18. Smeraldo

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(Salto temporale di circa due anni)


Harry ci rifletteva già da un po' di settimane. 

Certo, la rapida successione di eventi aveva solo appianato la strada a quei pensieri: senza che nessuno potesse realmente rendersene conto Percy si era sposato con Audrey, Bill e Fleur avevano dato alla luce la loro prima figlia Victoire -chiamata così, per grande commozione di tutti, poiché nata il quarto anniversario dalla Battaglia di Hogwarts- George e Angelina erano in procinto di convolare a nozze e persino Ron si era fatto coraggio e aveva proposto ad Hermione di andare a convivere e si erano trasferiti a Diagon Alley.

Ad ogni modo tutto questo aveva dato ad Harry da pensare. Lui e Ginny stavano molto bene, entrambi avevano raggiunto grandi successi al lavoro ed erano più uniti e innamorati che mai, eppure al ragazzo sembrava mancare qualcosa. Fissava spesso pensoso la foto del matrimonio dei genitori: Lily e James si erano sposati molto giovani a causa della paura per la guerra e come loro tanti altri tra cui gli stessi signori Weasley, tuttavia sapevano che fosse amore. Dopo tutto Harry era anche più grande di loro e se lui e Ginny condividevano lo stesso intenso amore perché aspettare? Ma allo stesso tempo perché correre? Aveva tempo. Avevano tutto il tempo di vivere la loro vita insieme, niente Voldemort, niente profezie, niente guerre all'orizzonte, non più almeno. Eppure già vivevano insieme, insomma se si fossero sposati avrebbero solo reso definitivo il loro amore ma non sarebbe cambiato assolutamente nulla di effettivo. Certo Ginny avrebbe preso il suo cognome... Ginny Potter suonava maledettamente bene e solo per quello l'avrebbe sposata il giorno seguente. Ma... se lei l'avesse considerato affrettato e avesse declinato? Harry sarebbe morto dentro, ne era certo. Tuttavia si ricordava sogghignando tutte le volte che l'aveva vista gelosa per le attenzioni che le ragazze dedicavano a Harry per la sua fama (e, ammettiamolo, anche per il suo bell'aspetto, nota dell'autrice) e per questo gli veniva il sospetto che Ginny avrebbe accettato senza indugio pur di far cessare quelle attenzioni indesiderate. <<oh al diavolo!>> esclamò ad un tratto, Harry si alzò di colpo e fece cadere inavvertitamente la sua bacchetta, appoggiata pericolante sul bracciolo del divano, quella fece partire una scarica di scintille e temette per un secondo che si fosse rotta, imprecò a mezza voce e la recuperò. La situazione stava diventando imbarazzante, lui stava diventando imbarazzante e paranoico. Decise. Avrebbe corso il rischio.

Così il giorno dopo si alzò di buon'ora e si recò nella sua camera blindata alla Gringott, per la prima volta decise di esplorarla da cima a fondo, non si era mai premurato di farlo, aveva sempre solo prelevato all'occorrenza il denaro necessario al momento. Constatò con un certo disagio la montagna di denaro in suo possesso, nonché non ne fosse a conoscenza ma trovarsi a contatto con tutto quell'oro era sempre sconvolgente per lui, c'erano gioielli, forzieri splendenti ma chiusi. Si perse a interrogarsi sul loro contenuto misterioso e ammirò le perle e i diamanti in suo possesso, sua madre non sembrava il tipo così ipotizzò che potessero essere stati di proprietà di sua nonna: si sorprese poiché non si era mai interrogato prima sulla sua famiglia e decise che avrebbe cercato informazioni sulla famiglia Potter. <<Chiederò ad Hermione uno dei suoi libri>> pensò. Infine trovò una scatolina di velluto chiusa ermeticamente, bastò il suo tocco per farla aprire, Harry pensò che dovesse essere stato un incantesimo di suo padre, e rivelò un meraviglioso anello d'oro con un enorme smeraldo incastonato al centro, sorrise pensando al colore dei suoi occhi. Harry rimase a lungo a rigirarselo sul palmo della mano finché non notò una sottilissima incisione nell'oro: una J elegantemente intrecciata ad una L, James e Lily, quello doveva essere l'anello di fidanzamento di sua madre: era perfetto. Sentì gli occhi divenire lucidi, richiuse con cura il gioiello nella scatola e uscì sorridendo dalla camera blindata.

Una volta a casa cominciò a fantasticare sul luogo e il momento adatto per la proposta e l'ipotetica reazione della sua ragazza, alla fine gli venne un'idea. 

Ginny rincasò tardi a causa di problemi con dei bolidi decisamente troppo aggressivi e una pluffa sospettosamente sgonfia. Gli allenamenti si erano protratti fino al tardo pomeriggio e le ragazze della squadra avevano infine mangiato un panino negli spogliatoi, tremendamente stanche e affamate. Era sfinita e così quando a letto Harry le propose di fare una gita il weekend successivo, accettò senza prestare molta attenzione e già parzialmente nel mondo dei sogni. Senza fretta la domenica arrivò.

<<oh andiamo, mi dirai dove siamo diretti?>> chiese Ginny per l'ennesima volta con un sorriso sulle labbra arricciate in un adorabile broncio che metteva in risalto gli occhi color nocciola e le lentiggini.

<<per l'ennesima volta, no>> le rispose Harry prendendola per mano, anche lui sorridente <<però ti posso dire questo, prendi la scopa>>

lei lo guardò con curiosità, quasi volesse leggergli i pensieri, poi esclamarono entrambi <<accio scopa!>> si guardarono e ridacchiarono mentre la Firebolt e la Nimbus 2002 sfrecciarono nelle loro mani tese per afferrarle <<andiamo?>> chiese Harry, lei annuì e lui si materializzò. Apparvero nello stesso prato verdissimo dove erano stati anni prima

<<giochiamo? Il primo che prende il boccino>> propose il ragazzo

<<pronto ad essere stracciato Potter?>> fu la risposta di Ginny, con arrogante ma divertito tono di sfida

<<lo vedremo>> disse soltanto lui poi liberò il boccino d'oro

La sfida iniziò ed entrambi erano decisamente agguerriti, Harry, nonostante non giocasse a quidditch da anni, era eccellente come sempre e Ginny non era da meno, anzi, gli teneva costantemente testa; infine nel momento clue della partita, entrambe le mani aperte pronte ad afferrare il boccino, Harry scartò strategicamente a sinistra lasciando che lei lo prendesse aggiudicandosi la vittoria. Lei gridò per la vittoria. Scesero entrambi a terra e Ginny era già pronta a prenderlo in giro quando improvvisamente il boccino si aprì rivelando un anello. La ragazza non ebbe tempo di aprire la bocca o di reagire in alcun modo che Harry, imbarazzatissimo, si inginocchiò e iniziò a parlare: <<Ginny abbiamo affrontato qualsiasi ostacolo immaginabile che la vita ci ha messo davanti eppure siamo ancora insieme, compresa la mia stupidità nell'accorgermi così tardi la ragazza splendida che sei. Ma vedi, ti amo e amo ogni sorriso, ogni smorfia, ogni risata e vorrei condividerli con te per il resto delle nostre vite se tu vorrai quindi... sì ecco...>> Ginny, le lacrime agli occhi, non lo fece neanche finire che gli saltò al collo facendolo cadere e, a un centimetro dal suo viso prima di baciarlo, al settimo cielo esclamò: <<mille volte sì Harry!>>. 




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