Capitolo 22🎀

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L'ospedale è uno di quegli ambienti che meno frequenti e più sei fortunato, apparte per chi ci lavora, Jungwon è convinto che gli ospedali siano il luogo più tetro tra tutti, si, molto più dei cimiteri o le camere mortuarie.
Il medico stava guardando la cartella clinica di Y/n, mentre la sfogliava con calma aveva davanti il figlio del presidente, che insisteva nel rimanere ogni singolo momento nella camera d'ospedale dell'agente, che intanto per la prima volta nella sua vita si stava riposando serenamente.
"Signorino Yang..."
Cavolo erano le 8.00 di mattina, ed il ragazzo era già lì, ancora, per la quindicesima volta.
"Si! Allora, mi dica, ha qualche notizia?"
"Ascolti..." disse il medico tirando un sospiro esasperato, "mettiamo da parte le formalità, è inutile che stia qui in ospedale tutto il giorno ad aspettare che si svegli, più volte le infermiere mi hanno riferito che si ferma oltre l'orario di visita, ormai sono passate due settimane, prima o poi la signorina Y/s aprirà gli occhi, ormai è fuori pericolo, non si preoccupi."
Jungwon ci era rimasto abbastanza male, la mattina si svegliava speranzoso che quello fosse il giorno in cui la ragazza avrebbe aperto gli occhi, per poi tornare a casa la sera rendendosi conto che doveva stare da solo, a casa, senza nessuno, ancora. "Voglio solo che al suo risveglio mi trovi lì, accanto a lei." Disse ansioso.
"Siete molto legati, sono sicuro che alla signorina non darà fastidio se si riposa un po' anche lei dopo quello che è successo."
Ormai gli toccava mollare l'osso, anche perché se si fosse presentato ancora una volta davanti alla camera di Y/n al di fuori degli orari per le visite, privilegiato o meno lo avrebbero sicuramente cacciato con la forza.
"Va bene dottore, le credo, ma mi prometta solo che quando si sveglierà...nessuno le dica della morte di Jang Woyoung, per favore."
"Non se ne deve preoccupare, informerò le infermiere e il resto dello staff; ora se non le dispiace ho dei pazienti da visitare, si riguardi signorino Yang, mi raccomando."
E così, affranto, fu costretto a ritornare a casa.
"Grazie, dottore."

~
Finalmente era orario di visita, quindi Jungwon non si fece ripetere due volte, chiamò il nuovo autista e si fece portare in ospedale, questa volta con un piccolo mazzo di fiori fresco, giusto per dare un'aria meno tetra a quella camera.
Il ragazzo finalmente entrò nella stanza, felice anche solo di sapere che Y/n stava riposando, anche se un po' troppo per i suoi gusti, posò il bouquet di fiori sul comò in parte al letto e si sedette vicino alla ragazza, che con il passare delle settimane stava riprendendo colore in viso; non si era mai accorto di quanto l'agente fosse apprensiva nei suoi confronti, di quanto facesse di tutto per cambiare quel carattere orribile con cui il ragazzo era nato, nonostante queste cose non spettassero a lei, come sgridarlo quando lanciava un mozzicone di sigaretta per terra o quando rispondeva male alle inservienti se era di cattivo umore.
Jungwon era sempre stato abituato ad avere il mondo ai suoi piedi, tanto il padre sommerso di lavoro, non lo guardava neanche, i suoi amici che lo seguivano come dei cani ad ogni cosa che faceva, le ragazza che gli andavano dietro non di certo per la sua spiccata ed inesistente intelligenza, ma solo per il bell'aspetto, tutti facevano quello che il ragazzo decideva; tutti tranne Y/n, lei sapeva tenergli testa, sapeva come trattarlo, sapeva come convincerlo, perché infondo Y/n era proprio come lui, solo che lei aveva avuto una seconda possibilità con Yejoon, lui non aveva nessun altro se non lei.
Si sentiva strano nell'ultimo periodo aveva lo stomaco frastornato, non riusciva a comprendere ciò che provava realmente, forse si era preso una cotta per la sua guardia del corpo personale? Forse era solo il suo lato impaurito a parlare, magari aveva semplicemente bisogno di qualcuno che gli desse stabilità, forse invece era semplicemente riconoscente nei confronti della ragazza; non lo sapeva nemmeno lui, però quando ha saputo che dopo l'esplosione lui era rimasto intatto mentre la povera Woyoung non ce l'aveva fatta e Y/n si era ridotta così male per salvarlo, si è sentito estremamente in colpa, come se in un certo senso la morte della sua prima ragazza in qualche modo fosse colpa sua.
Iniziò a piangere, a sfogarsi come solo poteva fare in quel momento, non c'era nessuno che effettivamente potesse comprendere quello che stava succedendo, solo Y/n lo conosceva.
"Y/n...ormai siamo a metà delle vacanze estive, e tu non ti sei ancora svegliata, mi avevi promesso che non stava accadendo nulla di grave e che mi avresti avvisato se avessi avuto qualche problema; invece, come sempre, mi hai- anzi, mi avete tenuto allo scuro di tutto, lo so che non ho il diritto di pretendere che tu mi dica quello che sta succedendo...tu lavori per me e per la mia famiglia, ma passando così tanto tempo assieme, non posso negare che il nostro rapporto non potrà essere solo qualcosa di formale, sarei un bugiardo nel dire che non mi interessi nulla della sua incolumità.
Per me è come se fosse ieri, quando mi hai portato dalla signora Wang, solo in quel momento ho realizzato quanto mi fossi comportato da perfetto idiota, un completo coglione, hai sempre cercato di aiutarmi facendo cose che non rientravano nelle tue mansioni da guardia del corpo, anche se devo ammetterlo..non hai molta pazienza.." rise leggermente, "...e mi urlavi contro dalla mattina alla sera."
Jungwon aveva ufficialmente perso il senno, ma quale momento migliore per raccontare la pura verità con una persona che in quel momento non ti può ascoltare.
"Lo sai...sono sempre stato attratto in qualche modo dalla tua presenza e il tuo carattere, è solo ora mi rendo conto che io non so nulla su di te, voglio sapere chi sono i tuoi genitori, la tua infanzia, come hai fatto a diventare un agente in così giovane età, sono curioso di sapere tutto e di non perdermi neanche un dettaglio, adesso basta dormire, svegliati, per favore."

[ENHYPEN] ~ the spy {jungwon ff}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora