20 - Hsyeh

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TW & CW: scene di sesso esplicite, linguaggio esplicito, descrizioni dettagliate, linguaggio volgare.
VIETATA A I MINORI DI DICIOTTO ANNI

Il sesso è una conversazione fatta con altri mezzi.

- Peter Alexander Ustinov

Dutch Melrose - Hsyeh

Khai

Questa sera ne abbiamo bisogno tutti e due. È il nostro modo per scacciare via il dolore, le preoccupazioni. Lei è come me, nel sesso riversiamo tutto, un modo di comunicare come ci sentiamo attraverso il tocco, attraverso i nostri corpi.

Eppure noi fino ad ora non lo abbiamo mai fatto. E per la prima volta giurerei di sentirmi nervoso, come se non avessi mai scopato prima.

Le mani di Cameron navigano sulla mia camicia, cercando di sbottonarla fino in fondo.

Quando espone la mia pelle al suo sguardo mi sento andare a fuoco.

Vedo il suo petto alzarsi ed abbassarsi irregolare. Non so se è perché è agitata anche lei, o perché è eccitata. O un misto di tutte e due.

Le sue mani vagano su ogni solco, su ogni avvallamento. I miei muscoli sono contratti e non per pavoneggiarmi, ma perché sono veramente teso.

'Diamine, Khai! Sei stato con così tante donne nella tua vita, e ora non sai cosa fare?'

Beh, facile parlare per il Khai donnaiolo. Ma il Khai che è qui ora, ha di fronte quella ragazza dai capelli color miele e due pozze di acqua marina al posto degli occhi che le ha rubato il cuore da quando l'ha vista per la prima volta. Il coraggio che ha avuto nel tirare fuori il suo dolore, la grinta che l'ha trasformata in una pugile di tutto rispetto.

Facile quando all'inizio sei stato determinato a spaventarla per allontanarla, comportandoti in maniera moralmente discutibile. Comportandoti come un ragazzino piuttosto che un quasi quarantenne, solo perché sai che senza di te starebbe meglio. Senza di te non ci sarebbero problemi.

Per lo meno era ciò che credevo fino a quando ho scoperto che vogliono anche lei. E forse, allora, è un bene che si sia avvicinata a me. Che per chissà quale volere ci siamo incontrati in quel bar.

«Khai» pronuncia il mio nome con incertezza, ma al contempo una voce così profonda e carica di desiderio che dimentico ogni cosa a cui stavo pensando «Tutto okay?» mormora spostando le sue mani esili sul retro della nuca.

Mi guarda con quegli occhi accesi da fiamme che danzano ribelli. È preoccupata che io non sia coinvolto?

'Ma che io sia fulminato qui e ora se non sfrutto questa possibilità!'

La possibilità di abbracciarla, di toccarla e di stringerla.

Non rispondo. Non servono le parole quando i nostri corpi sanno comunicare così bene tra di loro.

Le afferro il collo con una mano senza stringere eccessivamente. La avvicino al mio viso e cerco le sue labbra come se davanti a me ci sia il mio snack preferito.

Perché lei lo è. Prima non me ne ero accorto, ma le sue labbra sanno di cioccolato.

«Mh» mugolo sulle sue labbra «Sai di cioccolato» continuo a stuzzicarle le labbra, mordendo con gli incisivi il labbro inferiore.

Ride. Una risata semplice ma così sincera e spensierata a tal punto da farle scuotere le spalle «È il mio burrocacao» bisbiglia.

Questa cosa la fa sembrare ancora più giovane di me di quanto non lo sia già, e all'improvviso mi chiedo se dovrei fermarmi. Insomma sono il suo capo, il suo datore di lavoro. Non dovrei proprio.

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