CAPITOLO 14 - Emily

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Mi risveglio il mattino dopo tutta dolorante. Mi fanno male muscoli che neanche sapevo di avere.

«Mmh...» Un mormorio basso mi solletica la nuca, mentre un grande braccio mi avvolge l'addome. «Piccola, sei sveglia?» Mi chiede il ragazzo alle mie spalle con voce roca.

«Più o meno.» Rispondo, assonnata, mentre tento di ricordare quante volte l'abbiamo fatto ieri notte. Dal dolore che sento ovunque, immagino parecchie.

Evan mi stringe più forte, premendomi contro il suo petto caldo, e quando mi sistemo meglio tra le sue braccia, vengo travolta da un fremito. Cavolo, siamo entrambi ancora nudi. Sento la sua erezione mattutina premere fra le mie natiche.

«Evan...» Mormoro nell'attimo in cui mi accorgo che me la sta sfregando addosso. «C-che fai?»

Lui ridacchia. «Approfitto del fatto che sei già nuda.» Mi lascia una scia di baci infuocati lungo il collo, che scende come una miccia ed esplode nel mio basso ventre.

Okay, non so davvero che mi prende. Voglio dire, è normale avere ancora tutta questa voglia dopo essere stata strapazzata per tutta la notte?

Inizio ad ondeggiare al suo ritmo, premendo il sedere contro il suo bacino, ed Evan lo prende come un invito a continuare.

«La mia piccola non ne ha avuto abbastanza, la scorsa notte?» Sussurra al mio orecchio, prima di leccarmi la parte sensibile sotto di esso.

Mi esce un gemito eccitato.

Evan mi mordicchia il lobo e poi mi fa voltare in un'unica mossa. In un secondo mi ritrovo sulla schiena, lui che incombe su di me. «Lascia che ti dia il buongiorno come si deve, Lolita.» Esala sulla mia pelle arroventata, mentre mi posa un bacio dopo l'altro, dapprima sul collo, poi sul seno, proseguendo sempre più giù lungo il ventre, arrestandosi sul mio monte di venere. «Meravigliosa.» Commenta, prendendosi un attimo per ammirare la mia parte più intima. Dovrei sentirmi a disagio, completamente esposta alla sua mercè. E invece, con lui mi sento al sicuro, vogliosa di sperimentare e lasciarmi andare.

Evan mi afferra per le caviglie, portandosele sopra le spalle, e mi fa divaricare le gambe.

Infilo le mani tra i suoi capelli scompigliati dal sonno e mi abbandono al piacere, mentre lui inizia a leccarmi piano, cosa che mi fa subito incarcare la schiena. Appiattisce la lingua e la fa scivolare su e giù con estrema lentezza, mentre un formicolio irrefrenabile mi invade da capo a piedi. Si arresta poco dopo e, con la punta della lingua, inizia a vezzeggiarmi il clitoride.

«Ohhh, Dio... Mmio Dioo.» Mugolo tra un gemito e l'altro. Fatico a tenere fermo il bacino a causa dell'intensità delle sensazioni che sto provando, così Evan poggia un braccio sul mio ventre e mi blocca di peso. Alza lo sguardo per incrociare il mio e lo trova totalmente annebbiato dal piacere. Eccitato da quella visione, inizia a leccarmi e a succhiarmi a fasi alternate, mandandomi in delirio.
Quando sono ormai certa di non poter godere di più, mi infila due dita dentro e inizia a pompare dentro e fuori ad un ritmo divino, e io vengo scossa da un'ondata di fremiti che mi fa tremare tutta. La vista si scurisce, sostituita da minuscoli puntini di luce che sembrano fuochi d'artificio lontani, e un verso acuto mi esce dalla gola senza che io lo possa controllare.

Posso svegliarmi così ogni mattina?

Riprendo fiato. Evan si sposta di nuovo sopra di me, appoggiando gli avambracci ai lati del mio viso.

«Buongiorno, tesoro.» Sorride, soddisfatto del suo operato. E, be', ne ha tutti i diritti, cacchio.

«Suonerebbe tanto depravato se ti dicessi che vorrei essere svegliata così ogni mattina?» Sussurro con la voce intrisa dall'imbarazzo, mentre la mia intimità pulsa ancora.

PIANETA ERRANTE - CONQUISTA DI UNA STELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora