18. P A S T

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Prima di leggere il capitolo, vi prego di mettere la stellina per incoraggiamento a continuare.👀🔥🌺

"Ho l'inferno dentro, anche se fuori sembro calma

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"Ho l'inferno dentro, anche se
fuori sembro calma."

Svegliarsi la mattina dopo aver bevuto circa tre bottiglie di vino, non è decisamente il massimo.

Mi metto a sedere così velocemente, che la testa che prima mi pulsava solamente, adesso sta girando.

Gira letteralmente tutta la camera da letto.

Una strana sensazione allo stomaco mi prende di sorpresa, e mi alzo così veloce che quasi non finisco con la faccia spiaccicata sul pavimento.

Corro in bagno inginocchiandomi davanti al water, rigettando la fottuta tartina al tonno e tutti i litri di vino.

Ad ogni conato di vomito, c'è il diavoletto sulla mia spalla che mi dice quanto sia stata stupida ed incosciente.

La sera prima mi dice di farlo, e la mattina dopo sarei io l' incosciente?

Tiro i capelli indietro con le mani, per evitare di sporcarli, e svuoto tutto il mio stomaco.

Se c'è una cosa che odio, è assolutamente questa. Vomitare.

Mi lascio cadere sul pavimento, e appoggio il lato destro del mio viso per terra, e con il contatto della mia pelle febbrile con le mattonelle fredde, provo un certo sollievo.

Lo squillo del mio telefono rimbomba su tutta la stanza, ma sono troppo debole al momento per alzarmi dall'unico punto fresco della stanza.

Così decido di chiudere gli occhi e cercare di rilassarmi.

3 anni prima...

<Ei piccola, intendi uscire conciata cosi?> mi chiede Mason guardandomi dal basso verso l'alto.

Io mi ritrovo a fare lo stesso, e abbasso gli occhi sui miei vestiti.

Indosso una gonna bianca a palloncino corta in pelle, e un corsetto di pizzo sopra, sempre bianco. Dei stivali con il tacco alto, che mi fasciano le gambe fino al ginocchio, anch'esse di pelle.

In viso è il vero capolavoro. Una cicatrice disegnata, dal sopracciglio alla guancia. E le lentine rosse da lupo mannaro.

Lupo Mannaro Sexy.

Non credo di "essere conciata" male. <Perché?> chiedo accigliata tornando a guardarlo.

<E me lo chiedi? Vatti a cambiare.> mi guarda scocciato.

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