CAPITOLO 11
Non è aria buona, quel giorno.
È umido. Pesante. Quasi sembra di respirare acqua, dà fastidio ai polmoni, in casa sembra di essere in una pozzanghera immota. Emma ha aperto le finestre, ma con scarsi risultati. Così sono usciti fuori, Mitsuya e Draken. Pah aveva da fare, così ha detto, Mikey dorme ancora.
E Baji, be', lui, in realtà, non è invitato. Non stavolta.
O meglio, sicuramente non ha intenzione di venire dopo la scenata fatta la sera prima. Si è incazzato, ha preso e se n'è andato senza dire una parola, girando sui tacchi senza neppure guardare Chifuyu. Che non l'ha presa bene, chiaro.
"Quel ragazzo è troppo buono. Si farà male, presto o tardi," commenta Draken, scostando un sassolino dal legno della veranda con la punta della ciabatta.
Mitsuya sospira, scuote la testa, "Comunque abbiamo sbagliato anche noi. Non era modo di farlo sapere a Baji. Sai come ragiona."
"Come non ragiona, vuoi dire."
Mitsuya viene avanti, si siede sul gradino, osserva il cielo plumbeo gravare su tutti loro, come un infausto presagio. "Dai. Ci ha chiesto di tenerlo d'occhio per proteggerlo, e noi abbiamo fatto gli stronzi facendogli trovare questa bella sorpresa appena uscito di prigione. Se glielo avessimo magari accennato, all'intenzione, invece di sbattergliela in faccia così, probabilmente avrebbe borbottato un po', ci avrebbe mandato affanculo, poi ci avrebbe riflettuto meglio e avrebbe accettato. Senza tante questioni. Non siamo stati gentili, Draken."
Sbuffa, Ken. Scalcia un altro sassolino, prende il pacchetto di sigarette dalla tasca. "Non diciamo stronzate, Mitsuya. Ci ha chiesto di seguirlo come dei cazzo di criminale, pur conoscendoci: lo sapeva benissimo come sarebbe andata a finire! Devo veramente farti il riassunto dalle origini? Che, forse non c'eri pure tu? Uno così non passa inosservato con Mikey. E se piaci a Mikey, non scappi."
Takashi inclina la testa di lato. Draken ha ragione da vendere, e lo sanno tutti. Si stanno indorando la realtà con tante belle parole perché nessuno di loro vuole guardarla in faccia col male che fa.
La Toman è nata per proteggere Kazutora, principalmente. E nessuno ha mai messo in dubbio che lui fosse uno dei fondatori e non l'oggetto fragile, l'anello debole della catena, la fonte di quella decisione.
Ed era stato Baji a prenderla. E se qualcuno si azzardava a dire che Hanemiya non era all'altezza faceva meglio a pregare dio, i santi, gli dei e tutto quello che gli capitava a tiro, perché era sicuro avrebbe passato la serata a pisciare in un sacchetto a furia di calci nelle reni.
Per cui, adesso, era proprio il colmo che quel testa di cazzo stesse facendo di un sassolino, come quelli a cui dava calci Draken, una montagna.
La risposta era molto più semplice.
Molto più amara.
Baji non voleva una seconda edizione di Kazutora, nella Toman. Si stava affezionando a quel ragazzo, ma voleva tenerlo a distanza anche a costo di spezzargli il cuore.
Perché non avrebbe avuto la forza di sopportare che si spezzasse un'altra volta a lui.
Era egoista, Baji. Sì. Ma aveva anche un buon istinto di autoconservazione. Voleva avere Chifuyu, ma lasciarlo fuori dalla sua vita che non era esattamente immacolata. Già il fatto che fosse venuto a contatto con Kazutora, poteva avere ripercussioni che nessuno di loro poteva ancora immaginare; l'unica cosa che li rassicurava era che da quella clinica non sarebbe uscito ancora per lungo tempo.
Era triste ammettere di non potersi fidare di qualcuno per cui avevano promesso di dare tutto, se serviva.
"E se stessimo sbagliando tutto, Draken?" sbotta ad un tratto Takashi, sconfortato.
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Full Moon - BajiFuyuTora
Hayran Kurgu"Baji Keisuke. La condanna è di due anni in carcere." Baji chiude gli occhi. Era quello che voleva. Quando ha visto lo sguardo di Kazutora al momento dell'arresto ha capito subito che non poteva lasciarlo fare, che non ce l'avrebbe fatta, che dovev...