Paranoie su Mercurio

403 18 1
                                    

Una mia paranoia ricorrente al momento è che la Terra non sia nient'altro che una palla azzurra che rotola nel nulla. Se pensi che in ventiquattr'ore il pianeta fa un giro completo su se stesso, capisci che questo nostro universo è piccolissimo. Ti fanno crescere con la convinzione che il mondo sia enorme ma poi appena ti muovi ti accorgi che non è così.
Forse, se io non mi fossi mai mosso dalla Brianza non ci pensere; però avendo un pò viaggiato, sento di essere nel vuoto.
Con mia madre non andavamo mai da nessuna parte, e a me è sempre sembrato normale così. Una delle mie prime volte all'estero è stata quanto Carosello, la mia casa discogragica, mi ha mandato a Londra a dare un'occhiata, a guardarmi un pò intorno per imparare qualcosa di nuovo.
Non spiccicavo una parola di inglese, non capivo una minchia. Uscito dall'aereopotro, ci ho messo tipo un giorno per arrivare all'albergo, nonostante fosse attaccato. Mi vergognavo a chiamare a Carosello a Milano per farmi aiutare e ho provato a chiedere informazioni alla gente ma io non capivo loro e loro non capivano me e quindi sono rimasto delle ore come un coglione con la mia valigia in mano.
Ero arrivato da solo con l'idea di muovermi autonomamente. Però, appena ho trovato finalmente l'albergo che era a due passi da dove stavo girando in tondo da tutto il giorno, ho chiamato degli amici italiani che sapevano essere a Londra e vaffanculo! Era ovvio che non ero in grado di cavarmela da solo.
Poi le volte successive ci ho preso un pò più la mano: a quell'epoca sono stato, ad esempio, a New York e a Miami sempre per lavoro. Mi è capitato anche di andare a Tel Aviv, ma in vacanza.
Sono stati degli amici a consigliarmelo. All'inizio non mi attirava, pensavo da ignorante che ci fosse la guerra, e invece arrivando ho scoperto che sembrava di essere a New York: c'erano vita notturna e mega ristoranti, la gente stava sempre fuori.
Quella a Tel Aviv è stata la mia prima vera vacanza e stavo in un hotel a cinque stelle, nel quartiere più bello della città. Ho preso uno scooter mezzo scassato e me ne andavo in giro anche per i vecchi quartieri, poi passavo il resto del tempo in spiaggia. Negli ultimi anni ho viaggiato parecchio e spesso, quando sono in questi alberghi a cinque stelle, con tutto il lusso, mi vengono in mente i primi vent'anni della mia vita in cui l'unica vacanza che ho fatto è stata con mia madre a Igea Marina, in una pensioncina, con la sensazione costante di non dover spendere niente, perchè mia madre non aveva soldi.
Lei voleva che ci divertissimo e cosi è stato, ma io guardavo tutte le cose che c'erano e cercavo di non pensare che non potevamo permettercele per non guastare la vacanza nè a me, e nè a lei.
Mangiavo un gelato e ne avrei voluti altri dieci, ma non lo dicevo; mi passava di fianco quello con il pedalo e mi seccava chiedere a mia madre di prenderlo.

Comunque stavo parlando di paranoie e diciamo che, da che mi ricordo, ho sempre avuto delle angosce ricorrenti. C'è stato un periodo in cui ero convinto di vedere delle cose che in realtà non esistevano, se non nella mia testa.
Una volta, stavo tornando dalle giostre e ho visto alcuni cani che mi venivano incontro, ma in realtà non c'era nulla. Un'altra volta, ero con Aigor in macchina, avevamo fatto uno dei nostri giri invernali e di sicuro eravamo parecchio fumati. A un certo punto, siamo arrivati a Vimercate con la sua auto tutta smarmittata e in fondo alla via, entrati nel centro storico, ho notato due amici, che appena ci hanno visti si sono schiacciati contro il muro come se temessero di essere investiti a nostro passaggio, quando ci siamo avvicinati, però, mi sono accorto che non c'era nessuno.
Oppure un'altra volta ero in studio a lavorare e ho sentito un rumore vicino al cancello. Stavo cercando di concentrarmi, ma i cani abbaiavano come pazzi e non smettevano. Allora mi sono alzato a vedere e mi è parso che ci fosse qualcuno che spiava da dietro il cancello. Quando mi sono avvicinato, ho visto che era solo un sacco della spazzadura lanciato in aria dal vento; e allora sarà stato che avevo fatto mattina in studio, mettici anche che in quel periodo fumavo parecchio, comunque sono uscito e l'ho buttato via. Solo a quel punto, sia io che i cani ci siamo finalmente calmati.
Perchè vedevo tutte queste cose? Era solo un sacchetto, ma sono dovuto uscire a portarlo via.

Se potessi fermare il tempo come una fotografia
prenderei questo momento, ci farei un enorme gigantografia
per poi buttarmici dentro e, gioire nel mentre.
Io spesso mi ammalo di gioia, ma quando ne comprendo
i sintomi mi è già passata la febbre.

Ogni tanto mi è capitato di parlare con amici della fine del mondo, ma ho finito sempre per litigare perchè l'unica risposta che ricevo era qualcosa del tipo:《Che cazzo te ne frega, zio, moriamo tutti》.
《Ma moriamo tutti una minchia, non ti fa prendere male questa roba!》rispondevo. 《Sapere che potremmo scomparire ma non ti prende male?》

Non so dove nascano queste paranoie, sicuramente non mi ha aiutato l'operazione che ho subito al cuore quattro anni fa. Avevo il difetto interventricolare e mi sono dovuto a un intervento per evitare che mi creasse dei problemi da grande: di quei giorni sul lettino non mi ricordo niente, se non le carote lesse di questo ospedale di merda, a Massa, e una bambina più grande che era nel letto di fianco tutta piena di cicatrici e non capivo perché. Ho ben impresso l'immagine di me, bambino, che non volevo prestarle un videogioco con cui passavo il tempo, e non c'era verso di convincermi a darglielo. Insomma, uno stronzo.
Mi hanno raccontato che mio padre, in quei giochi ricoverato a sua volta, era scappato dalla psichiatria per venire a trovarmi, ma quando l'hanno visto, l'hanno convinto che era meglio non stesse in giro e tornasse a farsi curare.

Anni che sembrano giorni, giorni che sembrano anni,
da qua le stelle non sembrano enormi,
piccolezze ci appaiono grandi.
Volti segnati col cuore di ferro, arrugginiti da lacrime sporche,
amore infiniti ricordano un giorno di luce ma il sole non sorge due volte.

Forse questo episodio mi ha scioccato, lasciandomi un sacco di paure. Ma sono anche convinto che abbiamo contribuito pure i miei nonni materni e le storie spaventose che mi raccontavano da piccolo. Mio nonno, che era analfabeta e non apriva quasi mai bocca, mi raccontava sempre di un suo amico che di notte veniva picchiato dai fantasmi mentre era nel letto. Mia nonna, invece mi raccontava che da bambina vedeva muoversi una tazzina e poi sotto trovava dei numeri o una cosa del genere. A me ovviamente queste storie facevano paura, ma mi piaceva ascoltarle.
Un'altra cosa che mi capita è di pensare che il mio cuore batta male. Mi metto ad ascoltare il battito e mi convinco che c'è qualcosa di strano. Oppure, se ho mal di testa, penso subito di avere una brutta malattia. Ma sono così ipocondriaco che nom voglio andare all'ospedale. Perchè ho troppa paura che mi scoprano effettivamente qualche patologia.
La cosa più assurda che mi è capitata di recente è stata quando, mentre gesticolavo provando dei pezzi, ho sbattuto la mano contro la sedia senza accorgermene. La sera ho visto che tenevo la mano gonfia e ho cominciato ad immaginarmi il peggio. Continuavo a guardarla ma non si sgonfiava, cazzo, così mi sono messo a scrivere su google "mano gonfia" "malattia mano gonfia": ovviamente poi lì trovi di tutto, e in pratica mi sono convinto che avevo tipo la sclerodermia!
Da allora sono anche peggiorato e continuo a lamentarmi con tutti, spesso i miei amici mi prendono in giro e mi trattano come un bambino o come un pazzo. Mi fa paura persino fare la visita per la palestra: vedo il medico mettermi lo stetoscopio sul petto e inizio a torturarlo chiedendogli se è tutto ok, in maniera così ossessiva che anche quello comincia a sfottermi e a parlarmi come un neonato. E così, non so bene perchè, ma ho paura di stare male.

A volte vorrei toccare le ore, vorrei ma non posso
giorni in cui penso alla morte, mentre la vita mi scivola addosso,
sotto le luci di 'sti riflettori, non si vede il mio lato più buio.

Bus323 - Viaggio di sola andataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora