21 - Naive

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TW & CW: linguaggio volgare, scene esplicite, scene di sesso

Alle volte solo il ritmo unisono del sesso e del cuore può creare estasi.

- Anais Nin

Naive - The Kooks

La nottata l'ho passata tra le sue braccia e sono così stanca da non avere energie residue. Non si è mai fermato come se non ne avesse mai abbastanza di me.

Non mi ha permesso di iniziare oggi in ospedale, e non so se sia una buona scelta o semplicemente una grossa, grossissima cazzata.

Ho bisogno di lavorare per distrarmi, per non pensare e per occuparmi anche della cartella perduta di mia sorella.

Mi sono svegliata nel letto da sola. Khai non c'era già più. Sono scesa al piano di sotto con addosso la prima maglietta che ho trovato. Le gambe fanno male, e sono indolenzita ovunque. Mi mordo il labbro inferiore al pensiero di ciò che è successo tra di noi, cercando di non arrossire.

«Xander?» chiamo.

Non risponde.

«Aiden?» alzo la voce un po' di più.

Non risponde nessuno.

«Zale?» domando incerta.

Non risponde ancora nessuno.

Scese le scale decido di aggirarle e di addentrarmi in una parte della casa ancora inesplorata da me.

Mi ritrovo in un salone immenso, con cucina open space. Al centro si trova un tavolo di legno d'acacia lungo forse 3 metri, sul quale si trovano dei candelabri di rame. Le sedie attorno sono di cuoio nero, con borchie ramate che fissano il tessuto alla struttura.

La cucina open space, è divisa dal salone da un'isola che ha una struttura in sassi di fiume bellissima.

Adiacenti ad essa si trovano due divani in pelle circondati da pareti enfatizzate da mosaici che riprendono le pietre di fiume dell'isola. Sono così incantata ad osservare l'ambiente, e il camino a gas non acceso da non accorgermi che nella stanza con me c'è un'altra persona.

«Ti sei persa, Cam?» ridacchia qualcuno dalla cucina.

Quella voce la conosco bene! 'Nour!'

«Oh mio Dio» trillo sul punto di piangere, correndole incontro «Stai bene?» le chiedo con suono ovattato per via della mia bocca schiacciata contro la sua spalla.

«Sto bene» ridacchia cercando di allontanarmi.

Solo ora mi accorgo che la sto stritolando. Allento la presa tenendola per le spalle, ancora incredula dal vederla in piedi.

«Da quando sei sveglia?» squillo, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

«Più o meno da ieri pomeriggio» sorride «Xander mi è stato vicino» ammette timida.

«Oh davvero?» alzo le sopracciglia con fare canzonatorio.

«Sì... anche se...» sospira.

«Che succede?» le chiedo prendendola per mano, per andare a sederci sul divano.

I muscoli delle gambe mi chiedono pietà, e ho davvero bisogno di un momento con Nour, tranquillo.

La casa è silenziosa, indice che non c'è davvero nessuno oltre a noi due. Il pulviscolo si intravede dalla luce che filtra dalle finestre ancora parzialmente oscurate. 'Che ore saranno? Ho bisogno di un caffè' penso.

THE ANGELS - un amore eternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora