L'esposizione s'era trasformata, rapidamente, in successo, con biglietti esauriti in pochi secondi e tanto pubblico, persino in giorni feriali. Su Internet, e su quotidiani, si parlava del ritorno di In-soo, e del trionfo, riguardo le vendite. In virtù d'un mese colmo di prenotazioni, gli orari erano stati modificati. Al giorno, più di mille persone riempivano i corridoi di Agapi.
Taehyung era fiero. S'entusiasmava, ogni volta che leggeva recensioni spettacolari, od i numeri delle presenze. Minho, spesso, si lagnava, causa l'abnorme cifra di visitatori. Ma, l'aumento del suo stipendio lo aveva esortato a tener duro.
Oramai, l'uomo trascorreva più tempo in sala, che sul posto di lavoro, tramutandosi in un'ulteriore guida, e conquistando il pubblico con fascino, eloquenza e passione.
La galleria Agapi rifiorisce, grazie al magnifico In-soo, commentavano i giornali.
Jungkook era felice, per l'abbondanza di gente. La notevole mole di lavoro, però, lo stava ammazzando. Il telefono squillava ininterrottamente; redattori, notiziari, artisti... chiunque desiderava parlare con il direttore. L'uomo, per contro, rifiutava, poiché, sebbene adorasse l'attenzione, quella volta, non era suo il merito, bensì di qualcun altro. In-soo, di frequente, chiamava, per far domande e, soprattutto, per lamentarsi del mare d'individui che lo contattavano, tentando d'intervistarlo, o di persuaderlo a vendere le sue opere a musei.
Quel giorno, dopo un mese, dall'inaugurazione, s'accorsero di un problema, al disopra d'un quadro. Jungkook telefonò, in automatico, a Kim Seokjin. L'uomo, però, si trovava fuori. Taehyung non era, tuttavia, arrivato, ed il corvino non sapeva che altro fare. Con turbamento, pigiò alcuni indirizzi web. Cercò in qualunque pagina d'informazioni, constatando la maggior parte dei restauratori non fosse in città. D'un tratto, però, un sito rapì il suo interesse... anzi, qualcuno.
«Min Yoongi.» mormorò Jungkook «Restauratore d'opere. Esercizio: fino a tre anni fa.»
S'accigliò, riflettendo se, in quell'occasione, avrebbe potuto aiutare o meno. Aprì un secondo link, una fotografia che si presentò, innanzi. Si pietrificò, per un istante, scrutando l'immagine dell'uomo. Quel volto, pensò Jungkook. Quel volto l'aveva sbirciato, un milione di volte. Quando completava i suoi incarichi, si dedicava ad ammirare quel volto... angelico, oscuro. Min Yoongi era l'effettiva rappresentazione del felino uomo, di fronte al suo scrittoio.
Celere, digitò il nome di Kim Taehyung, reperendo un archivio, pieno d'opere. Si mostrò, definitivamente, sconcertato, quando notò che, in gran parte, v'era affrescato il medesimo ragazzo. Era possibile lodarlo in differenti versioni, pur avendo ─ sempre ─ un uguale aspetto. Tenebroso e, al contempo, paradisiaco. Era un'ossessione. Sfociava nel malato.
S'avvicinò, con lentezza, al dipinto. Le sue dita formicolarono, dirimpetto al quadro. Sollevò una mano, cercando di... in verità, era confuso. Una valanga di dubbi lo afflisse. Si domandò quale fosse la relazione. Doveva esser una coincidenza. Doveva esser qualcuno d'importante, per Taehyung. Chi era, specificatamente, lui?
D'un tratto, Taehyung lo adocchiò, salendo.
Jungkook sfiorò la tela, stregato. Manifestò un'espressione serena, malgrado quel bagliore d'irrequietezza, all'interno dei suoi occhioni. Il maggiore aveva imparato a conoscerlo, dato che l'osservava, sul posto di lavoro.
Il corvino non udì Taehyung, al suo fianco.
«Jungkook?»
«Signor Kim, è stato lei a dipingerlo?» soffiò, senza guardarlo.
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1.460 days [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] 🎨 Chiunque desidera lavorare all'interno della rinomata galleria d'arte 𝑨𝒈𝒂𝒑𝒊. Secondo alcune dicerie, risulta facile candidarsi per un posto di lavoro e, al contempo, impossibile esser selezionati. Per questo, Jungkook è...