𝗦𝗮𝗻 𝗦𝗶𝗿𝗼: 𝗩𝗮𝗹𝗲 𝗣𝗮𝗶𝗻

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"𝗹𝗼𝗼𝗸 𝗹𝗶𝗸𝗲 𝗮𝗻 𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹"

L' ospedale era un luogo dove ero cresciuta.
Ne ero ormai terrorizzata.
Troppi ricordi oscuri.
A mia madre avevano diagnosticato un cancro e quindi passavo intere settimane lì con lei, accanto alla sua sedia, sperando ogni giorno stesse meglio.
Uscivo solo per andare a scuola, e per custodire casa.
In quel periodo conobbi Valerio, era uno dei miei vicini di casa, insieme a tutti gli altri miei amici, anche loro miei vicini.
Ci incontrammo la prima volta per caso, io uscivo da casa mentre lui andava verso il suo appartamento, era giorno, stavo andando in ospedale per l' ennesima volta in tutta la giornata e sbattei la spalla contro la sua. Ricordo che i nostri sguardi si incontrano e lui disse un flebile "ciao" per poi continuare la sua strada.
Successe anche altre volte e poi iniziai a pensare lo facesse apposta.
Una sera uscì con i miei amici, finalmente dopo tanto tempo, e dopo le tante preghiere di mamma per farlo.
Me lo presentarono e sin da subito entrammo in sintonia, iniziando a vederci anche da soli.
Poi mamma peggiorò e io mi staccai da tutti per un bel periodo di tempo, nello stesso tempo mi diplomai e aprì un' attività mia.
Tornai in quartiere dopo un' anno, mamma era morta da due giorni ed io ero distrutta.
Avevo bisogno di loro, che erano lì, pronti a consolarmi, c'era anche lui, che mi guardava felice.
La stessa sera mi scusai, perché infondo ero sparita senza dire nulla a nessuno.
Io e Valerio tornammo come prima, migliori amici, nulla di più, anche se nel tempo avevo capito che lui era diverso, lui mi era piaciuto sin da subito.
Con il tempo ci eravamo avvicinati sempre di più e poi una sera, con la scusa di uscire, mi portò a cena fuori e mi baciò, poi finimmo a casa sua a fare l'amore.
La stessa notte ci mettemo insieme e dopo due anni rimasi incinta

Lo guardai, su quel maledetto lettino bianco, con il camice da paziente, legato a mille fili.
La sua faccia era angelica, come quella di sua figlia, ormai tra le mie braccia.
L' incidente d'auto mi aveva portato alla rottura delle acque e quindi, con una settimana di anticipo, stavo tenendo la nostra piccola tra le braccia.
Iniziai ad alternare lo sguardo tra i due e non potei fare a meno di notare quante cose in comune a essere i due.
Stesso naso, stessi occhi, stesse labbra.
Era una sua copia al femminile

Il dottore entrò in stanza e dopo un' accurato controllo mi guardò

"bhe che dire, Valerio risponde molto bene agli stimoli, credo che presto si sveglierà" sorrise e si congedò

Guardai Valerio e sorrisi con le lacrime agli occhi.
Volevo vederlo felice con sua figlia tra le braccia.
Volevo che nostra figlia conoscesse suo padre, per me non era stato possibile, il mio era morto a due mesi dal parto

Presi la mano di Valerio e cullandomi vidi Angel addormentarsi

Gli occhi si fecero pesanti anche per me e poco dopo mi addormentai anche io

[...]

Mi svegliai sentendo un tocco delicato sulla mano e quando vidi gli occhi di Valerio scrutarmi sorrisi come un'ebete

"amore" parlò con voce rauca

"amore mio, mi hai fatto prendere un sacco di paura" alcune lacrime rigarono il mio volto

"non piangere, adesso sono qui" sorrise

"ho una sorpresa per te" gli mostrai la bambina, che fino a quel momento era stata nascosta tra le mie braccia

Vidi i suoi occhi farsi lucidi e subito mi alzai e la adagiai delicatamente su di lui.
La piccola sorrise e Valerio le porse delicatamente il suo dito, che lei si prestò subito ad afferrare

"è uguale a te" sorrisi

"è una mini me al femminile" sorrise anche lui "mi dispiace non esserci stato"

"Vale non devi neanche dirlo, appena i ragazzi hanno saputo dell' incidente sono venuti, mio cugino è entrato con me" gli accarezzai la guancia lasciandoci sopra un bacio

"siamo riusciti nel nostro intento, abbiamo una mini copia di noi, stiamo insieme...ci manca solo la proposta" disse lui ridendo

"già" sorrisi sedendomi vicino a lui

"ti amo Giorgia, non sai quanto" mi baciò

"anche io Vale" dissi con le lacrime agli occhi

"perché piangi?"

"ho temuto di averti perso fin quando non ti ho visto sul lettino, ho pensato al peggio e non volevo che Angel crescesse senza un padre" tirai su con il naso

"ma adesso sono qui, quindi non piangere" mi accarezzò la guancia

"ti amo Valerio, veramente tanto" scoppiai a piangere e subito mi accolse tra le sue braccia

"anche Gio, veramente tanto" mi lasciò alcuni baci tra i capelli, sapeva bene quanto quella cosa mi facesse calmare

In poco il respiro si regolarizzò e tornai ad essere quella di prima

Ormai non potevo chiedere di meglio dalla vita.
Avevo trovato l'uomo della mia vita, ne ero certa.
Avevo una figlia stupenda.
Degli amici che erano come una seconda famiglia.
Una vita regolare.
Nessun problema

Se solo mia madre avesse potuto vedere mia figlia...


𝗢𝗻𝗲 𝗦𝗵𝗼𝘁 - 𝗥𝗮𝗽/𝗧-𝗿𝗮𝗽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora