34 - Apologize

43 3 39
                                    

C'è una dura legge... quando una ferita ci viene inflitta, non guariamo mai fino a quando non perdoniamo.
- Alan Paton

Apologize - Timbaland ft. One Republic

Khai

La corsa in ospedale sembra infinita, ancora più lunga del viaggio per arrivare all'orfanotrofio. Le ho tenuto la mano per tutto il tempo, non l'ho mai lasciata.

Durante il viaggio ha ripreso coscienza una sola volta, il dolore era così straziante che l'ha fatta crollare di nuovo. Quello era il segno che l'anestesia che le avevano fatto era stata smaltita e potevamo anestetizzare con i nostri medicinali, sicuri che non si sarebbero mischiati con qualunque porcheria le abbiano dato.

Iulius ci aspetta all'ingresso dell'ospedale «Cos'è successo?» domanda.

«Si era consegnata volutamente nelle mani degli Zante» dico io di fretta per seguire la barella all'interno.

La sua mano si posa al centro del mio petto «Dove pensi di andare?» domanda.

«Non posso lasciarla sola» mormoro.

«Lo so, ma nelle condizioni in cui sei ora non le saresti d'aiuto in sala. Lascia che ci pensino gli altri, aspettala in camera» spiega con tono dolce.

«Non posso lasciarla la dentro, non quando - » ed ecco che le parole spariscono di nuovo, sostituite dalle lacrime al sapore di paura.

«Khai, ci sono i tuoi fratelli con lei. Andrà bene» stringe con fare affettuoso la mia spalla.
Annuisco, mi fido dei miei fratelli.

Quattro ore dopo la mia bellissima honey esce dalla sala operatoria. Ha avuto delle complicazioni e non so come siano stati capaci di utilizzare il suo fegato, ed ora è salva. Nella camera di un ospedale, viva e vegeta, con i capelli che nonostante tutto continuano a profumare di miele.

Sorrido accarezzandole la mano, lasciando indugiare i miei occhi sul suo volto, sulle sue labbra carnose e il suo naso alla francese.

Le sue ciglia sono così lunghe che proiettano ombre scure sulle sue guance. I suoi respiri sono regolari, nell'ultima ora non ho fatto altro che monitorare i suoi parametri.

La febbre le è scesa, segno che l'infezione si dovrebbe essere risolta.

«Come sta?» domanda Aiden appoggiato allo stipite della porta.

«Bene» sorrido «Non si è ancora svegliata»
«Ci vuole tempo, dev'essere stremata» commenta come se fosse lui la persona che studia medicina da più tempo di me «Ricordati che si è svegliata dall'anestesia in ambulanza con uno squarcio chirurgico sull'addome e senza fegato. Certi dolori fisici ti sfiniscono. Ma stava bene. Si sveglierà» prova a darmi sicurezza.

«Grazie, fratellino» abbozzo un sorriso mentre lui ammicca e se ne va.

Poco dopo sento dei passi pesanti, come se qualcuno stesse correndo.

«Cosa le è successo?» riconsoco subito la voce. Nour.

Mi alzo per fermarla «Shhh, è tutto okay» le faccio presente tenendola per le spalle mentre pochi passi più indietro c'è Xander.

«Cosa le avete fatto?» per poco non urla.

«Nour, noi le abbiamo salvato la vita» cerco il suo sguardo per catturare la sua attenzione.

«Come?»

«Era andata dagli Zante per consegnarsi al traffico d'organi. Si era arresa Nour!» provo a spiegare «Ha scoperto la storia della sorella, dopo anni ce l'ha fatta, ma non nel migliore dei modi. E penso che non mi perdonerò mai per non averglielo detto prima» abbasso il capo come se fossi pentito.

THE ANGELS - un amore eternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora