Capitolo 11.
Giorno 6007.
Il risveglio non è difficoltoso o inaspettato questa mattina, ma decisamente sorprendente. Mi ritrovo nel mio corpo senza alcuno sforzo, senza alcun dolore lancinante alle tempie. Esattamente come se mi stessi destando da un sonno profondo. Devo aver sognato qualcosa ieri notte, lo ricordo, ma non riesco a percepire nient'altro se non il sentore del sogno stesso. Nessun particolare, niente, ma so con certezza che apparteneva a me. Forse è stato proprio quello a permettermi di risvegliarmi nel mio vero corpo? Immagino di non poter trovare una risposta. Non adesso almeno.
Mi alzo in piedi e ci metto qualche secondo in più a decifrare il dolore alla spalla. Mi guardo intorno e finalmente capisco da cosa è stato causato: devo aver dormito sul pavimento per tutta la notte. Fantastico.
Trovo il letto della persona in cui dovrei essere. Frugo, senza essere indiscreta, dentro il suo zaino e ritrovo il portafoglio con un documento. Matthew Anderson. Oh oggi sarei dovuta essere un ragazzo. D'accordo, non che faccia molta differenza poi. Matthew ha una sorella, Anita, mi dirigo silenziosamente nella sua stanza e aprendo l'armadio tiro fuori i primi vestiti che mi capitano a tiro.
Lancio uno sguardo fuori alla finestra. Matt sta dormendo alla grande. È ancora l'alba, ecco perché nessun componente della famiglia Anderson è ancora alzato.
Scendo le scale in punta di piedi fino ad arrivare alla cucina della casa, recupero qualcosa da mangiare ed esco silenziosamente. Oh, quasi dimenticavo, Matt non sa di avermi prestato un po' di soldi oggi, ma non è necessario svegliarlo affinché ne venga a conoscenza.
Sono intenzionata a raggiungere Camila, ma non trovandomi dentro il corpo di Matthew non ho accesso alle informazioni basilari, come la concezione del luogo in cui sono. Mi tocca cercare di capirlo dai vari manifesti e cartelli pubblicitari appesi in giro. Questa città dista un paio d'ore da quella di Camila. Decido di raggiungerla ugualmente. Due giorni di totale silenzio da parte sua, dopo quello che è successo quando ero nel corpo di Normani, sono abbastanza per iniziare a preoccuparsi. E per volerla vedere ovviamente, ma non credo che questo faccia testo: ho perennemente voglia di vederla.
Mentre sono in viaggio per raggiungerla, mi prendo il mio tempo per esaminare i pro e i contro di un'azione così avventata. Mi chiedo quale sarà la reazione di Camila nel rivedermi come beh... me.
Mi chiedo quali saranno i suoi sentimenti questa volta nei miei confronti. Non riuscirei a tollerare un'altra giornata come quella trascorsa nel corpo di Normani, non con Camila in quello stato.
Non so esattamente cosa sia successo tra lei ed Austin dopo il mio incontro con lui, ma mi domando ugualmente se avrò bisogno di riavvicinarla o di conquistarla.
Mi prendo anche il tempo per ripercorrere la nottata trascorsa. Non ricordo come o quando sono scivolata nel mio corpo, non so quanto questo sarà stabile ancora,ma mi sento abbastanza in forma e riposata e sono disposta a restare in me per tutto il tempo possibile. Non ho fretta. Spero che nemmeno il mio corpo ne abbia.
Non riesco a figurarmi il sogno che ho fatto, eppure... eppure riesco a rievocare delle voci. All'inizio sono voci confuse, mischiate l'una all'altra, come la distorsione di un disco e la saturazione di un suono. Poi, piano piano, inizio a distinguerle, ma non le riconosco. C'è la voce di una donna che urla qualcosa, sembrano più gemiti di dolore che altro. Mi concentro per capire cosa stia dicendo, quando il bus si ferma all'improvviso facendomi dondolare pericolosamente in avanti. Sono arrivata. Scendo e fronteggio il grande edificio dinanzi a me.
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Who Are You? [Camren]
Fanfic"Da quando sono nata mi sveglio ogni giorno in un corpo diverso. Per un giorno, solo per uno, prendo in prestito la vita di qualcun altro. Nuova famiglia, nuovi amici, nuova casa e nuova scuola. La mia vita? Quella non esiste. E' una mera illus...