Capitolo 21 - MADDIE

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Allontano Aaron con una spinta e mi alzo da letto. Il cuore inizia a martellarmi nel petto mentre cerco i miei vestiti, poi mi ricordo che li ho lasciati per terra, nella mia stanza.
«Vai, al resto pensiamo noi» mi rassicura Aaron, mentre dà uno scossone agli altri due per svegliarli. Inaspettatamente, Julian è già in piedi.

Cazzo, se mio fratelli e i miei amici ci trovano così...

Esco in fretta dalla stanza e, per un attimo, sono indecisa sulla direzione da prendere. Se vado nella mia camera, non farò in tempo a mettere a posto il disastro e non saprei come prendere tempo se cominceranno a bussare alla porta con insistenza. Per questo, alla fine mi chiudo nel bagno per farmi una doccia, ma nemmeno il piacevole getto dell'acqua calda riesce a tranquillizzarmi. Se qualcuno entra nella mia camera, troverà i nostri vestiti per terra e un letto rotto. Mi sento un'idiota per averne riso ieri. Voglio sperare che i miei amici, soprattutto mio fratello e la mia migliore amica, rispetteranno la mia privacy e si terranno lontani da lì mentre io faccio la doccia.
Nel frattempo, mi prendo il mio tempo per lavarmi, ma torno ad agitarmi quando sento delle voci, accompagnate dal rumore dei passi, farsi più vicine. Ad un tratto, una porta si chiude di scatto e qualcuno si ferma a pochi passi dal bagno. Io abbasso l'intensità del getto per poter origliare.

«Aaron.» Matthew lo saluta con voce carica di entusiasmo. «Dov'è mia sorella?»
C'è un attimo di silenzio, che percepisco come un'esitazione, cosa che mi fa venire voglia di urlare sono qui prima mio fratello si insospettisca, ma in questo momento non me la sento di parlare. Temo che la mia voce possa tradirmi.

«Credo stia facendo una doccia» risponde infine Aaron.
Poco dopo, sento un pugno battere sulla porta e quasi scivolo per il sobbalzo. «Maddie!» urla mio fratello. Prendo un appunto mentale di darglielo in testa il pugno appena uscirò dal bagno.
Chiudo l'acqua e mi schiarisco la voce prima di parlare. «Ehi, Matt! Sto facendo una doccia» rispondo, come se non fosse evidente che io mi stia lavando, ma non mi viene niente di meglio da dire.

«Non l'avrei mai detto» mi prende in giro lui. «Anch'io sono felice di vederti, comunque» aggiunge poi ironico.
Dopo lo sento chiacchierare con Aaron. Più che altro, lo sta minacciando. «Lo sai che ti voglio bene, Aaron, ma se mia sorella mi dice che hai fatto lo stronzo con lei, ti uccido.»
Alzo gli occhi al cielo. Posso quasi immaginarlo con un sorriso tranquillo, mentre pronuncia minacce di morte.
«Madison sta benissimo» risponde Aaron, in modo difensivo. E ringrazio il cielo che lui è sempre infastidito da qualcosa, così almeno mio fratello non noterà la differenza, nel caso in cui lo stia pronunciando in modo strano.
«Questo lo deciderò io, appena parlerò con lei.»

Quando finisco di lavarmi, mi avvolgo in un asciugamano e resto chiusa in bagno. Sento delle voci provenire da fuori, persone che si stanno salutando e abbracciando. Io sono qui, nuda e senza vestiti e non so cosa cazzo fare. Sono una cretina. Sapevo che sarebbero venuti oggi, ma ero così presa da quei tre che mi è sfuggito di mente. Improvvisamente, sono di nuovo nella mia stanza, con Aaron e Noah che mi prendono e Julian che mi viene in faccia. Al ricordo, il mio respiro accelera e mi sento accaldata.
Poi, penso che tutto questo possa finire da un momento all'altro e sento una fitta al petto. Non voglio dire addio a tutto ciò, non così presto. Non quando tutto è appena iniziato.

Qualcuno bussa, distogliendomi dai miei pensieri.
«Chi è?» chiedo con voce tesa, dopo un attimo di esitazione.
«Sono io.»
Mi dirigo subito alla porta e, quando ne apro uno spiraglio, mi ritrovo davanti il volto teso di Noah. Ha lo sguardo puntato alle scale e capisco che si sta assicurando che nessuno stia salendo. Appena mi vede, mi passa in fretta i vestiti, prima di allontanarsi.

Io allungo una mano e gli afferro felpa, bloccandolo. Noah guarda sorpreso la mia mano stretta sulla stoffa, ma non gli do il tempo di dire qualcosa perché lo attiro verso di me e gli poso un bacio sulle labbra, breve, ma abbastanza intenso da sentirlo tremare. Quando mi stacco, ha le labbra schiuse e il rossore diffuso sul viso. Mi viene voglia di attirarlo qui dentro e farlo arrossire in altri centinaia di modi, ma lo spingo via e chiudo la porta davanti alla sua faccia frastornata, prima che io metta in pratica la mia pessima idea.

Stuck in the snow. Bloccati nella neve 🔞 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora