Il sabato successivo, come da programma, Onda passa a prendermi e andiamo a Desio, con una tappa ad Arcore per caricare anche Dj Baser.
Vedo la compagnia e mi prendo un colpo: nel senso che siamo a Desio, l'anno è il 2005, ma è come essere in America. Io sono abituato alla gente che vedevo di solito, zarri che vanno in discoteca il sabato sera, per capirci, e qui invece ci sono rapper come in un film americano, con i jeans baggy, le sneakers, i cappellini New Era, lo skate, il Ghetto blaster e tutto il resto. Sono una banda di venti persone, ognuno con il suo nickname, hanno dei nomi assurdi e lì per lì ci rimango. Arrivo e mi si presentano: Velo, Ato, Fope, Ade, Cinar, Quada... ragazzi più o meno della mia età che passano le giornate a rappare, a fare breakdance, graffiti, skate, eccetera.
È, letteralmente, la scoperta dell'America: io, che non conosco nessuno che faccia freestyle, me ne ritrovo davanti venti tutti assieme. Un pò la classica situazione in cui uno all'improvviso si accorge di non essere da solo a interessarsi di qualcosa, mi spiego?
Quello che più mi colpisce è come mi accolgono: non mi hanno mai visto, fino a un minuto prima manco sapevano che esistevo, ma basta niente e mi sento tra amici. Siamo tutti in questo parcheggio, Dj Baser mette su un disco con i beat e iniziamo a rappare in cerchio, quattro quarti a testa a giro.
Man mano che loro rappano, io mi guardo intorno e mi sento scarso, capisco che stanno improvvisando, eppure lo fanno in un modo del tutto nuovo per me.
Ai miei occhi sono così bravi che mi sembra quasi impossibile che si stiano inventando le rime sul momento, anche se è evidente che non c'è nulla di preparato. Semplicemente, questi ragazzi sanno quello che stanno facendo e lo fanno bene. Io un pò mi vergogno del mio modo ingenuo di rappare, anche perchè ho capito che rispetto a loro sono molto indietro.
Quando arriva il mio turno butto lì due rime. Non so rappare come questi ragazzi di Desio e non capisco nemmeno come fanno ad essere così sciolti e a dire con naturalezza rime tanto interessanti, però passo il pomeriggio con loro e mi sento bene.
Mi guardo intorno e sono sconvolto, mi sembra impossibile che siano a un livello del genere, quasi all'altezza di quello che ascolto nei cd. Sarà l'entusiasmo, ma lì per lì mi sembra di essere circondato da tanti piccoli fenomeni e non ho dubbi che tutti diventeranno qualcuno.
A un certo punto iniziamo a fare delle sfide di freestyle. Non mi tiro indietro e ci provo. La prima è con un ragazzo che si chiama Ato, che adesso fa l'MMA (arti marziali miste). Con lui ci scaldiamo, basta qualche rima, e lui letteralmente mi spacca il culo. Mi distrugge. Di sicuro Ato non era il piu scarso tra loro, ma sta di fatto che mi spacca.
Poi arriva un pischetto di tredici anni, è proprio Flam Boy, e ci resto secco. Cazzo è fortissimo, non tanto per le rime, ma ha un flow pazzesco. È un ragazzetto, però è il più forte tra loro, si vede. Tutti lo sanno e lo rispettano per questo.Dopo la giornata a Desio mi sento una merda, cazzo, ho perso. Minchia, mi hanno distrutto.
Sono nella mia stanza e non so bene neanch'io come mi sento. Sono molto felice per aver beccato un mondo del genere, è da quando ho scoperto il freestyle che lo cerco, ma sono anche scoraggiato del fatto che pure il più sfigato di loro, ed erano in venti, mi ha dato la merda.
Da lì capisco che la cosa più importante è pensare, pensare a quello che si vuole dire e dirlo bene; quindi, inizio a esercitarmi a casa da solo. Vado avanti a testa bassa, giorno dopo giorno, a provare e riprovare.
Soprattutto però inizio a uscire con Onda, mi passa a prendere con la sua Seat Ibiza e trascorriamo il tempo a fumarci dei gran cannoni e a rappare.
E così la Seat Ibiza blu di Onda per me diventa un sinonimo di freestyle. Anche perchè è l'unico luogo in cui ho delle basi decenti e un avversario. Ce ne andiamo in giro un pò a caso, fumando, rappando: passiamo da Velasca dove c'è una compagna che conosciamo, fermiamo la macchina, mettiamo su i beat e facciamo freestyle con gli altri ragazzi che ci ascoltano.
Mi diverto ma soprattutto pian piano miglioro.Il sabato successivo torno a Desio e rifacciamo il torneo. La settimana di palestra con Onda è servita e anche gli altri si accorgono dei miei progressi. Un pò come se volessero premiare il mio entusiasmo, stupiti dai passi da gigante che ha fatto lo zarro in una sola settimana, mi fanno arrivare in finale, dove mi scontro con Flam Boy... che mi spacca il culo. Completamente. Di nuovo.
È tutto diverso, però, perchè mi accorgo che almeno la mia audacia viene premiata. Anche solo per il fatto che mi lasciano fare tre volte lo spareggio con Flam Boy. Sia chiaro, lui aveva già vinto la prima volta, ma gli altri erano comunque incuriositi da me. Sono uno zarro che non sa rappare, che sembra un coglione quando butta lì le sue rime un pò incerte e senza flow. Ma che sicuramente ha del potenziale, non fosse altro per la strada che ha fatto in una settimana.
Ok, Flam Boy ha stravinto ma l'outsider è arrivato in finale. Perdo ma già sputo qualche barra stilosa, ho una certa brillantezza, riesco a far ridere, trovando delle cose originali da rappare.
Ora lo posso dire: quel pomeriggio a Desio, scornato da Flam Boy in finale, inizia tutto. Sto per compiere sedici anni e ho finalmente tolto le rotelle dalla bici. Ho imparato a stare in equilibrio e non mi resta che vedere fin dove arriverò.
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Bus323 - Viaggio di sola andata
RastgeleEmis Killa (pseudonimo di Emiliano Giambelli), nato nel 1989, ha cominciato a fare rap a quattordici anni. Dopo il suo primo album L'Erba Cattiva (2012) - disco di platino, in classifica per oltre un anno -, è diventato uno dei protagonisti della sc...