Nel fine settimana, Taehyung s'era dedicato a visitare musei, in città.
Una risata s'impadroniva di lui, ogni volta che superava una metropolitana, rammemorando la battuta di Jungkook.
In quel momento, s'adoperò a riflettere, riguardo la sua prima impressione del ragazzo; durante il colloquio, Jungkook s'era rivelato, completamente, l'opposto. Quel giorno, in edificio, v'era un mucchio di gente, con anni d'esperienza, laureata in prestigiose università. Ma, nessuno lo aveva affascinato. Era consapevole la maggior parte si trovasse lì per tentar di guadagnare il suo posto. Non si riteneva sorpreso, bensì refrattario, all'idea di avere qualcuno alle calcagna, ad ogni passo. Eunha s'era trasferita, e lui non riusciva ad esser soddisfatto. Desiderava competenza e, al contempo, un segretario fedele, senz'intenzione di soffocarlo con un cuscino, mentre dormiva. Per questo, quando Jungkook s'era addentrato, con i suoi ridicoli pantaloni fucsia ed uno sguardo affranto, aveva capito di averlo trovato. Gli era bastato udire quanto fosse entusiasta di lavorare in galleria, per assumerlo. Il giovane non l'aveva elogiato, con l'unico obiettivo d'operare, non importando per chi o cosa fosse.
Camminò, innanzi ad uno dei più grandi stadi, notando l'abnorme cartello, che annunciava il concerto di Lime. Annotò, mentalmente, la data, per acquistare il biglietto; avrebbe chiesto un aiuto a Jungkook, giovane e tecnologico.
─
Il lunedì, convocò, con premura, Jungkook. Il corvino guardò, confuso, un Taehyung agitato, dirimpetto al computer.
«Jungkook─» s'issò, con rapidità, afferrando un suo braccio, per trascinarlo dinnanzi allo schermo «Ho bisogno d'un tuo aiuto, è urgente.»
Jungkook si piegò, per leggere il comunicato.
Lime? Il gruppo femminile? Di cos'aveva bisogno il signor Kim?
«Lime?» domandò, curioso.
«Sì.» mormorò Taehyung, con vergogna «È il mio gruppo preferito.»
Jungkook si girò, in silenzio, limitandosi a contemplare il maggiore. Taehyung abbassò la testa, causa lo sguardo perforante.
«Non giudicarmi, Jungkook.» soffiò «Prima, se ne occupava Eunha. È lei che m'ha spinto a cominciare.»
«Prenderemo quel biglietto, signor Kim.» garantì Jungkook, con fiducia.
Taehyung lo scrutò, sbalordito, esprimendo la sua gratitudine, con un fiabesco sorriso squadrato. Jungkook fuggì, in direzione del suo scrittoio, dopo l'espressione del suo capo. Era certo, un giorno, l'uomo l'avrebbe ucciso, con la sua bellezza.
Taehyung mandò lui un'e-mail, segnalando l'ora della prevendita. Jungkook impostò una sveglia, per mettersi in fila virtuale.
Sono in ansia.
Taehyung <taehyungmy@galleriaagapi.com>
Per: Jungkook
Jungkook.
Ricorda che, se non ce la faremo, il tuo capo sarà depresso, per ben due mesi. Ho bisogno, perlomeno, d'incontrare la mia bias.
Un disperato Taehyung.
Re: Sono in ansia.
Jungkook <jungkookie@galleriaagapi.com>
Per: Taehyung
Signor Kim,
farò del mio meglio, per ottenere un buon posto.
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1.460 days [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] 🎨 Chiunque desidera lavorare all'interno della rinomata galleria d'arte 𝑨𝒈𝒂𝒑𝒊. Secondo alcune dicerie, risulta facile candidarsi per un posto di lavoro e, al contempo, impossibile esser selezionati. Per questo, Jungkook è...