Il lunedì, caricarono l'auto, per tornare.
Il compleanno di In-soo s'era rivelato ordinario. Dopo la conversazione di Taehyung e Jungkook, alcuni famigliari dell'anziano avevano cominciato a presentarsi. Dunque, per tutto il tempo, i due avevano preferito prendere le distanze, impegnandosi a dialogare con gente.
Una strana tensione s'era instaurata fra loro, dopo aver chiarito l'accaduto, al lago. Una tensione che, sostanzialmente, proveniva da Taehyung, rimasto in silenzio, per l'intero viaggio.
Jungkook si domandò se, realmente, fosse tutto a posto. Aveva chiesto scusa, per il suo errore. E, secondo i vocaboli di Taehyung, lui non s'era infastidito. Per questo, s'incuriosì, dinnanzi al raro comportamento dell'uomo.
Raggiunta la città, qualunque cosa si tramutò in asfissiante, per Jungkook. Il giovane comprese che, forse, rinunciare sarebbe stata un'opzione adeguata, considerato l'inusuale approccio di Taehyung. Dirimpetto al lago, aveva scordato, per un po', di esser il segretario dell'uomo che aveva baciato, e che avrebbe dovuto tener duro, al suo fianco, ogni giorno. Ma, quando superarono un ponte, si rese conto quella fosse la sua effettiva condizione.
Nel momento in cui l'uomo parcheggiò, fuori dal complesso residenziale, Jungkook abbandonò, con rapidità, il veicolo, recuperando il suo borsone.
E, senza salutare, Taehyung andò via.
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Al suo arrivo, scaraventò le chiavi dell'auto, contro il muro.
Un forte mal di testa lo attanagliò. Non dormiva da tempo, oramai, per colpa di un misero bacio. Lo frustrava, molto. Si rimproverò mentalmente, domandandosi quale fosse il suo fottuto problema. Era stato un maleducato con Jungkook, poco addietro, per un'azione che, lui stesso, aveva catalogato come insignificante, od una svista. Ironicamente, determinata svista aveva impedito lui d'assopirsi, per ben due giorni.
Con un palmo, coprì il suo viso, liberando un sospiro. Non sapeva cosa fare. La scorsa notte, aveva sognato di baciare, con foga, il ragazzo, tanto da lasciarlo senza fiato. Poi, però, era comparso lui. Si riteneva colpevole. Si riteneva sporco. Un completo adulterio, per aver quel genere di riflessioni, quando lui era lì. Yoongi era, ancora, lì.
S'incamminò, agguantando un bicchiere, in compagnia di una bottiglia d'alcol.
Era sbagliato.
Era più giovane di lui.
Non era Yoongi.
Ma...
No, non poteva desiderare qualcuno che non fosse Yoongi.
Con Seokjin, era stato diverso, poiché non v'erano sentimenti coinvolti. Jungkook, invece, era differente. Con lui, aveva due opzioni e, deplorevolmente, in entrambe finiva per innamorarsene. Nonostante ciò, nella seconda, non lo ammetteva.
L'alcol infiammò le sue viscere.
Tentò d'alzarsi, non riuscendo.
Ridacchiò, sprofondando ulteriormente. Aveva, decisamente, infranto il limite prestabilito. Bere per dimenticare, ma non fino a perdere te stesso.
«Maledetto Jungkook─» mormorò, ubriaco.
Il suo cellulare vibrò, in virtù di una notifica. Scelse, però, d'ignorarla. Non aveva voglia di formular replica.
S'avviò, in direzione del suo letto, stendendosi.
Di nuovo, il telefono.
Recuperò l'aggeggio, bruscamente. Imprecò, constatando le due notifiche provenissero dall'indirizzo e-mail di lavoro. Chi aveva osato disturbarlo?
La prima e-mail, in casella di posta, apparteneva al gruppo commercio. La seconda, per contro, era una lettera di dimissioni.
Adagiò il cellulare, non segnalando alcun'emergenza.
E, man mano che le sue palpebre si chiudevano, ponderò.
Lettera di dimissioni?
«No, no, no─» s'impaurì, aprendo il messaggio.
Il suo respiro si mozzò, quando decifrò il mittente, le sue dita che tremolarono.
Lettera di dimissioni.
Jungkook <jungkookie@galleriaagapi.com>
Per: Taehyung
Signor Kim,
insisto nel ribadire quanto la situazione m'affligge. Qui, la mia lettera di dimissioni.
[In allegato: lettera di dimissioni]
Confidando nella sua comprensione,
Jeon Jungkook.
Digitò, con velocità, il numero del ragazzo. Mordicchiò le sue unghie, udendo gli squilli. Passarono dieci, venti secondi... ma, non vi fu risposta. Troncò la chiamata, facendone partire, immediatamente, un'altra, senza successo.
Sentì l'impulso d'irrompere in casa del minore, frenandosi, subito. Aveva bevuto parecchio, e sarebbe risultato spiacevole, per Jungkook, aver a che fare con uno sbronzo.
Abbozzò, ripetutamente, un rifiuto. Ma, era consapevole fosse meglio per entrambi... meglio per lui.
Si nascose, al di sotto del piumone, sperando di poter addormentarsi. Serrò le palpebre, rammemorando, d'un tratto, le labbra di Jungkook. Agitò la testa, per cancellare il ricordo, seppur invano. Le famose labbra, color viola, per merito del vino, colmarono la sua mente. La loro dolcezza, mescolata a lacrime salate. Il suo naso rosso, per il freddo, che aveva carezzato una sua guancia. Il gesto con lingua, quando s'arrabbiava. Il suo aggrottare le sopracciglia, quando assaporava del cibo favoloso. Il suo broncio, quand'era assorto. Taehyung non conosceva, a fondo, la storia del ragazzo. Sicuramente, però, conosceva le sue manie ed espressioni. Ed era così bello. Talmente allegro e perfetto. I suoi occhioni luminosi. Le sue abituali frasi. Quell'umorismo che, a volte, mostrava.
S'issò, quando migliaia d'immagini, riguardanti il minore, lo infestarono. S'adoperò a leggere, nuovamente, l'e-mail. Se avesse accettato le sue dimissioni, non l'avrebbe più rivisto.
Sono trascorsi, semplicemente, due mesi, Taehyung. Sul serio ti sei già innamorato di lui?
LA RISPOSTA ALLA TUA ULTIMA DOMANDA È "SÌ", TAEHYUNG❗️
Io adoro questo capitolo, sul serio 🥹
Spero sia piaciuto anche a voi il punto di vista del nostro capo, TT
Secondo voi, ce la farà a convincere Jungkook a rimanere? Lo scoprirete presto 🤭
Grazie per aver letto, cuori <3
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1.460 days [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] 🎨 Chiunque desidera lavorare all'interno della rinomata galleria d'arte 𝑨𝒈𝒂𝒑𝒊. Secondo alcune dicerie, risulta facile candidarsi per un posto di lavoro e, al contempo, impossibile esser selezionati. Per questo, Jungkook è...