel momento in cui adocchiò un Jungkook smorto, sonnolento, tanto da non aver stabilità. Taehyung agganciò il giovane al braccio dell'impiegato, correndo in studio, per recuperare le sue appartenenze.

«Hai la tua carta d'identità?» domandò Hoseok, a mo' di sussurro, dopo aver appurato i rumori lo infastidissero. Jungkook negò, segnalando il suo zaino «Signor Kim, il documento di Jungkook è nel suo borsone.»

L'uomo prese, direttamente, lo zaino, appendendolo sulla spalla.

I due s'impegnarono a reggere il minore, per scendere le scale. Spesso, Jungkook scivolava. Ma, Taehyung riusciva ─ sempre ─ ad acchiapparlo. Dinnanzi alla famosa ringhiera, la quale aveva distrutto i pantaloni del segretario, prima dell'intervista, Jungkook non poté far a meno d'imprecare.

«Spilorci del cazzo, inserite qualche ascensore.»

Minho s'approssimò, turbato, dando un aiuto agli uomini. Jungkook, nel frattempo, aveva perso conoscenza, a causa dello sforzo. E, in quel preciso attimo, Taehyung non esitò a farsi prendere dal panico.

«Va' in macchina, per favore.» con la sua mano non occupata, consegnò le chiavi del veicolo alla guardia «Porta lo zaino di Jungkook, anche.»

Per togliere il borsone dalla spalla, avrebbe dovuto liberare Jungkook. Difatti, la testa del corvino si reclinò, all'indietro, i partecipi che s'atterrirono. Taehyung porse, velocemente, l'oggetto a Minho, per sostenere, di nuovo, il giovane. Le sue dita ghermirono la vita altrui, il direttore che constatò quanto fosse magro.

1.460 days [KookTae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora