Una giovane agente che opera nei servizi segreti coreani e con poca pazienza si troverà alle prese con il figlio del presidente in persona, Yang Jungwon, a cui piace creare casini e fare screzi al padre e soprattutto alla ragazza che avrà il compito...
Le settimane passarono velocemente e il campionato di rugby stava per iniziare, con le cheerleader al seguito, naturalmente. Y/n, entrata a far parte della squadra, divenne subito una delle ragazze più popolari della scuola. La fermavano nei corridoi, le chiedevano di uscire, gli insegnanti la adoravano. Ma... che noia.
La vita scolastica le sembrava ormai un circolo vizioso: svegliarsi, andare a scuola, allenarsi con le cheerleader, pedinare Jungwon. E il loro rapporto continuava a peggiorare. Non si parlavano più. Probabile che fosse colpa di Wonyoung, che aveva infuso in Jungwon la sua pessima opinione su di lei. Ma, d'altro canto, Y/n doveva ammettere che almeno in classe non combinava più guai. La sua media era finalmente decente, e di certo lo doveva all'influenza di "ragazza perfetta" che Wonyoung le aveva inconsapevolmente trasmesso.
Il tempo sembrava rallentare. Quella sera di inizio ottobre, il figlio del presidente, come al solito, si trovava in giro con la sua "bella", passavano la serata tranquilla, lontani da occhi indiscreti. O almeno così pensavano. Y/n li osservava da lontano, nascosta dietro un tavolino. Aveva mascherato la sua identità con cappello, mascherina e vestiti larghi, cercando di sembrare un uomo. Con la lattina di Coca-Cola tra le mani, si sentiva a disagio. Li guardava, li ascoltava: aveva hackerato il telefono di Jungwon e si era connessa al suo microfono. Non che stessero dicendo chissà cosa di interessante, ma non si sa mai. Chiunque potrebbe dire qualcosa di utile.
Il ragazzo, dopo un po', si alzò e disse che doveva andare in bagno. Y/n lo seguì con lo sguardo. Dopo qualche istante, anche Wonyoung si alzò, ma Jungwon era sparito nel nulla. Y/n, insospettita, decise di agire. Corse fuori dal locale, ma di lui nessuna traccia. Chiese a chiunque fosse nelle vicinanze, ma nessuno sembrava averlo notato. "Come è possibile? È il figlio del presidente!" pensò, esasperata.
Decise di tornare dentro, ma qualcosa non tornava. Guardando dalla finestra, vide Wonyoung spazientita, probabilmente stava iniziando a preoccuparsi. Ma quella sera, per Y/n, i cuori spezzati non erano la priorità. Doveva trovare Jungwon.
Si diresse nel retro del locale, dove sapeva che c'era una rete con un buco, che conduceva ai cantieri vicini. Era un posto sospetto, ma ormai non aveva molte altre opzioni. Entrò nel buco, sentendo subito dei rumori inquietanti. Mugolii, voci distorte, sembravano provenire da una zona buia e nascosta.
Si nascose velocemente dietro una trave. Due uomini stavano parlando davanti a una figura distesa a terra. Era Jungwon. Era malconcio, cercava di alzarsi, ma con poca forza. L'uomo con una pistola lo minacciò, facendolo urlare dal dolore.
"Sei sicuro che sia lui?" chiese l'altro, con tono dubitativo. "Il capo ha detto di sì." rispose l'uomo con la pistola. "Lo spero, perché non sembra più che un ragazzino." "Finisci il lavoro. E se gli dai un altro calcio, credo che ci rimanga secco." L'uomo ghignò.
Improvvisamente, il rumore di un passo attirò la loro attenzione. "Chi va là?" gridò uno degli uomini, mentre l'altro si girava verso di lui. "Ma chi vuoi che ci sia a quest'ora?" rispose l'altro, spazientito. "Vai avanti, finisci questo lavoro e andiamo."
Ma Y/n era più veloce. Con la sua formazione e la sua preparazione, intervenne rapidamente, bloccando gli uomini e immobilizzandoli senza far loro male. In pochi istanti, erano ammanettati, e lei poteva concentrarsi su Jungwon.
Con una mano tremante, Y/n si avvicinò a Jungwon, che giaceva a terra. "Jungwon, per favore, parlami." gli sussurrò, abbracciandolo. "Puoi dirmi qualcosa?"
"Y-Y/n..." balbettò lui, prima di perdere conoscenza di nuovo.
Cinque minuti dopo, arrivarono le forze dell'ordine e l'ambulanza. MinYoon era tra loro. "Y/n, stai bene? Non ti hanno toccata, vero?"
"Sto benissimo," rispose, cercando di tranquillizzarlo. "Jungwon ha avuto la peggio, ma credo che se la caverà."
Il padre di Jungwon si avvicinò al corpo ammanettato. "Chi abbiamo qua?" disse, osservando l'uomo. "Direi che a noi due spetta una bella chiacchierata." Lo rinchiuse nel furgone e, con un gesto, fece partire il convoglio.
Y/n si girò verso MinYoon. "Mi dai le chiavi della macchina? Vado in ospedale da Jungwon, e appena si sveglia, voglio sentire tutto da lui."
"Sì, papà."
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~~~~ 1209🎀 {mio capitolo prefe😩} *NIS sono i servizi segreti