CAPITOLO 11 - Evan

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Respira, Evan, è facile. Devi solo respirare e restare calmo. Respirare e restare calmo.

Cazzo, non posso farcela.

Emily mi si siede sopra a cavalcioni e inizia a baciarmi lentamente la guancia sinistra, per poi passare a quella destra. E il mio amico lì sotto si sente subito chiamato in causa. Il fatto che Emily indossi solo un costumino azzurro striminzito, poi, non aiuta per niente. Quei due pezzetti di stoffa lasciano ben poco all'immaginazione. E figuriamoci se poi conosci già quello che c'è sotto... Porca miseria.

Butto indietro la testa, il pomo d'Adamo che sale e scende rapido. Merda. E adesso come faccio a resistere? Non voglio saltarle addosso come un pervertito e non voglio che pensi che l'abbia portata qui solo per scopare. Non ci volevo nemmeno venire a questo stupido campeggio, ma poi Emily ha accettato di accompagnarmi e mezz'ora dopo ero già incollato allo schermo del PC per organizzare qualcosa di carino da fare con lei - che non comprendesse l'utilizzo del mio pisello -.

Ma a quanto pare quello stronzo traditore non ha intenzione di collaborare.

E collabora, cazzo.

«Piccola.» La interrompo, afferrandole i polsi per bloccare le sue mani fameliche, che hanno già fatto fin troppi danni. «Che ne dici di farci un altro bagno?» Devo assolutamente mettere in ammollo il mio cazzo nell'acqua gelida prima che sia troppo tardi.

«Preferisco restare qui...» Mormora lei sul mio collo, prima di leccarmelo.

Porta puttana.
Sì, me lo sta proprio leccando.

Trattengo un ringhio pieno di frustrazione.
Così non mi aiuta, quella pestifera. Sa esattamente qual è la mia parte più sensibile e ora me la sta sfiorando con la lingua, facendomi drizzare i peli dietro la nuca, e anche qualcos'altro.

Respira e resta calmo. Respira e resta calmo.

Ma poi arriva la fine...

Emily inizia a strusciarsi su di me e io raggiungo il mio limite massimo di autocontrollo.

«Em, piccola, che ne dici di raggiungere gli altri e fare un giro in canoa?» Propongo, in preda al panico.

«Oh...» Emily si stacca da me con una tale rapidità che quasi cade all'indietro, e va a sedersi molto, molto distante. «Uhm, sì, certo, andiamo.» Risponde in modo quasi robotico. «Allora... mi vesto.» Dice infine.

Annuisco in maniera malferma e mi alzo in piedi per recuperare i vestiti di entrambi, l'uccello più duro del sasso su cui ero seduto. Non so a cosa ho appena rinunciato, magari voleva solo restare lì a baciarmi per un po', ma so a cosa non voglio rinunciare, e ho intenzione di rendere questo fine settimana indimenticabile. Voglio passare del tempo con lei e mostrarle che posso essere anch'io quello giusto. Che sono in grado di fare tutte le robe che fanno i fidanzatini, anche se non ho la più pallida idea di cosa facciano esattamente, ma con lei ci voglio provare.

Raggiungiamo il campeggio in totale silenzio. Emily sembra imbarazzata e io inizio a chiedermi se non ho fatto una cazzata madornale. Non ho esperienza in queste cose. Forse avrei dovuto chiamare Miles e chiedere consiglio a lui. Okay, no. Di sicuro mi avrebbe fatto fare solo cose stupide.

Il rumore di schiamazzi mi riporta allo scenario attuale. Alcuni dei ragazzi stanno giocando a frisbee, immersi nell'acqua fino alla vita. Le ragazze prendono il sole, sdraiate sui loro asciugamani, mentre alcune coppiette fanno il bagno un po' in disparte.

«Ehi, bello!» Grida Dylan, mentre afferra il frisbee al volo. «Ti unisci a noi?»

Scuoto il capo e prendo Emily per mano. La sento sussultare, ma si rilassa subito dopo. «Noi facciamo il bagno!» Grido in risposta. E la trascino con me verso l'acqua, consapevole degli sguardi curiosi puntanti su di noi.

PIANETA ERRANTE - CONQUISTA DI UNA STELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora