Una giovane agente che opera nei servizi segreti coreani e con poca pazienza si troverà alle prese con il figlio del presidente in persona, Yang Jungwon, a cui piace creare casini e fare screzi al padre e soprattutto alla ragazza che avrà il compito...
Y/n salì in macchina e si sedette al volante. Prima di avviare il motore, fece un lungo respiro. L'adrenalina le correva nelle vene, ma c'era anche un grande senso di colpa. Tutto era successo perché non aveva prestato abbastanza attenzione. Era stata disattenta, e ora Jungwon ne stava pagando le conseguenze. Se solo avesse scoperto prima quel buco nella rete, a quest'ora avrebbe catturato entrambi gli uomini ancora vivi e il ragazzo non sarebbe stato ferito.
Guidò fino all'ospedale e chiese subito della stanza di Jungwon. "È per caso una parente?" le chiese l'infermiera. Y/n tirò fuori il distintivo della NIS. L'infermiera, visibilmente sorpresa, la condusse davanti alla stanza del ragazzo, che aveva appena ripreso conoscenza e stava parlando con il medico.
"Scusate, sto visitando il paziente. Ora non può ricevere visite."
"Mi sa che per stanotte dovrete fare uno strappo alla regola," disse Y/n, mantenendo un tono fermo. "Sono della NIS, il ragazzo è sotto la mia custodia e la situazione è urgente."
"Sto cercando di fare il mio lavoro, e mi sembra che siate un po' troppo giovane per lavorare nell'intelligence."
"Anch'io sto cercando di fare il mio," rispose Y/n, mostrandole nuovamente il distintivo. "Se non mi credete, potete aspettare che arrivino i miei colleghi. Tra poco saranno qui."
"Le credo, signorina, però ho bisogno di parlare con il padre del ragazzo."
"Lo stanno avvisando, tra poco arriverà anche lui," rispose Y/n. "Ora, però, devo parlare da sola con Jungwon. Mi perdoni."
"Come desidera... Signorino Yang, stia tranquillo, non ha ferite gravi, si riprenderà presto, fisicamente parlando. Arrivederci." Il medico fece un'occhiataccia a Y/n, uscendo insieme all'infermiera e lasciando soli i due giovani.
Y/n si avvicinò al lettino di Jungwon, gli prese la mano e cercò di rassicurarlo.
"Scusami," disse lui, in tono incerto. "Perché ti scusi?" rispose Y/n, stringendogli la mano.
"Sono stato uno stupido in queste settimane," sospirò, abbassando lo sguardo. "Solo adesso capisco quanto il tuo lavoro con me sia difficile..." Le sue parole si interruppero per un momento, mentre le lacrime gli bruciavano gli occhi. "Se non ci fossi stata tu... non so cosa sarebbe successo..." La voce gli tremava, ormai vicino a un pianto.
"Adesso non importa cosa sarebbe potuto succedere," rispose Y/n, cercando di fargli capire che non era il momento per rimorsi. "Mi devi raccontare tutto, però. Voglio sapere ogni singolo dettaglio."
"Ero al bar con Wonyoung. Sono andato in bagno, e quei due credo mi abbiano seguito..." Fece fatica a proseguire. "Poi sono svenuto... ricordo solo che uno di loro con una pistola mi picchiava... poi sei arrivata tu... Mi dispiace tanto, Y/n." Jungwon scoppiò a piangere di nuovo, e Y/n si sedette accanto a lui, stringendogli la mano con più forza.
"È tutto finito adesso," disse, cercando di fargli trovare un po' di calma. "E in realtà, sono io che ti devo chiedere scusa. Mi sono distratta un attimo, non ti ho visto più... Mi sono preoccupata tantissimo."
"Eri lì anche tu, al bar?" chiese Jungwon, confuso.
"Un agente non rivela mai i suoi trucchi," rispose Y/n con un sorriso complice, facendogli l'occhiolino per rassicurarlo.
Proprio in quel momento il cellulare di Y/n squillò. "Dimmi, Yoon... Sì, sono qua. Tra quanto? Ok, va bene, ciao."
Appena terminata la chiamata, Y/n guardò Jungwon. "Tuo padre sarà qui tra poco. Io però devo andare ora. Se ti dimettono, chiamami, ti raggiungo a casa."
"Aspetta!" disse lui, afferrandole la mano. "Puoi restare... qua?"
"Mi dispiace, Jungwon, ma devo fare una cosa urgente," rispose Y/n, sollevandosi dal lettino. "Ti terrò a casa da scuola per un po', così ti riprendi con calma. Avvisa la tua ragazza e i tuoi amici... Ah, e per favore, sii discreto, ok? Ciao."
Con un rapido sorriso, Y/n lasciò la stanza, lasciando Jungwon stordito nei suoi pensieri. Non avrebbe mai detto una cosa del genere a Wonyoung. "Puoi rimanere qua..." Si chiedeva, riflettendo sulla ragazza che aveva visto quel giorno. Perché la voleva così tanto? La domanda rimbombava nella sua testa, mentre restava solo tra le sue emozioni confusamente intrecciate.
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