Mio piccolo fiore roseo

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Lorenzo's pov
Dopo aver letto la lettera di Lavinia il mio cuore si è spezzato,ed io d'altro campo non ero in grado di proferire parola,i giorni sono passati velocemente,ed ho cercato di ignorare qualsiasi sguardo umano,ho passato questa settimana recluso quasi sempre in banca e nel mio studio,cercando di non farmi vedere a pezzi se non dai miei famigliari.
Sandro mi aveva dato un'idea,di cui non ero sicuro,mi aveva proposto di recitare una delle mie poesie,dei miei versi,che scrivevo nel tempo libero su un vecchio quaderno,che poi cercavo di nascondere nella mia immensa libreria,tra un libro di Ovidio ed uno di Virgilio.In questo modo,secondo Sandro,avrei incuriosito tutti i cittadini che passeggiavano per la nostra Firenze e avrei potuto urlare il mio amore per Lavinia ad alta voce.
Oggi è lunedì,
un giorno particolare,
il giorno che segue la domenica,il dì di festa,
un giorno in cui preferirei restarmene nelle mie stanze,
evitando di affrontare i miei problemi ma,purtroppo,quando ti ritrovi ad essere il futuro signore di Firenze questi piani devono essere archiviati,bisogna far prevalere il decoroso ruolo di perfetto cittadino.
Così mi alzai dal letto,
mi vestii e mi recai al piano inferiore,dove Giuliano,già pronto,mi aspettava,mi accolse dicendomi:
-Buongiorno fratello,finalmente ritorni a vedere la luce del sole!-
-Giuliano,non scherzare,ti prego-dissi rispondendogli e posandomi una mano tra i capelli ancora assonnato.
-Allora,hai pensato alla proposta di Sandro?-mi disse dandomi una pacca sulla spalla.
-Certo,ci ho pensato,ed ho deciso che lo farò,io la amo Giuliano,e se il prezzo da pagare è urlare il mio amore per Lavinia a tutta Firenze,lo farò,forse,seppur velatamente,anche Jacopo lo capirà e ci lascerà amare liberamente-gli dissi sorridendogli,seppur ancora incerto della mia scelta,avevo deciso di provarci,e di dar ascolto per una volta a Sandro,di solito era tutto il contrario:erano Giuliano e Sandro a venire da me per un buon consiglio,mentre adesso la situazione si era ribaltata.
-Sono contento tu abbia preso questa decisione Lorenzo,non posso darti certezze,non so se ciò porterà a qualcosa ma so che seguire il proprio cuore in questi casi è la miglior scelta da farsi-mi rispose abbracciandomi calorosamente.
Così uscimmo insieme e ci recammo presso la piazza centrale di Firenze,dove Sandro aveva la sua bottega,le cui porte erano già aperte il che significava che poteva essere già a lavoro,così entrammo.
-Buongiorno Sandro-dissi io seguito da Giuliano.
-Buongiorno Sandro-disse Giuliano imitandomi e rubando una mela rossa dal cesto di frutta che Sandro dipingeva su una delle sue magnifiche tele.
-Buongiorno amici miei,quale buon vento vi porta qui?-ci chiese poggiando i pennelli sulla tavolozza e venendoci incontro.
-Sandro,volevo comunicarti che ho deciso di seguire il tuo consiglio-mi affrettai a dire tutto d'un fiato
-Lorenzo,amico mio,è la miglior scelta che potessi fare,con la tua eloquenza mista alla tua dialettica incanterai tutto il paese e non sono la tua Lavinia-disse dandomi una pacca sulla spalla.
-Voi credete,che possa farlo anche in questo momento?Non vi sembra l'ora migliore?-chiesi loro.
-lo pensiamo anche noi!-risposero all'unisono
-Cosa racconterai?-mi chiese mio fratello
-Ho deciso di raccontare un testo non scritto da me in prima persona ma estratto dal capolavoro del grande Boccaccio:Il Decameron,una novella appartenente alla quarta giornata,quella degli amori tragici,una delle più belle e famose:quella di Tancredi e Ghismunda-dissi loro con un velo di imbarazzo sul volto,non avevo mai fatto qualcosa di simile per una donna.
-Vai Lorenzo,noi saremo con te,siamo fieri di te-mi dissero,e così tutti e tre uscimmo dalla piccola bottega di Sandro.
Mi posizionai al centro della piazza,feci un bel respiro,e approfittando della presenza di molti passanti che si apprestavano a recarsi al mercato per comprare provviste inizia a raccontare la novella.
-Questa è la storia di un tragico amore,forte ma vinto dal destino,questa è la storia di Guiscardo e Ghismunda,e del loro dolce amore,nato per puro caso,
loro che non hanno potuto amarsi in vita
hanno coronato il loro sogno in morte,
giacendo insieme.-molti passanti udendomi parlare,incuriositi,iniziarono a creare intorno a me un cerchio,così vedendo l'entusiasmo del mio improvvisato pubblico continuai.
-Questa è una delle novelle più belle scritte dal Boccaccio,è tratta dalle novelle della quarta giornata del Decameron che allude agli amori tragici.
Tancredi,principe di Salerno,aveva una figlia Ghismunda,alla quale teneva molto e che non voleva dare in moglie a nessuno.
Un giorno però decise di darla in moglie ad un uomo influente del tempo ma la poverina,ben presto rimase vedova,in quanto il marito morì prematuramente-continuai vedendo il pubblico aumentare e la loro curiosità ampliarsi.
-Ghismunda avendo scoperto il potere dell'amore avrebbe voluto ritrovarsi un marito ma il padre non voleva dividerla con nessuno,così la donna,ancora giovane e bella,decise di trovare un uomo con cui condividere il resto della sua vita da sola.
Lo cercó ovunque,fin quando non trovò l'uomo perfetto che viveva proprio a corte,lavorava al servizio del padre,il giovane Guiscardo.La donna decise di mandargli un bigliettino,proponendo lui di incontrarsi di nascosto nelle sue stanze,spiegando all'uomo dell'esistenza di un nascondiglio mediante il quale arrivare da lei senza essere visto-stavo iniziando a rilassarmi,mentre col cuore in mano condividevo questa novella con il popolo fiorentino,quando vidi Giuliano e Sandro farmi cenno di girarmi a destra,dove scorsi la figura della mia bella Lavinia,accompagnata da Francesco e Guglielmo.Aveva un viso pallido e addolorato ma appena mi scorse,e notó che anche io la stavo guardando mi riservó un piccolo e dolce sorriso.Chiese gentilmente ai suoi fratelli di poter restare,e loro l' accontentarono rimanendo  al suo fianco.Cosi avendo difronte la donna per cui mi batte fortemente il cuore continuai a narrare quella storia con maggiore sicurezza.
-Quando Guiscardo ricevette quel biglietto,non esitò un secondo a recarsi dalla donna,e i due passarono assieme molto tempo che servì loro per scoprirsi e conoscersi,e di lì a poco iniziarono una relazione segreta.
Fin quando un giorno,i due ragazzi furono scoperti da Tancredi durante un loro usuale incontro,l'uomo infuriato fece imprigionare Guiscardo e inizió a prendersela con Ghismunda,fin quando lei non decise di affrontare il padre facendo valere i propri diritti,ma tutto ciò fu vano.
Tancredi fece ammazzare Guiscardo,e fece togliere lui il cuore,ordinò di metterlo in una coppa d'oro che personalmente portò alla figlia.
Ghismunda,addolorata disse al padre che il cuore del suo amato meritava di trovarsi nell'oro,perché era nobile proprio come la sua persona,e lacrimando inizió a versare nella coppa del veleno che bevve.
In punto di morte si adagiò sul letto,portandosi al cuore la coppa d'oro contenente il cuore del suo amato.
Prima di morire chiese al padre di seppellirla con Guiscardo,perché non avendo potuto viversi in vita avrebbero voluto farlo in morte.
Il padre pentendosi di non aver ascoltato la figlia in vita,cercó di renderla felice in morte e fece seppellire i due amanti assieme-il popolo,con un boato,inizió ad applaudirmi con entusiasmo,qualcuno si era emozionato e quel qualcuno era proprio la mia Lavinia,con una mano tentava di eliminare le lacrime che dolci le cadevano sul volto,per non farsi vedere.Giuliano e Sandro,poco distanti da me,mi incitarono a continuare,approfittando del fatto che Lavinia fosse lì.
-Ecco,
mio piccolo fiore roseo,
vorrei che per noi ci fosse un finale diverso,
vorrei che potessimo viverci in vita
per poi abbandonarci,in futuro,alla morte assieme.
Tu vorresti?
Vorrei essere il tuo Guiscardo e vorrei che tu fossi la mia Ghismunda,
vorrei riscrivere quella novella e darle un finale più felice:il nostro.
Io ti aspetto,
ma tu promettimi che tornerai. -Così terminai il mio racconto,e tra applausi e fischi,vidi Lavinia allontanarsi dal posto in cui era poco prima,seguiva i suoi fratelli,mentre camminava mi disse:
-Riscriviamo quella novella,
ti prometto che il nostro non sarà un finale tragico ma felice-
Poi si allontanó del tutto e la sua figura si perse tra la folla.
Ma sul mio volto si formò un sorriso,
il mio piccolo fiore aveva captato a pieno quella storia,
e mi aveva promesso che per noi ci sarebbe stato un futuro migliore,
mi aveva promesso,che in un modo o in un altro,ci sarebbe stato un noi.
Così con gli occhi ancora sognanti,rientrai nella bottega di Sandro,richiusi la porta alle mie spalle e abbracciai mio fratello e il mio più caro amico,felice di essermi messo a nudo e di essere arrivato dritto al cuore di Lavinia,
la mia Lavinia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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Amandoti||Lorenzo De Medici||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora