28 - Et Tu?

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TW & CW: scene esplicite ed altamente descrittive, linguaggio volgare, sofferenza emotiva, 0m1c1d10, descrizioni crude e violente, violenza, abus1 s3ssu4l1.


"Ci sono due tragedie nella vita. Una è invecchiare, l'altra non essere mai stati bambini."

- Mirko Badiale

Et tu? - Aaryan Shah


Khai

La vita mi scorre davanti agli occhi con un lampo. Com'è possibile che non mi abbia detto niente? E quante sono le probabilità che quei cannibali siano tornati a cercarla? Troppe, e conoscendo Cameron sarà già andata all'indirizzo per incontrare chiunque sia che le ha scritto.

Anche lei ha delle domande a cui vuole porre delle risposte precise, lo so. E quei messaggi così vaghi non hanno fatto altro che solleticare la sua curiosità.

«Quanto manca?» domando con la voce tinta dalla preoccupazione, sfregando nervosamente le mani sulle cosce tese come corde di violino.

Non so perché Zale non mi abbia voluto far guidare e sono molto infastidito, a tal punto che potrei tirare un pugno in faccia al primo che passa senza alcuna motivazione.

«Ci siamo quasi» risponde fermandosi ad un semaforo rosso.

Mi volto a rallentatore per enfatizzare quanto io sia sconcertato prima di pronunciare «Seriamente?» con il tono più sarcastico che riesco a tirare fuori.

«Cosa?» domanda aggrottando le sopracciglia ed arricciando le labbra come se non riuscisse a capirmi.

«Non abbiamo mai rispettato un semaforo in vita nostra e scegli proprio oggi per diventare un cittadino modello di Boston?» la mia voce risulta più alta di quello che mi aspettavo.

«Khai, calmati. Ci arriviamo, e non è detto che lei sia andata. Insomma la faccio una ragazza intelligente» si intromette Aiden dai sedili posteriori.

«Anche la persona più intelligente del mondo, di fronte alla possibilità di ricevere delle risposte che vorresti da tutta una vita, diventa stupida» ribatto.

Nel frattempo la macchina costeggia il lato della strada. «Eccoci» dichiara Zale slacciandosi la cintura di sicurezza per poi saltare giù dalla Jeep.

Volgo lo sguardo di fronte a me, e come mi aspettavo, la macchina di Cameron è parcheggiata proprio lì.

«Merda» ringhio saltando giù dall'auto.

«Khai» sussurra Zale portando un braccio all'altezza del mio petto.

Se ne sta fermo di fronte al cancello alto, con la pittura bianca vecchia di decenni rovinata dalla ruggine.

Il suo respiro è irregolare. E i suoi occhi continuano a vagare su tutta la struttura.

«Che succede?» gli chiedo cercando di ottenere la sua attenzione.

Non scosta gli occhi dal cancello nemmeno un secondo.

«Khai, questo è il cancello del Mortals» mormora.

«Come?» domando interdetto «Non puoi ricordartelo. Quando Iulius ci ha portati via dormivamo, e quando siamo arrivati eravamo incappucciati all'interno di un furgone blindato» gli rammento.

«Fidati» continua, sempre con il respiro irregolare «Questo è il cancello» espira rumorosamente.

Conosco mio fratello, non avrebbe mai avuto una reazione simile se non fosse veramente quello. Nonostante io non sia a conoscenza di come sappia che questo è il cancello.

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