Capitolo 1.2 "Hold On 'Till May"

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CAPITOLO 1.2

Camila è ancora con me. Alcuni dei suoi particolari di questa mattina, intendo. Molti invece derivano dalla memoria di Austin. Piccole cose, come la piega naturale dei suoi capelli, quel modo di torturarsi le unghie, la sua voce carica di arrendevolezza e determinazione al tempo stesso.

Altri dettagli casuali.

La vedo ballare con il nonno di Austin, che aveva chiesto di poter danzare con una bella ragazza; la vedo coprirsi gli occhi durante un film dell'orrore e sbirciare attraverso gli anfratti delle dita per godersi comunque i brividi della paura.

Sono i ricordi belli, appuro. Non voglio guardare gli altri.

Prima dell'ora di pranzo riesco ad incrociarla soltanto una volta ed è un incontro frettoloso in corridoio. Lei si avvicina, io mi ritrovo a sorriderle, Camila ricambia e abbassa appena lo sguardo.

Semplice e complicato, come gran parte delle cose vere.

Mi trovo a desiderare di vederla alla fine di ognuna delle ore successive e sento di non essere davvero padrona dei miei istinti.

Voglio vederla. Semplice e complicato.

A metà giornata sono esausta, vuoi per colpa del poco riposo di Austin, vuoi perché i pensieri che affollano la mia mente non mi danno pace.

Aspetto Camila all'armadietto e sento suonare la campanella due volte.

Lei non c'è. Forse non era esattamente questo il luogo dell'appuntamento. Forse Austin l'ha dimenticato e neanche accedere in lui mi servirebbe.

Ma quando ormai sono sul punto di rinunciare, è lei a trovarmi, dev'essere abituata alla sbadataggine del suo ragazzo.

Camila si avvicina più di quanto non abbia fatto la prima volta.

<< Ehi >> dico.

<< Ehi >> ripete lei.

Mi studia come se fosse in attesa di qualcosa ed è lì che capisco: è Austin a prendere l'iniziativa, lui a decidere per entrambi, lui a saper sempre cosa fare.

Non riesco a fare a meno di pensar che sia altamente deprimente. L'ho visto succedere troppe volte, davvero.

La devozione incondizionata verso quella persona, perché non possiamo farci nulla, è vero... tollerare la paura di essere con la persona sbagliata per non affrontare quella di essere soli.

Una speranza colorata dal dubbio e viceversa.

Nonostante riconoscere un simile sentimento sul viso di qualcuno mi sconforti, i lineamenti di Camila non comunicano semplice delusione. Riescono anche a trasmettere dolcezza, una di quelle che Austin non arriverà mai a cogliere e apprezzare.

Per me si riflette come acqua limpida, ma nessun altro sembra notarla.

La frazione di tempo di posare i libri nell'armadietto e le vado incontro, le appoggio la mano con delicatezza sul braccio. Non sto riflettendo sulle mie azioni, mi limito ad eseguire ciò che gli impulsi comandano.

<< Andiamo da qualche parte. Dove hai voglia di andare? >> chiedo improvvisamente dal nulla.

Sono abbastanza vicina da notare che Camila ha gli occhi color del cioccolato intenso e sono ipnotici; abbastanza vicina da rendermi conto che nessuno si avvicina mai abbastanza da notarlo.

<< Non lo so >> risponde incerta.

La prendo per mano.

<< Andiamo via da qui >> replico.

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