32 - My Songs Know What You Did In The Dark

38 4 21
                                    

Vendetta, il boccone più dolce che sia mai stato cucinato all'inferno.
- Walter Scott

My Songs Know What You Did In The Dark - Fall Out Boys

Mi incammino verso l'ospedale dove so che avrei trovato ancora tutti. Sul tragitto ho pensato ad ogni forma di vendetta possibile. Chiamare la polizia, farli arrestare, oppure farli radiare dall'albo e diffondere i video alle testate giornalistiche. Rovinarli.

Poi però ho pensato che così sarebbe troppo facile. O troppo difficile. Con i soldi che hanno qualcosa mi dice che molto probabilmente verrebbe archiviato tutto, o addirittura insabbiato. Io invece voglio che viva con il rimorso di aver distrutto anche me. Voglio che veda la mia faccia per l'ultima volta e che se la porti con sé fino alla tomba.

Scendo dall'auto con quella calma apparente che terrorizzerebbe tutti e mi incammino per i corridoi. Le mani mi tremano, non per la paura di ciò che sto per fare, ma tremano per il nervoso, per la rabbia, per aver scoperto che non mi sbagliavo, e che forse ora posso raggiungere mia sorella in pace.

Come mi aspettavo, ritrovo tutti gli Angel Moore al capezzale del fratello, compreso lo zio-papà. Khai sta parlando con Zale, poi però con la coda dell'occhio percepisce la mia presenza. I suoi occhi scorrono su di me prima di avere un impercettibile singulto, che fa salire e scendere il suo pomo d'adamo come una pallina impazzita.

Tutti gli altri seguono lo sguardo di Khai e si girano verso di me. Iulius osserva la cartellina sconcertato prima di inclinare leggermente il capo e stringere le palpebre tra di loro.
Xander sembra ignaro delle reazioni di Aiden e Zale che invece conoscono perfettamente il contenuto di quell'involucro.

Aiden borbotta un «L'avevo detto io» mentre Zale ringhia tra i denti un «Cazzo!».
Entro nella stanza appoggiando tutto quanto ai piedi del letto dopo aver avuto l'accortezza di rimuovere quello che mi serviva e lasciato in macchina.

«Tu lo sapevi» la mia voce è pericolosamente piatta, priva di emozioni.
«Cameron» prova ad intromettersi Aiden.

Volgo l'attenzione verso di lui e lo zittisco con i miei occhi ormai vuoti. In risposta abbassa la testa e se ne torna a rintanarsi nell'angolo della stanza.

«Dottoressa Forbes, quelli erano documenti privati» puntualizza Iulius.

Il ghigno ferale che mi si dipinge sulle labbra la dice tutta sulla furia omicida che sento in questo momento «Ah sì?» sorrido «Documenti privati?» scimmiotto salace.

«Cameron posso spiegare» continua Khai.

«Tu hai perso il diritto di parola nell'esatto momento in cui mi hai mandata via di qui dopo che ti ho salvato la vita» sputo acida «Hai perso il diritto di parola nell'esatto momento in cui mi hai fatta innamorare di te senza mai avermi detto che tu eri in quella sala» le mie mani afferrano la sponda ai piedi del letto, stringendola così tanto da far diventare le nocche bianche.

Queste parole sembrano colpirlo a tal punto da lasciarlo a bocca aperta, ma continuo io. Ora è il mio momento. Ne ha avuto fin troppo per farlo lui, e non ha mai parlato. 

«Tu» pronuncio con odio «Eri in quella sala operatoria» la voce si fa sempre più alta, anche se ormai è tardi e i pazienti sul piano dovrebbero dormire, ma attualmente mi interessa meno di zero «TU» urlo quasi sradicando la plastica dai suoi incastri.

Zale prova a calmarmi ma schivo la sua mano riservandogli lo stesso sguardo che ho lanciato ad Aiden. «Sapevi tutto fin dall'inizio e non c'è mai stata una volta in cui tu abbia avuto il coraggio di dirmi la verità» continuo ad inveire contro di lui che se ne sta sdraiato a letto senza il coraggio di guardarmi in faccia.

THE ANGELS - un amore eternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora