Stuck in the snow. Bloccati nella neve 🔞 [COMPLETA]

Capitolo 11 - MADDIE

So di aver fatto il gioco di Julian. Eccome, se lo so. Ma altri due minuti e mi sarei messa a urlare. Mi sta facendo impazzire, con quelle dita che mi toccano e quel sorriso scaltro stampato in faccia, mentre mi divora con occhi famelici. Il mio corpo è in fiamme e faccio fatica a respirare.

Avrei potuto ordinargli di mettersi in ginocchio dal momento in cui ha bussato alla mia porta perché so che l'avrebbe fatto sul serio, senza rifletterci per più di un secondo, ma ho cercato di resistere. Sono una persona orgogliosa, non posso negarlo. È lui quello che sta per mettersi in ginocchio, ma in realtà è come se ci fossi io perché chiedergli di leccarmela significa dargli un certo potere su di me. Ma non si tratta solo di questo. 

C'è un timore che si fa spazio dentro di me ogni volta che Julian è nei paraggi, la paura di essere soltanto una oggetto sostituibile per lui, come tutte le ragazze con cui esce. Non provo nessun sentimento romantico, ma non voglio essere trattata come una delle sue tante conquiste. Forse perché, una parte di me, tiene al nostro rapporto. In alcuni momenti, sento un'intesa tra me e lui e ho l'impressione che facendo sesso si possa spezzare. Se andrò a letto con Julian, lui perderà interesse. Probabilmente inizierà ad ignorarmi, come fa Noah.
E adesso sto per scoprire se sarà davvero così, perché non posso fare a meno di volerlo.

«Che brava ragazza, la mia Mad» mi sussurra con voce roca. 
Un brivido attraversa il mio corpo e si ferma nella parte bassa del mio ventre. Nessuno mi chiama così, ma Julian, ad un certo punto della nostra amicizia, ha iniziato ad utilizzare questo nomignolo, Mad. Pazza. A volte, mi fa arrabbiare. So che è il suo modo di scherzare, ma la mia tolleranza per le stronzate ha un limite. Altre volte, invece, il modo in cui lo pronuncia, con quel tono carico di promesse, mi fa venire voglia di spogliarmi all'istante. Come in questo caso. 

Con lo sguardo agganciato al mio, Julian fa scivolare giù i pantaloncini del mio pigiama. Resta un attimo ad osservare i miei slip umidi, prima di avvicinare la bocca e lasciare dei piccoli baci che mi fanno sospirare. 

«Dillo di nuovo» mormora, mentre mi solletica attraverso il tessuto. «Dimmi ancora di mettermi in ginocchio.»
Io gli lancio un'occhiataccia, anche se non può vedermi, occupato com'è a torturarmi.
«Leccami oppure sparisci, Julian. Non ti implorerò ancora, se è quello che vuoi.»
Lui fa un sorriso diabolico e, per un attimo, penso che continuerà il suo gioco, invece, con una lentezza esasperante, mi sfila le mutande.

Julian mi accarezza le gambe, mentre gli occhi divorano con bramosia il mio sesso esposto. Si abbassa per posarmi dei baci all'interno delle mie cosce e, quando si avvicina al mio punto sensibile, si ferma, prendendo tempo. Io affondo le dita nei suoi capelli neri e, impaziente, spingo la sua bocca verso il mio clitoride, ma lui si libera della mia presa e mi afferra le mani.

«Oh, no, mia cara Mad. Devi essere paziente» mi ammonisce.
Mi bacia i polsi, facendomi tremare, e poi me li blocca ai lati del mio corpo.
Riprende da dove aveva lasciato e, finalmente, le sue labbra si poggiano proprio dove desidero.
Quando la sua lingua incontra il mio clitoride, inarco la schiena e gemo.

Lui alza la testa e mi osserva soddisfatto, poi si fionda nuovamente tra le mie gambe. Penso che mi divorerà in un attimo, invece mi sorprende leccando con una calma quasi esasperante. 
«Julian» mormoro con un gemito a metà tra l'impaziente e l'estasi. Al suono del suo nome, aumenta il ritmo e inizia a succhiare, facendomi tremare le gambe. Julian le afferra e le tiene ferme, mentre mi provoca piacere.

Adesso mi sta scopando con la lingua e io non posso fare a meno di abbandonarmi al suo tocco. Quando mi penetra con due dita e inizia a muoverle, devo mordermi il labbro per attutire il grido. Comincio a muovere il bacino alla ricerca di attrito, ma Julian allunga una mano e mi afferra un seno, tenendomi bloccata sul letto mentre si dà da fare.