24 - HONEY (ARE YOU COMING?)

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TW & CW: scene esplicite, scene di sesso, descrizioni dettagliate, linguaggio volgare

"In principio era il sesso... In principio era il verbo... No, in principio era il sesso."

- Antonio Gramsci

HONEY (ARE YOU COMING?) - Måneskin

I nostri sguardi si incrociano attraverso lo specchio. Una scintilla di brio gli accende gli occhi color blu intenso.

La sua mano sinistra rimane salda sul mio fianco, mentre la mano destra afferra la paletta di legno con cui qualche minuto prima ha cosparso le mie ustioni di miele.

«Cam, abbandona le braccia lungo i fianchi» continua con voce profonda.

Deglutisco rumorosamente e come in stato di trance faccio come dice, continuando a guardarlo negli occhi.

«Ora guarda» ordina, così seguo ogni sua mossa.

Mi sfila la maglietta lasciandomi con il reggiseno. Si inginocchia dietro di me per sfilarmi completamente i pantaloni e lasciarmi con le mutandine. Lo sento sospirare per poi tornare a cercare i miei occhi attraverso lo specchio.

«Quali sono i punti che preferivi?» domanda.

«I punti che preferivo?» balbetto. Sono così presa dal momento, concentrata sui battiti del mio cuore in costante aumento che non capisco cosa intenda.

«Dove hai le cicatrici?» riformula.

«Le maggiori sono» deglutisco. Mi vergogno come un cane. Anche se potrebbe averle già viste non voglio sottolineare dove si trovino le peggiori cicatrici che porto.

«Sono?» incita con voce flebile lasciandomi un bacio delicato sull'elice dell'orecchio.

Abbasso lo sguardo a fissarle attraverso il pizzo delle mie mutandine «Qui» pigolo.

Inspira per poi far scendere le sue mani dai miei fianchi ai lembi delle mutandine. Fa passare gli indici al di sotto dell'elastico e le fa scivolare lungo le mie gambe.

Non ce la faccio. Mi volto di scatto verso di lui nascondendo il viso tra le mani. «Se ti mette a disagio possiamo smettere, ma ti posso assicurare che la mia unica intenzione è farti vedere quanto tu sia immensamente bella» dice spostando prontamente le sue mani sulle mie spalle.

«Guardami» ordina.

Sposto le mani dal mio viso. Com'è possibile che io sia così in balia di quest'uomo come un ramoscello che viene cullato e trasportato dalle onde del mare, con lui sono troppo vulnerabile. E questo non mi piace. Ma non posso farne a meno.

«Sai» sospira ponendo due dita sotto al mio mento per portarmi a guardarlo negli occhi «esiste una tecnica giapponese di pulizia di quelle che a chiunque sembrerebbero semplici pietre»

«Mi stai paragonando ad un sasso?» domando alzando un sopracciglio, confusa.

«No» ridacchia «Per i giapponesi, questi oggetti sono molto importanti. Sono fonte di filosofia e forniscono diversi punti di vista sulla vita» ne parla con un tono soave, come se tutto questo gli donasse pace «Uno di questi è l'asimmetria» spiega.

Lentamente mi fa girare di nuovo verso lo specchio continuando la sua narrazione «L'asimmetria, per molti non è associata alla perfezione» lo vedo prelevare un po' della sostanza zuccherina e densa dal barattolo.

«E nessuno di noi è perfetto» la paletta di legno inizia a disegnare gli stessi motivi delle mie cicatrici appena sopra l'inguine.

«Le pietre di cui ti parlo vengono pulite soltanto per essere esposte, ma non vengono in alcun modo alterate. Vengono scelte proprio per la forma che assumono dall'erosione che viene causata dall'acqua e dal tempo» continua slacciandomi il reggiseno. Lo fa cadere a terra ai nostri piedi.

THE ANGELS - un amore eternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora