Capitolo 3.

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Capitolo 3.

Giorno 5996.

Apro gli occhi. Buio. Buio pesto.

Sono nella mia nuova camera? Ho appena avuto un incubo? No, non mi sembra nulla di tutto ciò.

Una raffica di vento pungente mi colpisce in pieno viso e i brividi scivolano giù per la mia schiena nuda.

Un momento. Aspetta. Vento? Schiena nuda? Dove accidenti mi trovo? Chi sono?

Faccio un tentativo di accedere alla memoria del nuovo corpo, ma non trovo nulla. Vuoto totale. Come se non ci fosse effettivamente alcuna mente da cui attingere informazioni.

Mi sforzo di riprovarci ma sono esausta e crollo a terra.

Faccio forza sui palmi per tirarmi su e finalmente riesco a mettere a fuoco qualcosa. Asfalto. Le mie mani contro l'asfalto ruvido e scuro.

Devo trovarmi decisamente in mezzo ad una strada.

Abbasso gli occhi per avere un'idea di come sono fatta oggi e vedo tutto fuori fuoco.

Sollevo lo sguardo di fronte a me, limpida e cristallina notte.

In lontananza adocchio l'insegna di una stazione di servizio e provo ad avvicinarmi.

Il primo passo che faccio è piccolo e mi sembra di essere bloccata dentro le sabbie mobili, in più, da quel poco che riesco a capire di me stessa, sono nuda. Completamente nuda.

Potrei essere nel corpo di un ragazzo o di una ragazza. Potrei essere chiunque. Davvero non riesco a capirlo.

Quando tento di muovere un altro passo, sono costretta a piegarmi in due sulle ginocchia. Mi sento così debole. Fitte di dolore m'invadono la testa e sento come se tanti spilli fossero piantati in questo momento dentro la mia pelle.

"Che mi succede?" è il primo pensiero coerente che riesco a formulare. Non ho mai provato questa sensazione prima d'ora e sta iniziando a preoccuparmi.

Che diavolo ci faccio sul ciglio di una strada sconosciuta, in piena notte, senza avere alcuna idea di chi sia? La persona che mi ospita ha davvero bevuto così tanto da finire in queste condizioni?

Eppure non sento nemmeno vagamente il sapore di alcool nella mia bocca. A dire la verità, non sento proprio niente, se non il freddo acuto sulla pelle.

La cosa più strana è che, ancora, nessun ricordo abbia fatto capolino. Non ho la mente annebbiata, è vuota. Non appena me ne rendo conto, la cosa inizia a terrorizzarmi. Ho provato diverse volte la sensazione di crogiolarmi in una mente offuscata dall'alcool o dalla droga. La sensazione di una mente caotica e quella di una mente serena e pacata. Ma mai... mai una mente totalmente vuota.

Né passato né futuro. Non c'è niente. È come se quello che stessi vivendo in questo momento fosse il primo ricordo che la mia testa è in grado di costruire.

Per un attimo, un guizzo passa attraverso la coltre spessa dei miei pensieri. Se fosse... se questo fosse...? Se questo corpo, questa mente, questa... fossi io? Io? Io che non posso avere un corpo. Io che non l'ho mai avuto. Io che ho condiviso sempre tutto nella mia vita senza poter essere davvero padrona di me stessa.

"No. No, è ridicolo anche solo pensarlo, L. Come ti salta in mente?"

Il problema è proprio questo: è l'unica cosa plausibile che mi salta in mente.

Respiro profondamente. "Concentrati, L. Concentrati." mi ripeto "Devi riuscire ad arrivare a quella stazione di servizio. Puoi riuscirci."

Inspiro più aria di quanta probabilmente i miei polmoni possano contenerne e faccio un altro tentativo. Questa volta riesco ad alzarmi in piedi, benché non veda ancora. Non mi veda. Il mio corpo è l'unica cosa che non riesco a vedere, tutto il resto è perfettamente chiaro.

Who Are You? [Camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora