CAPITOLO 17 - Emily

36 3 0
                                    

Sono a casa "malata" da ormai tre giorni.

In realtà, non avevo le forze mentali per tornare a scuola.

I miei si sono bevuti la storia dell'influenza intestinale e non si sono più fatti vedere, troppo presi dal lavoro, come al solito.

Mentre Brad... Be', lui ha rispettato il mio volere.

Lunedì sera, dopo aver terminato le lezioni, è venuto da me e abbiamo parlato. Non gli ho confessato di Evan, ma ho detto lui di avere dei dubbi riguardo al matrimonio. E su noi due.

All'inizio, non l'ha presa bene - non che non me lo aspettassi - ma alla fine si è arreso.

Mi ha pregato, o meglio, supplicato, di prendermi qualche altro giorno per pensarci, prima di prendere una decisione definitiva.

L'ho accontentato, ma la verità è che, io, una decisione, l'ho presa tanto tempo fa. Più precisamente, un freddo sabato sera di gennaio, fuori da un locale, quando ho deciso di baciare uno sconosciuto. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio che non sapevo avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

Ora vorrei solo dirlo al nonno, ma non mi è permesso di vederlo.

Papà si è infuriato tantissimo quando ha saputo che sono piombata da lui senza permesso e l'ho costretto ad ascoltarmi, anche se non sa riguardo a cosa.

"Costretto."

Come se l'avessi obbligato a farlo... So che il nonno era felice di vedermi, e credo che mio padre abbia solo riversato su di me la sua frustrazione in un attimo di debolezza. Perché l'idea che suo padre stia peggiorando lo distrugge, proprio come sta distruggendo me.

È difficile accettarlo, ma ancor di più lo è vederlo.
Guardare con i propri occhi quell'uomo impavido e vigoroso appassire lentamente, giorno dopo giorno, nel suo letto, il corpo raggrinzire e gli occhi spegnersi, fino ad esaurire la scintilla, è logorante. Come se la morte lo stesse accarezzando e cullando tra le sue braccia, prima di prenderselo.

Ad acuire la cosa, Evan, che non risponde ai miei messaggi da lunedì.

Ho combinato un casino, lo so. E se potessi tornare indietro, farei tutto in modo diverso. Ma ormai indietro non si torna, quindi devo pensare a come andare avanti.

So che Evan ha bisogno di sbollire, ormai un po' lo conosco. Solo, questa volta ho davvero paura di aver superato il limite. Vorrei raccontargli tutto e ammetto di aver pensato più volte di precipitarmi alla sua porta e implorare perdono, ma so che la cosa giusta da fare è aspettare che sia lui a volermi ascoltare. Non posso costringerlo se lui non è pronto a farlo.

Questa mi sembrava la prerogativa giusta, tre giorni fa, poi il tempo ha iniziato a scorrere inesorabile e il suo silenzio diventare sempre più insostenibile. E ora, a distanza di ottanta e passa ore, ho davvero paura che lui abbia messo la parola fine alla nostra storia.

Fine.

A quel pensiero, il mio cervello inizia a produrre scenari intollerabili, che mi accartocciano lo stomaco.

E se avesse cercato conforto tra le braccia di un'altra?

E se fosse tornato da Vivian?

E se lei fosse nel suo letto proprio ora? Magari con indosso una sua maglietta, mentre contamina le lenzuola con il suo profumo.

Un altro pensiero quasi mi stordisce.

E se lui le avesse permesso di fare la doccia nel suo appartamento, dandole un asciugamano pulito e lasciandole usare il suo maledettissimo shampoo alla menta e mandarino?

PIANETA ERRANTE - CONQUISTA DI UNA STELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora