Una percezione d'ansietà lo colpì, senz'avvisare.
La sera della cena di riconoscimento all'arte, una crisi respiratoria aggredì Jungkook. Taehyung lo trovò seduto, sul freddo pavimento del bagno, con braccia intorno alle ginocchia e affanno.
Ci volle più di un'ora per acquietare la sensazione di morte, di voler fuggire, di voler strappare il cuore dal petto, pur di non farlo battere penosamente, mentre un dolore fulminava la sua cassa toracica.
E, in auto, di nuovo.
«Non mi va di andare.» mormorò, terrificato, sporgendo la testa dal finestrino, per recuperare ossigeno.
Taehyung s'aggrappò, con forza, al suo indumento superiore.
«Jungkook, tesoro, andrà tutto bene. Sarai con me.»
«Non andrà tutto bene, poiché si tratta di gente che non conosco. Non è il mio ambiente, no.» il suo tono di voce s'agitò «Griderò che mi sta rapendo, se non mi lascia uscire dalla macchina.»
«Jungkook...»
«Signor Kim, per favore.»
«Sarai con me. Se dovesse accadere qualcosa di brutto, ci dilegueremo, subito. Non avere dubbi. Sono consapevole sia un'opprimente novità, per te. Ma, se non rischi ora, non t'azzarderai mai più. Sono persone che non conosciamo e che non incontreremo in futuro. Vedrai che andrà tutto per il meglio. E, ti renderai conto che è solo la tua mente ad originare milioni di scenari perfidi, per limitarti. Ci divertiremo, fidati di me.»
Il giovane annuì, tentando di convincersi, con le parole di Taehyung. Anche se, si rasserenò, completamente, quando l'uomo lo ingolfò in un abbraccio.
«Andrà tutto bene.» ripeté.
Una volta stazionato il veicolo, dinnanzi allo storico palazzo, nel quale si sarebbe tenuta la cena, Jungkook sfregò le sue ginocchia, per infondersi animo. Taehyung carezzò la sua schiena, il giovane che cominciò a monitorare il suo respiro.
Cinque minuti dopo, però, Taehyung si disse che sarebbe stato meglio rientrare in hotel. Ma, Jungkook si drizzò, afferrando la mano dell'uomo, risoluto.
«Andiamo.»
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Durante la cena, Jungkook scoppiò in una risata, poiché ad uno dei veterani in arte era caduta la placca dentale nella zuppa. Il corvino si trovava di fronte all'uomo. Dunque, aveva presenziato, correndo, dopodiché, in bagno, per nascondersi e sbellicarsi.
Taehyung lo seguì a ruota, ridendo a crepapelle.
Spesso, considerava Taehyung l'unico in grado di cogliere il suo umorismo. Era convinto che, se l'episodio fosse accaduto in compagnia di Jimin, il ragazzo non avrebbe riso, per via del suo esser premuroso con la gente, quasi un angelo. E, sebbene fosse una delle qualità che più glorificava del suo amico, Jungkook aveva, comunque, bisogno di qualcuno abile a prendere in giro le persone, come faceva lui.
«È stato orribile!» esclamò Taehyung.
«Ho visto tutto... TUTTO!»
I due seguitarono a ridacchiare, per un bel po'. Ma, quando gli angoli della bocca cominciarono a far male, così come le pance, decisero di tornar in sala, dato che, a breve, avrebbero introdotto la seconda parte della serata. E, loro non volevano perderla, per nulla al mondo.
Si accomodarono, attendendo la fine del pasto. Secondo il programma stabilito dal consiglio, incaricato dell'organizzazione, la cena si sarebbe conclusa presto, in modo da rispettare gli orari prefissati.
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1.460 days [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] 🎨 Chiunque desidera lavorare all'interno della rinomata galleria d'arte 𝑨𝒈𝒂𝒑𝒊. Secondo alcune dicerie, risulta facile candidarsi per un posto di lavoro e, al contempo, impossibile esser selezionati. Per questo, Jungkook è...