CAP. 10-Povero Francesco

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CAPITOLO 10
Povero Francesco

"Ragazzi secondo voi quando si risveglierà?" bisbigliò Michele.
"Beh non so, facciamole aria" disse Sara.
"Ragazzi guardate, sta aprendo gli occhi!" esultò Shrek.
Aprii gli occhi lentamente, vedevo tutto ombrato e le luci erano troppo forti.
Man mano le figure si misero al loro posto e vidi tutti attorno a me. C'era Chandler che mi faceva da cuscino, Giuliana che aveva le mie gambe appoggiate a sè in modo che le tenessi sù, Gabriele che mi faceva vento con la mano e tutti gli altri vicino a me.
"Dai Gabriele basta con questa mano" gli dissi.
"Ho solo questa a disposizione per farti aria" rispose.
Mi alzai lentamente con l'aiuto di Chandler.
"Stai bene amore?" mi chiese.
"Si... no, voglio i nostri bambini" scoppiai a piangere e Chandler mi strinse in un abbraccio.
"Shh, calmati amore, li troveremo" Disse cercando di tranquillizzarmi.
"E come? Dove? Come facciamo?" Dissi in uno strazio.
Si avvicinò Gabibbo e disse "Elisa, tutti noi ti aiuteremo a trovarli".
"A costo della nostra vita, Elisa" disse Giulia.
Li conoscevamo da così poco e già sembravano essere molto uniti a noi, in fondo li avevamo salvati da morte certa.
Mi asciugai le lacrime e andai ad abbracciarli sussurrando "Grazie".
"Beh ragazzi io onestamente ho sonno" disse Gustavo.
"Si anch'io" disse poi Martina.
"Stanotte si aprirà un vortice di nuvole arcobaleno" disse Francesco e se ne andò.
Rimanemmo senza parole
"Ragazzi ma cosa intendeva?" chiese Emanuele.
"Beh non lo so, vabbè è la stanchezza non pensiamoci" disse Antonio.
"Infatti, buonanotte ragazzi" disse Shrek.
"Buonanotte" dicemmo tutti in coro.
Ero sola in cucina a bere un bicchier d'acqua prima di andare a dormire fin quando non sentii una voce.
"Elisa?"
Mi voltai, era Giulia.
"Si?" risposi
"Posso parlarti?" chiese
"Certo, dimmi" le risposi con un sorriso, ma lei aveva un volto preoccupato.
"Beh si tratta di Francesco"disse.
"Che è successo?" domandai.
"No no niente, è sul suo comportamento che vorrei dirti una cosa" rispose.
Rimasi ad aspettare che lei continuasse, senza dire niente
"Francesco ha un disturbo, quest'ultimo gli porta a dire frasi insensate come al funerale di Angela" disse.
"Si può guarire da questo disturbo?"
"Beh no, non lo so"
"Grazie per avermelo detto Giulia, prometto che indagherò su questo disturbo".
Mi sorrise e se ne andò e io a mia volta mi diressi in camera pensando alle parole di Giulia e alla frase di Francesco.
"Amore tutto bene?" mi chiese Chandler una volta che arrivai in camera.
"No, penso ai bambini e a delle cose che mi ha detto Giulia".
"Cosa ti ha detto?".
Senza pensarci due volte gli spiegai tutto.

"Domani diremo tutto a Gustavo, inizieremo ad indagare" Mi disse abbracciandomi. Lo guardai, eravamo entrambi sdraiati sul letto abbracciati e dalla bocca mi uscii...
"Ti amo" , mi sorrise e mi baciò.
"Anche io ti amo" rispose e ci addormentammo così.
La mattina seguente io e Chandler ci svegliammo alle sei e andammo in cucina, solita ora in cui Gustavo faceva colazione. Una volta arrivati lo trovammo lì, seduto con davanti una tazza di latte e cereali.
"Che fate svegli a quest'ora?" domandò.
"Ti dobbiamo parlare" dissi e ci sedemmo anche noi.
"Ditemi" .
"Si tratta di Francesco".
Continuai a spiegargli tutto e lui mi ascoltava con ogni minima attenzione.

"Alle dieci fatevi trovare in archivio" Disse e se ne andò. Guardai Chandler preoccupata.
"Tranquilla, sa cosa fa" Mi disse e mi baciò.

Erano quasi le dieci ed io e Chandler ci dirigemmo in archivio senza farci vedere dagli altri, alcuni erano in cucina a fare colazione, altri in piscina.
Quando arrivammo trovammo Gustavo indaffarato in vecchi libri polverosi
"Ah eccovi, ho trovato alcune cose, venite" Disse e lo seguimmo a ruota.
Ci portò davanti ad un grande tavolo con montagne di fogli dove c'erano scritti i suoi appunti.
"La brutta notizia è che non è facile da guarire, questo è un disturbo che ti colpisce dalla nascita..."
Feci un sospiro di entusiasmo, corsi verso Gustavo e lo abbracciai.
"Hai già trovato la risposta a tutto!" dissi con entusiasmo.
"Sono un esperto lo sai" Disse e lo lasciai continuare.
"Stavo dicendo, la buona notizia è che si può guarire, ma ci servirà molto impegno".
"In che senso ci servirà?" chiese Chandler con la fronte corrucciata.
"Il disturbo si chiama predicción, fu scoperto da uno scienziato spagnolo e la prima vittima di questo disturbo risale al 1850 e si manifesta solo su 1 persona su 10 milioni".
"Ok..." Stavo provando a capirci qualcosa.
"La predicciòn è la previsione di un avvenimento che può avvenire da un momento all'altro, ma non sempre avviene tutto ciò che si dice, spesso avviene solo in parte".
"Quindi quando ieri ha detto che si aprirà un nuovo vortice vuol dire che succederà?" chiese Chandler.
"Si, ma non si sa quale vortice e non si sa quando".
"Dovremmo dirlo agli altri?" domandai.
"Si, dobbiamo essere tutti informati. Vado a chiamarli, Francesco sta ancora dormendo".
Disse Gustavo, dopo tre minuti ci trovammo tutti in archivio dove Gustavo ci fece accomodare e iniziò a spiegare tutto.
"Ma è una figata" disse Saretta.
"Ma è pericoloso?" chiese Gabriele.
"Assolutamente no" lo rassicurò Gustavo.
"Allora dobbiamo solo analizzare cosa dirà" disse Giulia.
"Esatto, ora ragazzi potete andare" Disse Gustavo e poi si rivolse a me e a Chandler.
"Per quanto riguarda i vostri figli, farò in modo di trovare altre soluzioni per localizzarli" e se ne andò.

Passarono giorni ed ero sempre chiusa in camera. Non ero sola, con me c'era Chandler che mi faceva compagnia.
"Come ti senti oggi?" chiese lui.
"Male, mi mancano".
"Anche a me mancano, ma li troveremo, vedrai".
Stare tra le sue braccia mi faceva sentire al sicuro e piena di speranza.
All'improvviso qualcuno bussò alla porta.
"Chi è?" domandò Chandler alzando un po' la voce.
"Suor marika, ho bisogno di parlarvi"
"Entra pure".
Io e Chandler ci sollevammo dal letto
"Cosa devi dirci?" chiesi.
"Ho una soluzione per i vostri figli" .
"Cosa?" domandai sbalordita.
"Seguitemi in sala riunioni, vi stiamo aspettando tutti lì".
La seguimmo e sentii tutta l'adrenalina scorrere nel mio corpo.
Arrivammo e trovammo tutti seduti tranne Gustavo che iniziò a parlare.
"Eccovi, non voglio andare per le lunghe quindi ascoltatemi tutti. Ho trovato una soluzione per i bambini, devono andare in un altro universo e solo Suor Marika può farlo".
"Li avete trovati?" chiese Chandler.
"Si, per questo dobbiamo subito mandarli in un altro universo, prima che perdiamo la connessione" disse Gustavo.
"Fatelo ora" risposi.
Gustavo mi guardò e acconsentii, fece cenno con la testa a Suor Marika e tutto diventò buio. All'improvviso una forte luce apparì nella sala riunioni, ma il tutto durò un istante. La luce ritornò e Suor Marika era seduta a terra.
"Tutto bene Suor Marika?" chiese Guglielmo.
"Sì tutto bene, il trasferimento ha preso tutte le mie energie".
"Siediti qui" Gustavo la aiutò ad alzarla e a farla sedere.
"Dove li ha mandati?" chiesi
"Su un pianeta, dove vi abita un popolo di creature strane" disse la suora.
" E sono pericolose?" domandò Chandler.
"Assolutamente no, sono al sicuro su quel pianeta".
"Come si chiama il pianeta?" chiesi incuriosita.
"Estrellas, significa stelle".
"Che bel nome" dissi .
"C'è solo un problema".
"Quale?" domandò Chandler preoccupato.
"I bambini... beh, adesso hanno diciassette anni".

L'IMMORTALE 11: L'ultima guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora