CAP. 1-Il calice di vino

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Inizio prima parte

CAPITOLO 1
Il calice di vino

Tre anni dopo

"Chandler svegliaaaa! Muoviti alzati, è tardi, i bambini devono andare a scuola". Erano le sette del mattino e stavo facendo tardi alla riunione di lavoro.
"Sono sveglio" mi disse svogliatamente.
Andai in camera dei bambini e li svegliai, dopodiché scendemmo in cucina e preparai la colazione.
"Vai di fretta?" chiese Chandler.
"Lo sai che ho una riunione importante".
"ah" risponde, erano già un paio di mesi che notavo che dimenticava tutto ciò che gli dicevo, non l'avevo mai visto così disattento nei i miei confronti in quei tre anni.
"Ci penso io ai bambini" mi disse.
"Va bene".
Presi il mio cappotto, li salutai in fretta e mi precipitai subito in azienda.
Passò metà giornata e dopo la riunione mi trattenni ancora in azienda per chiamare aziende dell'estero e concludere alcuni dettagli per la sfilata di primavera.
Tornai a casa verso le sette di sera, ero davvero stanca, mi facevano male i piedi e mi girava la testa. Aprii la porta di casa e vidi Mima seduta all'open space con un bicchiere di vino in mano e Chandler di fronte a lei che se lo versava in un bicchiere, i bambini invece stavano giocando tra di loro nel salone.
"Mammaaa" urlò Noah.
Ero pietrificata, non riuscivo a muovermi dalla soglia della porta. Esaminavo i vestiti di Mima, aveva un abito nero aderente con tacchi rossi, cosa ci faceva vestita così in casa mia da sola con mio marito?
"Finalmente sei arrivata" disse Chandler.
"C'era traffico" gli risposi in modo freddo.
Chiusi la porta di casa e misi a posto il cappotto.
"Ciao Elisa" mi salutò Mima "Bel tailleur"
"Grazie" le risposi "I bambini hanno già mangiato?" mi rivolsi a Chandler.
"Si, li abbiamo già lavati e gli abbiamo messo anche il pigiama".
"Abbiamo?" dissi stordita.
"Si, ho voluto dare una mano a Chandler con i bambini, vedevo che era in difficoltà" disse Mima.
"Per questo poteva chiamare Sara, visto che è la babysitter dei bambini" risposi.
"Ha detto che è impegnata" disse poi Chandler.
"No, è libera, mi ha scritto pure".
Rimasero in silenzio, c'era qualcosa che non andava, qualcosa che mi nascondevano.
"Vabbè io vado, grazie Chandler, ciao Elisa".
Le aprii la porta di casa e non la guardai nemmeno in faccia, il mio sguardo era rivolto a Chandler.
Sbattei la porta e mi diressi verso i bambini.
"Amori è ora di andare a letto, papà vi racconterà una bella favola".
Li portai nella camera e li misi a letto, dietro di me c'era Chandler che provava a parlarmi ma prima che lo facesse dissi qualcosa ai bambini cosicché stesse in silenzio. Andai in camera e mi misi comoda, presi i bozzetti della sfilata e li definii. Passò una mezz'oretta ed entrò Chandler.
"Lavori ancora?" chiese.
"A te che sembra?" gli risposi.
"possiamo parlare?".
"ho da fare non vedi?".
"è tardi, lo puoi fare benissimo domani"
"e che ne sai se ho tempo domani? me ne vado in salone così puoi dormire".
Raccolsi le mie cose e in fretta e furia mi diressi in salone, ma alla fine Chandler venì con me.
"Posso capire che ti prende?".
"Che mi prende? Sai, torno dal lavoro e trovo te con un'altra donna che bevete un calice di vino, tra l'altro vestita in modo provocante e per di più avete accudito i bambini, cosa che dovevi fare tu da solo essendo il padre oppure avresti potuto chiamare la babysitter che nemmeno hai chiamato, mentendomi dicendo che era impegnata".
"Scusa, era venuta qua solo per parlare".
"Vestita in quel modo?".
"e mica decido io come si veste?".
"ma ci sai arrivare col tuo cervello che ci sta provando?".
"ma siamo solo amici".
"ah sisi solo amici, si è visto infatti".
"si siamo solo amici, mo pensi chissà cosa per colpa della tua gelosia".
"non sono gelosa, sono realista".
Vidi Guglio alle spalle di Chandler e solo allora mi accorgo che stavamo urlando.
"Basta io me ne vado" disse Chandler.
"Ah si vai a casa di Mima vedi che ti accoglie con la lingerie".
Uscì di casa e andai da Guglio, lo presi in braccio e chiede "Dove è andato papi?"
"Emergenza di lavoro, amore, non preoccuparti".
"e quando viene?"
"Non lo so amore, quando si risolve tutto papà tornerà".
Tornai in camera mia e portai Guglio con me, non volevo stare sola quella notte.
La mattina seguente non c'era traccia di Chandler, dovevo andare di nuovo in azienda per un altra riunione, quindi chiamai Sara, dopodiché mi diressi alla macchina.
"Accidenti proprio stamattina dovevi fare i capricci tu?".
La macchina non partiva quindi presi il telefono e chiamai Sgorbio, il mio meccanico di fiducia.
"Ehi sgorbio, la mia macchina non parte stamattina, ho anche una riunione importante tra un paio d'ore, riesci a passare a casa?".
"Sì Elisa ora arrivo".
Passarono solo dieci minuti e arrivò, controllò la macchina e disse "Devo portarla con me in officina, devo cambiare la batteria e controllare la centralina".
" E ora come faccio ad andare in azienda?".
"Ti può accompagnare Giuliana".
"Davvero? te ne sono molto grata".
Arriviamo prima in officina a piedi, lasciai le chiavi dell'auto lì e mi avvia con giuliana, la ringraziai.
"Elisa come va il lavoro?" chiese durante il tragitto.
"Ultimamente abbiamo molte richieste da varie aziende dell'estero, ma la cosa principale sarà la nuova collezione primaverile e la sfilata che si terrà".
"Oddio sarò la prima a comprare i nuovi capi, e dove si terrà la sfilata?".
"Beh questo si deve ancora decidere".
Arrivammo in azienda e salutai Giuliana.
Passò un'altra giornata tra riunioni, telefonate, decisioni del tessuto e modifiche dei bozzetti.
Tornai a casa verso le otto e mezza.
"Sono a casa" urlai visto che non c'era nessuno al piano di sotto.
Salendo sento le risate dei bambini che provengono dal bagno, mi affacciai e vidi i bambini in vasca che giocavano con Chandler accovacciato vicino a loro.
Mi appoggio allo stipite della porta e mi godetti quella scena, mi tornavano in mente i momenti in cui tra me e Chandler andava tutto bene.
"Mammaaa" disse Beatrice.
Chandler si girò e disse "Ah sei qui".
"Mamma vieni a giocare con noi" Disse Noah.
Andai verso di loro e iniziammo a giocare, i bambini mi schizzavano tutta l'acqua addosso, eravamo tutti zuppi. Una volta finito tutto mi diressi in camera e dopo un po' arrivò anche Chandler.
"Ehi" disse "come va?".
"Boh normale".
"Scusa per ieri, scusa se me ne sono andato".
" Fa niente, abitudine".
Rimanemmo in silenzio e mi misi a letto
"Buonanotte".

L'IMMORTALE 11: L'ultima guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora