Capitolo 4. "Stare At You"

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Capitolo 4.

Giorno 5997.

La mia mente è ancora sottosopra quando mi sveglio, ma posso con certezza dire che per Ally Brooke non è così.

Ally rientra nei parametri di quella che si potrebbe definire una brava ragazza. È la prima cosa che riconosco quando i ricordi iniziano a emergere dalla sua memoria come un benvenuto.

La sua camera è in ordine, ha puntato la sveglia nonostante sia sabato mattina e, non appena adocchio la sua scrivania con il portatile sopra, vedo che ha già fatto i compiti per lunedì.

Sbuffo e ruoto gli occhi al soffitto. Non ho nulla contro Ally, o contro le ragazze come lei, ma decisamente preferivo trovarmi nella situazione di Alexa, come il giorno prima.

Controllo la casella e-mail mia e quella di Austin. Continua a sembrarmi scorretto ma non m'importa. Voglio sapere se Camila gli ha scritto. Non trovo nulla da parte della ragazza cubana, ma, in compenso, prima che possa chiudere la finestra mi appare un messaggio.

A quanto pare Tyler Stanush darà un party a casa sua – data l'assenza dei genitori – e Austin è, ovviamente, invitato.

Do un'occhiata in giro e penso per un momento ad Ally. Normalmente mi terrei nei suoi limiti personali, so che è giusto così, è la sua vita ed io non posso approfittarne come se nulla fosse. Ma ho i miei motivi. Adesso ne ho uno, una priorità. E quella priorità è rivedere Camila.

Sembra proprio che Ally Brooke andrà ad una festa stasera.

La madre di Ally irrompe nella camera e mi chiede di scendere per aiutare suo padre – beh, mio padre oggi -, la accontento e capisco subito che è una di quelle donne da non mettere in discussione.

<< Posso prendere in prestito la macchina stasera? >> domando quando ormai è pomeriggio.

Ho passato tutta la giornata tra le faccende domestiche, il chiedermi se stessi facendo la cosa giusta e... altri compiti.

È davvero questa la vita di Ally Brooke? Cerco di rievocare un qualche ricordo particolarmente impresso nella sua memoria, ma viene fuori che l'unica cosa traumatica che l'è successa risale al suo periodo da bambina, quando era morto il suo gatto.

<< Perché? >> domanda curioso mio padre.

<< Non ti avevo detto che la squadra della scuola è arrivata in finale nel campionato di football? >> invento con tono divertito.

Non ho idea di quale squadra giochi nella scuola di Ally, né se sia arrivata in finale al campionato di football, ma non è una bugia troppo rischiosa perché mi accorgo che i suoi genitori non sono esattamente interessati a quella parte della vita di Ally. O meglio, lo sono, posso percepirlo dall'espressione sul viso del padre. Sono interessati quel tanto che basta a mantenere coperta la superficie. Non sono così interessati da andare a verificare le mie parole.

<< D'accordo >> asserisce poi con una scrollata di spalle. << Ma ti rivoglio a casa entro mezzanotte >>.

Annuisco energicamente. Se fossi un'adolescente qualunque, con una vita diversa da quella di Ally Brooke e un'esistenza non particolare come la mia, suppongo che cercherei una scusa, una qualsiasi, per posticipare l'orario di rientro. Ma a mezzanotte io sarò di nuovo io, e Ally potrà tornare alla sua vita. Ciò che m'interessa sta nel frattempo. E nel frattempo c'è Camila.

Ceno con loro e dopo sono pronta ad andare. I genitori di Ally non si fanno problemi a lasciarmi la macchina, ritengono la figlia responsabile e non sono quel tipo di persone da fare programmi per uscire, anche se si tratta di sabato sera.

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