CAPITOLO 21 - Emily

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Resto ferma ai pedi del letto di Evan e lo osservo in silenzio, mentre lui fa lo stesso con me, seduto sulla sua trapunta blu di cui ancora ricordo la morbidezza.

Ho i nervi a fior di pelle e un groviglio di parole dentro la testa che vorrei tirare fuori.

Non mi sono preparata un discorso, dato che mi sono precipitata qui senza riflettere, e adesso sono nel panico. Non smetto di torturarmi le mani, che tra l'altro è un primo passo verso la strada della disintossicazione dalla mia mania di mangiucchiarmi le labbra. Perché sento che è arrivato il momento di cambiare.

Oggi, per la prima volta, ho deciso di sfidare quella vocina nella mia testa che mi sussurra sempre cosa fare.

«Emily?»

Alzo lo sguardo e mi ritrovo Evan davanti. Neanche mi ero accorta che si fosse alzato.

Non penso a niente. Mi scaravento su di lui e lo abbraccio.

Evan, preso alla sprovvista, impiega qualche secondo prima di avvolgermi le braccia intorno alla schiena.

Non ce la faccio più a fingere.

Voglio poter ammirare le sfumature grigio-azzurre delle sue iridi alla luce del sole. Infilare le dita nei suoi ciuffi spettinati ogni volta che mi va. E baciarlo davanti a tutti e tenerlo per mano ad ogni occasione.

Indossa i suoi soliti jeans sbiaditi e una felpa rossa con il cappuccio. È un ragazzo semplice, eppure, si distingue da tutti gli altri per come è in grado di farmi battere forte il cuore. Ci riesce anche quando è lontano, proprio come ha descritto tempo fa il nonno quando gli ho chiesto come si fa a riconoscere il vero amore.

Ora che sono tra le sue braccia, avverto il suo profumo di menta e mandarino che adoro e che vorrei avere addosso tutti i giorni.

«Piccola, va tutto bene?» Mormora a bassa voce, con un pizzico di esitazione, mentre ancora mi stringe tra le sue braccia.

Forse ha paura di sapere.

E io vorrei rispondergli, ma non riesco a parlare, così stringo più forte le braccia intorno alla sua schiena.

«Em, parliamo un attimo?» Insiste ancora, impensierito.

Annuisco sul suo petto, faticando a staccarmi da lui.

Abbandono quella nicchia di conforto e torno a guardarlo, gli occhi che vacillano, scontrandosi con i suoi, colmi di confusione. E paura.

Sposto brevemente lo sguardo sulle lenzuola sfatte e ripenso ai momenti belli che ho passato sdraiata lì con lui.

«Em...» Avverto la mano di Evan posarsi sulla mia guancia e farmi voltare di nuovo verso di lui. «Stai bene?» Mi domanda, ora preoccupato.

Annuisco e subito dopo scuoto il capo, gli occhi che mi si fanno lucidi.

Evan fa un passo verso di me e mi stringe di nuovo al suo petto.

«Va tutto bene, Emily.» Mi dice, mentre mi carezza la schiena. Poi mi dà un bacio sui capelli e io stringo di nuovo le mie braccia intorno alla sua vita.

«Voglio stare con te.» Farfuglio d'un fiato.

Evan fa un balzo indietro, senza però rompere l'abbraccio, e mi guarda scombussolato.

«Cosa?»

Mi arrendo finalmente davanti ai suoi occhi pieni di speranza e gli sorrido.

«Dici... dici sul serio?» Domanda con voce tremante, quasi alla ricerca di un'ulteriore conferma.

Annuisco piano. Ho provato con tutte le forze a respingere l'amore che provo per lui, ma non voglio più farlo.

«Domani andrò a parlare con mio nonno. So che gli darò un grande dispiacere e che probabilmente la mia famiglia non mi vorrà più vedere, ma non so che altro fare, Evan. Io...» Deglutisco.

PIANETA ERRANTE - CONQUISTA DI UNA STELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora