CAPITOLO 2
Quello che Baji ritiene sia il giorno successivo, ad un'ora imprecisata -l'unico orologio da parete è fermo alle sei e dieci da due giorni-, sente bussare alla porta, come se l'addetto all'infermeria dovesse chiedere il permesso di entrare. Di solito spalancano la porta senza nemmeno far caso che stia dormendo oppure no.
Stavolta, infatti, ad entrare non è il solito infermiere segaligno con l'iniezione in mano o uno dei portantini col vassoio del pranzo, per nulla graditi in entrambi i casi, nel suo modesto parere.
No.
Aperta la porta è quel musetto impertinente e dolce, col broncio, a materializzarsi davanti ai suoi occhi.
"E tu che ci fai qui?"
"Sono venuto a vedere se eri ancora vivo."
"Mh. Educato da parte tua."
"A differenza di te, sicuramente."
Baji digrigna i denti, "... Ma immagino sia facile essere educati, quando non sei tu ad essere stato pestato come in un dannato mortaio," sbotta quindi, irritato.
Il biondino alza le spalle, "O forse ti hanno pestato proprio perché non lo sei stato, ci hai pensato si?"
Baji si ricorda di non inarcare il sopracciglio, oggi, ma storce la bocca. "Non sono affari tuoi il perché."
"No. Non lo sono. Ma non mi piace vedere le persone soffrire, e tu stai soffrendo. E io... volevo sapere come stavi, oggi."
"Una favola. Non vedi? Sono in vacanza. Un vero peccato non si possa avere una birra, in questo posto."
Il ragazzino viene avanti, fin quasi alla pediera d'acciaio della branda. E lo guarda. Ha due occhioni purissimi, chiari, glieli punta sulla faccia devastata senza remora. "Mi chiamo Chifuyu."
"Mh."
"E non mi piace impicciarmi degli affari altrui. Non di solito. Anzi di solito non me ne frega proprio una beneamata sega."
"E allora perché ti stai impicciando dei miei?"
"Non mi sto impicciando. Ma se vuoi dirmi il tuo, di nome, non mi dispiacerebbe."
"E se no, invece?"
"Resterò qui seduto finché non ti andrà di dirmelo," e sorride Chifuyu, inclinando il faccino.
"Sei insistente."
"Scusa ma sai, non mi capita tutti i giorni che qualcuno mi prenda per mano."
"Non ti ho 'preso per mano'. Ti ho preso il polso," sbuffa Baji, sempre più spazientito.
"Ah, allora te lo ricordi."
"Ma non sapevo neanche cosa stessi facendo!" ringhia, "Non sapevo neppure se fossi reale o no! Per come stavo in quel momento probabilmente l'avrei fatto anche col tizio con due porri sul naso che ci dà il pranzo in mensa."
"Ora sai che lo sono," prende la sedia –quella comoda come una forca-, Chifuyu, sedendosi sul serio. Accavalla le gambe, sistema l'orlo del maglione oversize, più volte, muovendo le mani come se fosse nervoso.
Il silenzio è di nuovo lì. Ma è un silenzio strano, questo. Teso. Con quegli occhi così chiari e intensi che lo fissano. Un faccino che sembrerebbe quello di un bambolotto. Un bambolotto molto bello.
Così sospira, Baji, e alza gli occhi al cielo. "Mi chiamo Baji", e si volta piano nella branda con un coro di fitte ovunque. "Keisuke Baji."
Non vede Chifuyu che sussulta e sbarra gli occhi, a quella rivelazione.
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Full Moon - BajiFuyuTora
Fanfiction"Baji Keisuke. La condanna è di due anni in carcere." Baji chiude gli occhi. Era quello che voleva. Quando ha visto lo sguardo di Kazutora al momento dell'arresto ha capito subito che non poteva lasciarlo fare, che non ce l'avrebbe fatta, che dovev...