L'ultimo lunedì del mese s'era avviato con il finale della mostra di In-soo, immenso trionfo di vendite.
Taehyung pareva un folle, tentando d'inventare strategie, per ottenere il medesimo pubblico, ma senza le opere di In-soo. S'era chiuso, per giorni, all'interno del suo ufficio, escogitando un piano, per far tornare, ad Agapi, quel numero di visitatori. Le gallerie stavano, pian piano, scomparendo. Lui, però, s'aggrappava all'idea di avere, nuovamente, l'anteriore successo.
Il mercoledì, Taehyung non s'era staccato dal telefono, per ore.
Jungkook evitò di provare gelosia, pur sentendolo ridere così allegramente, mentre arrotolava l'indice sul filo del telefono, come se fosse un bambino innamorato.
«Oh, per favore! Sta, semplicemente, parlando.» si rimproverò, incollando, bruscamente, note adesive, al disopra d'una lista, funzionale al prossimo evento, in galleria.
Quando una mostra s'interrompeva, qualcosa d'innovativo approdava. E, nel momento in cui Taehyung aveva informato Jungkook, riguardo un'abnorme asta d'opere, il ragazzo non aveva esitato ad impazzire, causa la mole di lavoro.
«Lui conclude affari, con il suo bel sorriso. Poi, siamo noi a dover completare le mansioni, in modo che lui possa chiacchierare al telefono, per ore. Maledetto idiota.» brontolò.
Avrebbe dovuto stampare una catasta di elenchi d'ospiti, specificando il loro genere d'alimentazione e le svariate allergie, per far sì che si recassero al banchetto, senza ─ però ─ morire. E, indovinate chi era lo stupido responsabile? Esatto, l'imbecille segretario del fottuto capo.
S'incamminò, in direzione della stampante. Pigiò il pulsante, per metter in moto. Tuttavia, la fotocopiatrice di merda risultava esser vecchia, Jungkook che bisbigliò un rituale, come d'abitudine, affinché l'oggetto si sbrigasse.
«Ti prego, ti prego, ti prego.» supplicò, intrecciando le mani.
Come sempre, un rumore metallico rimbombò, questa volta più forte. Pertanto, Jungkook assestò qualche colpetto, sul lato della macchina, notando i fogli bloccati.
«Schifosa.» borbottò, per sé «Invece di conversare al telefono, dovrebbe comperare una stampante migliore.»
Tentò di rimuovere le pagine, queste che non mollarono, essendo intrappolate.
«Che rottura.» mormorò, sconfitto «Sono stanco di combattere, fotocopiatrice del cazzo.» mugugnò, a seguito di un'ulteriore ginocchiata.
«Perché litighi con la stampante?»
Jungkook lo udì, sobbalzando. Dunque, si girò, in compagnia d'un broncio.
Taehyung sgranò le sue orbite, con preoccupazione, in virtù del faccino del ragazzo, decidendo d'avanzare, con rapidità.
«Stai bene?» domandò, afferrando le spalle altrui.
«La pila di fogli è incastrata.» spiegò, con frustrazione «M'è impossibile toglierli. Inoltre, dovrò abbozzare la famosa lista di descrizioni alimentari. Non credo lei voglia che un riccone e pretenzioso acquirente abbia una reazione allergica e che, successivamente, si trasformi in scandalo, vero?» chiese, subdolo.
Taehyung liberò una finta risata, negando.
«Allora, mi aiuti a tirarli fuori.» suggerì, impaziente.
Taehyung lo superò, toccando la stampante. Poi, si piegò, per verificarne il problema.
Jungkook contemplò, in automatico, il sedere di Taehyung... ma, realizzato il suo gesto, si fermò, in un baleno. Sei un depravato.
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1.460 days [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] 🎨 Chiunque desidera lavorare all'interno della rinomata galleria d'arte 𝑨𝒈𝒂𝒑𝒊. Secondo alcune dicerie, risulta facile candidarsi per un posto di lavoro e, al contempo, impossibile esser selezionati. Per questo, Jungkook è...