CAP. 11-Estrellas

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CAPITOLO 11
Estrellas

Ero sconvolta, non sapevo che cosa fare, cosa dire.
Mi girai verso Chandler, "Ma in che senso?" Disse lui .
Greso uscì da dietro al muro con un'aria triste.
Ero confusa.
"Adesso vi spiegherà tutto Greso" Rispose Gustavo.
"Allora ragazzi... quando ho sentito i bambini parlare, non sono riuscito fare a meno di andarli a vedere. Vedendo che erano da soli, ho pensato che avrebbero potuto farmi compagnia a casa mia, così avremmo giocato assieme. Quindi li ho portati nel water con me.
Il problema era che non sapevo che c'erano degli effetti collaterali agli umani che entravano lì. Non l'avevo mai fatto prima.
Beh, in poche ore sono cresciuti tantissimo.

Adesso per fortuna la loro crescita si è fermata, grazie a Gustavo.
Adesso sono quasi maggiorenni, e la cosa strana è che fanno anche dei ragionamenti da adulti!
Io non gli ho detto nulla, ma sanno già tutto ciò che devono sapere alla loro età, come Babbo Natale eccetera.
Scusatemi" Ci spiegò Greso.
Quindi adesso i miei tre angioletti non c'erano più?
Ormai erano cambiati in tutto.
O mio Dio.
Mi appoggiai a Chandler ed iniziai a piangere.

Qualche ora dopo Suor Marika ci fece risucchiare da un altro buco nero.
Stavamo girando di nuovo super veloce.
Eravamo in un nuovo universo.
Non avevo neanche voglia di affacciarmi fuori a guardare.
Dovevo solo aspettare che Gustavo fermasse l'astronave. A quel punto avrei capito di essere arrivati.

Qualche ora dopo l'astronave si fermò.
Eravamo atterrati.
Le porte della stiva si aprirono e Gustavo ci raggiunse.
Ci stavamo guardando attorno, era totalmente un nuovo pianeta!
Era tutto luccicante, c'erano erba, fiori, alberi incantati...
Scendemmo dall'astronave e Gustavo la chiuse.
"Adesso dobbiamo solo trovarli" Disse Gustavo.
"Meglio non dividerci" Consigliò Papà.
Ci incamminammo lungo un sentiero, fino ad arrivare ad un grazioso villaggio, decorato con migliaia di fiori rosa.
Scendemmo al villaggio.
Rimanemmo ad occhi aperti.
Gli abitanti erano tutti uguali a Sgorbio!!!
Ne fermammo uno e gli chiedemmo informazioni per il comune.
Non sapevamo chi comandasse lì.
Il mostriciattolo ci guardò perplesso.
"Cosa?" Disse.
Poi vide Sgorbio e spalancò gli occhi.
"Seguitemi o vi ammazzo!!".
Spaventati lo seguimmo fino ad una torre, nella quale entrammo.
Salimmo un piano e c'erano migliaia di sosia di Sgorbio che stavano allestendo l'ambiente.
Poi notai una figura più grande, più alta.
Era di spalle.
Il nostro accompagnatore andò da lei e le parlò all'orecchio.
Lei si girò immediatamente verso di noi.
Corse verso Sgorbio e lo alzò tra le sue mani.
Non riesco proprio ad immaginare come si sentisse lui in quel momento!
La "signora" gli odorò la testa e il suo volto si illuminò.
"Oh figlio mio!!!" Disse abbracciandolo.
In che senso...figlio mio??
"Mamma??" Disse Sgorbio.
"Si! Si! Sono io!!!".
Inizialmente Sgorbio sembrava a disagio ma poi la abbracciò con tutta la sua forza.
"Quanto mi sei mancato! Vieni che adesso ti spiego tutto".
La madre di Sgorbio ci fece accomodare ad un grande tavolo e iniziò a spiegare.

Circa un quarto d'ora dopo aveva finito.
Disse che lei aveva partorito Sgorbio e altri quattro fratelli.
Poi purtroppo a causa della guerra, che infine fu vinta dal suo popolo, lei fu costretta ad abbandonare i suoi figli per garantirgli una vita sicura, su un altro pianeta, in un altro universo.
Così li mise tutti e cinque in una mini capsula che spedì sulla Terra.
Sgorbio non era un criceto malformato, come tutti pensavano, ma un Tartilo!
"Ma se non sono un criceto... perché quando sono stato pucflato sono diventato un cricetino?" Disse Sgorbio rivolgendosi a Gustavo.
"Sinceramente quando siamo stati pucflati tu eri l'unico che era rimasto uguale".
"E allora quel verso strano che ho fatto?".
"Beh forse eri solo andato nel panico. Spesso accade a chi viene pucflato, insomma, tutti quei colori e poi ti sei ritrovato degli sconosciuti avanti...".
In tutto ciò io non stavo capendo niente, pucflati? E che significava?
Stavo per chiederglielo ma poi ricordai il vero motivo per il quale eravamo lì, i miei figli.
"Scusa ehmm..." Dissi rivolgendomi alla madre di Sgorbio.
"Nepisa" Mi disse lei con un gran sorriso.
"Oh scusa Nepisa, ma mi sai dire se recentemente hai visto altri umani qui? Sai... i miei figli dovrebbero essere nei paraggi".
"A ma allora sono figli tuoi! Li avevamo rinchiusi in cella, credevamo fossero un pericolo per noi. Vieni che ti porto da loro".
Uscimmo dalla torre per poi arrivare ad un'altra torre.
Gli altri eravamo rimasti fuori.
Saremmo saliti soltanto io, Chandler, Guglielmo e Nepisa.
All'interno c'era una specie di ascensore magica.
Non capii bene come funzionasse.
Una volta arrivati all'ultimo piano (erano 782), Nepisa spalancò la porta di fronte a noi.
C'era una cella che copriva tutta la parete.
All'interno c'erano tre ragazzi. I miei ragazzi.
Quasi non li riconoscevo.
"Enika puoi aprire la gabbia" Disse Nepisa ad una donna che probabilmente era la guardia.
Enika aprì la cella.
I ragazzi non uscivano, erano fermi a guardarmi, stavano per piangere.
Volevo correre da loro, ma non sapevo neanche distinguerli!!
Corsi verso il primo ragazzo sospirando "Oh Noah!!".
"Mamma..." Disse abbracciandomi forte.
Avevo azzeccato il ragazzo giusto!! Non sapete la mia ansia in quel momento.
Poi andai anche da Beatrice e Guglio.

Dopo lunghi pianti, spiegai a loro ciò che era accaduto. Poi ringraziammo Nepisa ed uscimmo dalla torre.
Dovevamo tornare in viaggio.
Una volta arrivati all'esterno, notammo che l'intero villaggio era stato distrutto.
Tutti i tartili stavano correndo, altri erano morti, i palazzi erano in fiamme.
Vidi Suor Marika correre con gli altri.
Era diventata brutta e scura!! Gli alieni erano vicini!!!
"Nepisa!! Dobbiamo scappare!! Forza!!!".
Corremmo fino all'astronave.
Avevamo schivato di tutto.
Gli alieni erano alle alle nostre spalle.
Tutti i tantali erano già entrati in cerca di rifugio e non appena Enika entrò, le porte si chiusero.

Era passato qualche minuto e non eravamo ancora partiti.
Ma cosa stava aspettando Gustavo!!
"Mamma vai a vedere cosa succede!!".
Gli alieni si stavano avvicinando all'astronave.
Successivamente degli alieni sbucarono da dietro un palazzo distrutto con un grande trono sulle spalle.
Lentamente, si avvicinarono alla finestra della stiva e appoggiarono il trono per terra.
Ma su quel trono c'era il Papa!!
Ma cosa stava succedendo?!!
Nepisa notò le nostre facce sconvolte e ci chiese "Lo conoscete?".
Nessuno rispose.
Il Papa era un alieno?? Cosa???
Mi girai verso Suor Marika.
Era più nera di una pantera. I suoi occhi erano scomparsi, era diventata una sagoma nera.
Iniziai a vedere delle crepe sul suo corpo.
Stava per esplodere!!!
"La cicogna vola e va!!" Disse improvvisamente Francesco, nessuno gli diede importanza.
Il Papa si alzò ed iniziò a dare dei mega pugni al vetro della finestra.
Era potentissimo!!!
Ad ogni pugno una piccola crepa si aggiungeva al vetro.
Lui aveva una faccia seria, arrabbiata.
Dopo qualche secondo finalmente l'astronave si alzò e tornammo in volo.
Eravamo salvi.
Suor Marika stava riprendendo pian piano il suo colorito.

L'IMMORTALE 11: L'ultima guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora