CAPITOLO 13 - Evan

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Emily si toglie i vestiti come le ho chiesto di fare e rimane con addosso soltanto la biancheria intima. Ciò che indossa è molto semplice, eppure a me sembra bellissima anche così. Le mutandine sono dello stesso colore del suo bel culetto, che ora si sta sistemando a poca distanza dal mio bacino, e il seno è coperto da un bustino color carne.

«Quanto mi piaci, Em.» Confesso a bassa voce, passandole un braccio attorno alla vita per premerle la schiena contro il mio petto e sentire il suo calore.

Lei mi guarda da sopra la spalla, imbarazzata. Come se davvero avesse qualcosa di cui vergognarsi.

No, amore, sei bellissima.

«Non credevo che l'avrei mai detto, ma sono felice che la squadra non sia passata agli ottavi, così posso starmene qui con te.»

La mia ragazza sorride. Mi piace chiamarla così nella mia testa, almeno lì posso farlo.

Avvicino il viso alla sua guancia arrossata dal sole e mormoro con voce arrochita: «Ti avverto, Em... sto per baciarti. Quindi non provare a fermarmi.»

Lei, in risposta, volta il viso verso il mio, dandomi conferma che non ha alcuna intenzione di fare obiezioni.

Nell'intimità della nostra tendina, iniziamo ad accarezzarci e a baciarci in modo lento, tastandoci e assaporandoci con calma, finché la temperatura non aumenta e così anche la nostra voglia di spingerci oltre, che ci porta ad agire con più foga, le nostre mani che viaggiano da sole, esplorando ogni centimetro di pelle nuda dell'altro. E alla fine mi ritrovo con la mano nelle sue mutandine.
Sussulto quando sento quel liquido caldo colare tra le sue cosce. E questo aumenta l'erezione che mi ritrovo nei boxer da... praticamente da tutto il giorno!

«Cristo, sei così liscia e bagnata.» Gemo, in preda all'eccitazione.

Lei si limita a mugolare, spingendosi verso la mia mano.

Aggancio i bordi delle sue mutande con le dita. «Queste via.» Sentenzio, e gliele sfilo senza troppi complimenti.

Di nuovo, Emily risponde emettendo solo dei piccoli gemiti scoordinati, che scatenano una valanga di pensieri sconci nella mia testa.
Voglio farle di tutto dentro questa minuscola tenda.

Le infilo la lingua in bocca e la bacio in modo osceno, prima di ritirarmi giusto per farle sapere i miei piani.

«Ho intenzione di fare un sacco di porcate con te, questa notte.»

Alle mie parole, i suoi occhi prendono a scintillare di desiderio. Si morde il labbro e resta a fissarmi.

Incurvo un angolo della bocca e le scocco un occhiolino. «Allora, Lolita, fai la porcellina con me, stanotte?»

Osservo la sua bocca piegarsi in un timido sorriso e le guance colorarsi di rosso. Sembra imbarazzata, eppure mi risponde lo stesso.

«Solo perché tu sei un bel porcellino.»

Scoppio inevitabilmente in una risata.
La adoro. Amo questa cosa tra noi. Non ci limitiamo solo a scopre e basta. Siamo così connessi da ritrovarci a ridere anche durante l'intimità.
Non mi era mai successo.
Mi piace da impazzire.

«Vieni qui, maialina.» Le dico, con il sorriso sulle labbra, prima di riprendere a baciarla.

Scivolo con la mano sul suo ventre nudo, arrestandomi una volta raggiunta la sua parte più sensibile.
Mi bagno dei suoi umori e prendo a stuzzicarla sfiorandole il clitoride, che subito la fa sussultare. Assaporo i suoi ansiti sommessi, continuando a massaggiarle il bocciolo gonfio con delicati movimenti circolari, finché non resisto più e la penetro con due dita.
Emily emette un gemito acuto, coprendosi subito dopo la bocca con la mano, impanicata.

PIANETA ERRANTE - CONQUISTA DI UNA STELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora