Capitolo 9. "Heartlines."

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Capitolo 9.

P.O.V. Camila.

Quando mi sveglio sono nel mio letto, nella mia camera. Controllo la sveglia che sta suonando e che ha interrotto il mio sonno. So per certo di aver dormito un massimo di due ore questa notte, un po' a causa di ciò che è successo con L, un po' a causa di Nora che poteva morire da un momento all'altro, un po' a causa mia... riconosco che anch'io mi sarei potuta trovare sdraiata sull'asfalto bagnato, se L non avesse fatto in tempo ad afferrarmi.

Mi strofino gli occhi e sposto le coperte prima di dirigermi in bagno. Non faccio molto caso ai miei soliti rituali di preparazione mattinieri, sono ancora sovrappensiero, così mi ritrovo in cucina a far colazione con la mia famiglia, senza riuscire a comprendere una sola parola di ciò che stanno dicendo.

All'improvviso, Sofi mi salta in braccio e mi riporta alla realtà.

<< Cami a cosa stai pensando? >> domanda con la sua vocina dolce.

Ho sempre adorato mia sorella, ho sempre fatto in modo di essere presente per lei e lei ha sempre ricambiato lo stesso affetto profondo che ci lega.

<< Ehi Sofi, buongiorno anche a te >> sorrido.

Vorrei posarle un bacio delicato sulla testa, ma prima di farlo la lingua sulle labbra e vengo riportata indietro a qualche ora fa. C'è ancora il suo sapore su di esse. C'è ancora L.

Scuoto la testa e stringo mia sorella in un abbraccio.

<< Ti ho già dato il buongiorno >> replica accigliata lei.

<< Oh davvero? >>.

<< Sì. Ma tu non stavi ascoltando nessuno qui in mezzo >>.

Mi mordo il labbro inferiore. Beccata. Sofi ha soltanto sei anni, ma non c'è modo che le sfugga nulla, soprattutto ciò che riguarda me.

Metto su un broncio adorabile e lei poggia la testa sul mio petto.

<< Scusami piccoletta >> dico mentre torno a osservare i nostri genitori che discutono di qualcosa fra loro.

<< Sei tornata tardi ieri sera... >> mi sussurra Sofi.

Sussulto e il mio cuore batte più velocemente.

<< Perché me lo chiedi? >>.

<< Non te lo sto chiedendo. Sono entrata in camera tua e non c'eri >> continua stringendosi nelle spalle.

Capisco che sta sussurrando perché non vuole che i nostri genitori colgano sprazzi di conversazione. Non amo mentire ai nostri genitori, e certamente loro mi permettono di poter stare fuori fino a tardi, soprattutto se sono con Dinah, ma non così tardi. E non se sono con una sconosciuta.

Una sconosciuta. Il solo pensare a questa parola mi provoca una fitta di fastidio allo stomaco. Per certi versi, sto imparando a conoscere L molto più di quanto possa dire di conoscere Austin. È questo che succede quando si è innamorati? Ci si dona senza alcuna remora? Si permette all'altro di guardare ed esplorare ogni parte di sé?

Odio doverlo ammettere, ma nel rapporto fra me e Austin sono stata l'unica ad averlo fatto, o ad averci provato almeno. Adesso non sono più sicura di aver neppure un rapporto umano con lui che vada oltre la superficiale conoscenza personale. Io mi sono donata con tutta me stessa, io gli ho permesso di guardarmi... ma lui semplicemente si è rifiutato di farlo. Ha preferito voltarsi dalla parte opposta, lasciandomi credere che fosse colpa mia se le cose non andavano per il verso giusto nella nostra relazione.

Con L è diverso, lo riconosco. È sempre stato diverso. Anche quando ancora non sapevo chi fosse o cosa fosse. Mi chiedo come io non abbia mai potuto notarlo prima.

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