Resto ferma ai pedi del letto di Evan e lo osservo in silenzio, mentre lui fa lo stesso con me, seduto sulla sua trapunta blu di cui ancora ricordo la morbidezza.
Ho i nervi a fior di pelle e un groviglio di parole dentro la testa che vorrei tirare fuori.
Non mi sono preparata un discorso, dato che mi sono precipitata qui senza riflettere, e adesso sono nel panico. Non smetto di torturarmi le mani, che tra l'altro è un primo passo verso la strada della disintossicazione dalla mia mania di mangiucchiarmi le labbra. Perché sento che è arrivato il momento di cambiare.
Oggi, per la prima volta, ho deciso di sfidare quella vocina nella mia testa che mi sussurra sempre cosa fare.
«Emily?»
Alzo lo sguardo e mi ritrovo Evan davanti. Neanche mi ero accorta che si fosse alzato.
Non penso a niente. Mi scaravento su di lui e lo abbraccio.
Evan, preso alla sprovvista, impiega qualche secondo prima di avvolgermi le braccia intorno alla schiena.
Non ce la faccio più a fingere.
Voglio poter ammirare le sfumature grigio-azzurre delle sue iridi alla luce del sole. Infilare le dita nei suoi ciuffi spettinati ogni volta che mi va. E baciarlo davanti a tutti e tenerlo per mano ad ogni occasione.
Indossa i suoi soliti jeans sbiaditi e una felpa rossa con il cappuccio. È un ragazzo semplice, eppure, si distingue da tutti gli altri per come è in grado di farmi battere forte il cuore. Ci riesce anche quando è lontano, proprio come ha descritto tempo fa il nonno quando gli ho chiesto come si fa a riconoscere il vero amore.
Ora che sono tra le sue braccia, avverto il suo profumo di menta e mandarino che adoro e che vorrei avere addosso tutti i giorni.
«Piccola, va tutto bene?» Mormora a bassa voce, con un pizzico di esitazione, mentre ancora mi stringe tra le sue braccia.
Forse ha paura di sapere.
E io vorrei rispondergli, ma non riesco a parlare, così stringo più forte le braccia intorno alla sua schiena.
«Em, parliamo un attimo?» Insiste ancora, impensierito.
Annuisco sul suo petto, faticando a staccarmi da lui.
Abbandono quella nicchia di conforto e torno a guardarlo, gli occhi che vacillano, scontrandosi con i suoi, colmi di confusione. E paura.
Sposto brevemente lo sguardo sulle lenzuola sfatte e ripenso ai momenti belli che ho passato sdraiata lì con lui.
«Em...» Avverto la mano di Evan posarsi sulla mia guancia e farmi voltare di nuovo verso di lui. «Stai bene?» Mi domanda, ora preoccupato.
Annuisco e subito dopo scuoto il capo, gli occhi che mi si fanno lucidi.
Evan fa un passo verso di me e mi stringe di nuovo al suo petto.
«Va tutto bene, Emily.» Mi dice, mentre mi carezza la schiena. Poi mi dà un bacio sui capelli e io stringo di nuovo le mie braccia intorno alla sua vita.
«Voglio stare con te.» Farfuglio d'un fiato.
Evan fa un balzo indietro, senza però rompere l'abbraccio, e mi guarda scombussolato.
«Cosa?»
Mi arrendo finalmente davanti ai suoi occhi pieni di speranza e gli sorrido.
«Dici... dici sul serio?» Domanda con voce tremante, quasi alla ricerca di un'ulteriore conferma.
Annuisco piano. Ho provato con tutte le forze a respingere l'amore che provo per lui, ma non voglio più farlo.
«Domani andrò a parlare con mio nonno. So che gli darò un grande dispiacere e che probabilmente la mia famiglia non mi vorrà più vedere, ma non so che altro fare, Evan. Io...» Deglutisco.
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PIANETA ERRANTE - CONQUISTA DI UNA STELLA
Storie d'amoreEvan - La guardo e tutto ciò a cui riesco a pensare è quanto sia perfetta. Stringo le mani e cerco di trattenere l'emozione, ma non vi dico quant'è difficile. In pochi secondi mi passa davanti la nostra storia: incasinata, forse un po' sbagliata...