13. Consapevolezze

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La prospettiva di andare a vivere insieme era davvero splendida e Ginny, contenta come una pasqua, non aveva esitato ad informare la sua famiglia: Ron era piuttosto contrariato alla notizia ma per il resto l'avevano presa tutti molto bene. La signora Weasley in particolare si era messa a singhiozzare sulla spalla del marito <<un altro figlio che lascia il nido...>> - <<su, su Molly, dopotutto è maggiorenne>>. Comunque Harry e Ginny si erano subito buttati a capofitto nei preparativi per il trasloco e, due settimane dopo, si smaterializzarono a Godric's Hollow con tutti i bagagli.

La casa si trovava a circa cento metri dal cimitero e cinquanta dalla casa diroccata dei genitori di Harry: il ragazzo l'aveva scelta apposta così da sentirsi più vicino alla famiglia, così da ricordarli in ogni sua azione. Così la prima cosa che vide Ginny fu l'enorme statua dedicata ai Potter, i genitori sorridenti e un bambino allegro senza cicatrice... già la cicatrice, erano ormai mesi che a Harry non faceva male ma ogni volta che si trovava a specchiarsi il suo occhio non poteva che cadere su quella saetta che era stata la sua croce per così tanti anni. Si incamminarono costeggiando il cimitero e la ragazza intravide una casa distrutta, doveva essere quella dove erano morti i genitori di Harry. Raggiunsero una villetta a due piani. Aveva muri in mattoni marrone scuro e una porta grigia e un tetto del medesimo colore da cui spuntava un piccolo comignolo; il giardino intorno era circondato da una staccionata di legno verniciata di bianco. Harry la prese per mano ed entrarono dal cancelletto, Ginny poteva vedere gli occhi lucidi del ragazzo e si ritrovò a sorridere; all'interno le stanze erano meravigliosamente accoglienti: il soggiorno era in gran parte occupato da un camino in pietra, davanti al quale si trovavano un divano e due poltroncine rosse che le ricordavano incredibilmente la sala comune di Grifondoro, la cucina invece era piuttosto semplice ma c'era un tavolo da almeno dodici posti <<dì un po' Harry, hai in mente di invitare un'intera squadra di quidditch ogni sera?>> ridacchiò lei canzonandolo <<se è la tua sì>> le rispose dandole un bacio sul naso. Salirono le scale e tutta la rampa era costellata di foto con personcine che li salutavano con la manina e una gran sorriso: c'era il primo Ordine della Fenice, il secondo Ordine della Fenice, una foto era presumibilmente del matrimonio di Lily e James Potter poiché c'erano i due interessati e Sirius e perfino una dell'ES -esercito di Silente-, una raffigurava i gemelli nel giorno dell'apertura del negozio e per finire la foto della squadra subito prima la prima partita di Ginny con loro. <<manca una foto solo con me e te>> commentò Ginny scorrendo lo sguardo da un'immagine all'altra <<abbiamo tutto il tempo per farla no?>> avevano raggiunto il piano superiore ed Harry si era fermato a guardarla, sorrideva e i suoi occhi verdi rilucevano dietro le lenti <<senz'altro!>> concluse Ginny prima di baciarlo. Entrarono nella prima stanza <<questa è la stanza di Teddy, dopotutto sono il suo padrino e mi sembra più che giusto>> introdusse Harry. La camera aveva le pareti azzurro pastello e sul muro opposto al letto c'era una splendida foto di Remus e Tonks << ho pensato che l'avrebbe apprezzato, io non ho visto i volti dei miei genitori fino agli undici anni>> spiegò Harry <<mi sembra splendido>> commentò Ginny, c'erano poi tre camere degli ospiti -o, pensò Ginny arrossendo, magari per futuri figli- e infine la loro camera da letto, molto carina. <<allora che ne pensi?>> - <<è bellissima Harry!>> i due estrassero le bacchette, le agitarono e i loro bagagli si aprirono lasciando fluttuare tutti i loro averi al loro posto. La gabbia con la civetta andò a posizionarsi sopra all'armadio e Ginny con un colpo di bacchetta fece comparire una vaschetta dove tenere le sue puffole pigmee.

<<ti va se ti faccio vedere alcuni posti?>> chiese Harry incerto, ci aveva pensato per molto tempo ma ora era giusto che Ginny vedesse, conoscesse, lo capisse. Lei annuì, i grandi occhi color nocciola che lo fissavano nel tentativo di decifrare la sua espressione, le lentiggini bene in vista per la sua espressione concentrata. Uscirono di casa e Ginny si fece guidare da Harry fino al cimitero. Camminarono tra le tombe senza lasciarsi mai la mano fino a che non si fermarono davanti a una lapide bianca a cui era appoggiata una ghirlanda raggrinzita, lui si inginocchiò lì davanti

LILY POTTER 30-01-1960 \ 31-10-1981 

JAMES POTTER 27-03-1960 \ 31-10-1981

SIRIUS BLACK 03-11-1959 \ 18-06-1996

<<ciao mamma, ciao papà, ciao Sirius! Sono tornato e stavolta per sempre, mi sono trasferito qui così staremo vicino. E non sono solo, questa è Ginny, naturalmente tu Sirius la conosci già>> - <<ciao Sirius e salve signori Potter, io sono Ginny molto piacere e ho i capelli rossi proprio come lei Lily!>> Ginny sorrise e Harry non ricordò di averla mai amata tanto, lei aveva capito la situazione, aveva capito lui in un momento così delicato, fu davvero grato. <<noi ora andiamo, abbiamo molto da fare sapete...>> cominciò lui <<ma torniamo presto!>> concluse lei sempre sorridente, estrasse la bacchetta e evocò un mazzo di gigli di campo poi lo guardò, Harry si alzò e, dopo aver salutato anche le lapidi di Remus e Tonks, si incamminarono verso l'uscita, una volta fuori Harry fu solo in grado di sussurrare un grazie strozzato ma Ginny lo abbracciò forte scuotendo la testa delicatamente. Il tour del paesino continuò davanti a casa di Bathilda Begshot dove il ragazzo le raccontò dell'attacco di Nagini ai danni suoi e di Hermione. Ginny rabbrividì durante il racconto, poi procedettero davanti alla casa distrutta dei Potter e per diversi minuti restarono lì a guardare in silenzio, Harry osservò mentalmente che senza neve il paesaggio assumeva tutt'altro aspetto, sorrisero amaramente leggendo le scritte sul cartello di legno che riportava la scritta "l'ultimo nemico ad essere sconfitto è la morte" e, tornando verso casa Ginny ebbe modo di scoprire che i Doni della Morte esistevano veramente e rimase colpita quando Harry sottolineò che il suo mantello dell'invisibilità era proprio quello della leggenda, affermando di volerlo rivedere attentamente. Si era fatto buio e Harry preparò la cena mentre Ginny si faceva la doccia. Cenarono tranquillamente ma si guardavano con occhi diversi, più profondi, Harry le aveva dato accesso dentro di lui e così ogni sorriso era di amore puro. Più tardi rimasero a coccolarsi sul divano e quando si addormentarono ancora con i sorrisi sulle labbra seppero che sarebbero rimasti insieme per sempre.

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