Atto XIX

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Violet's Pov
Prima che il frammento di cristallo si sciogliesse e la fiamma ardesse, ci fu un urlo così intenso da spezzare la mia anima. Era l'urlo che adesso stava crescendo dentro di me.

Senza che potessi controllare i miei movimenti, sbattei Wyatt contro la parete della grotta con violenza, e lui dall'altro canto non oppose resistenza. Quando capì di aver reagito d'impulso alzai lo sguardo sul suo viso, vedendo un sorriso divertito farsi spazio sulle sue labbra.

"Non ho mai avuto, nei miei quasi quattromila anni, un frammento di cristallo che mi ha donato i poteri, ma presumo che porti reazioni eccessive come questa" affermò in tono tranquillo, senza reprimere quel sorriso fastidioso.

"Tu non sai nulla" dissi a denti stretti, lanciandogli un'occhiata colma di disprezzo.

Come potrebbe sapere cos'era successo? O come potrebbe capire quello che provavo? L'odio, l'amarezza, il senso di colpa e la rabbia che mi divorava da dentro?

"So quello che ho visto. Ho visto una bambina di circa cinque anni con i suoi genitori che passeggiavano nella loro città durante le vacanze di Natale. Poi ho visto qualcos'altro. Delle nuvole grigie che portavano il presagio di distruzione. Poco dopo dei fiocchi di neve si sono insinuati nei cuori degli abitanti. E alla fine ho sentito un urlo. Il tuo Violet" raccontò e mi irrigidì al pensiero che lui avesse visto il mio ricordo nei minimi dettagli.

"È così che hai acquisito i poteri" continuò, notando il mio silenzio.

Abbassai lo sguardo e la mia presa su di lui vacillò appena. Nella mia mente susseguirono le immagini di quello che era successo dopo che i frammenti di cristallo si erano posati dentro ai cuori degli abitanti di EtihwLatsyrc.

"I frammenti di cristallo, per quanto innocui, uccidono le persone se escono d'Inverno" la mia voce uscì bassa a causa dei brividi che stavano attraversando il mio corpo.

"I tuoi genitori sono morti così?" sussultai a causa della sua domanda, ma non provai a chiedergli come facesse a saperlo, ero troppo concentrata a rivivere quei momenti.

Il primo caso era successo l'inverno successivo alla caduta della neve. Gli abitanti si erano ritirati dentro le loro case per paura che un altro frammento di cristallo entrasse nei loro cuori. Ma un bambino uscì di casa, disubbidendo alla madre, per andare a vedere la neve che stava cadendo dal cielo. Si diceva che il bambino stesse giocando con la neve quando un altro fiocco di neve si posò sul suo cuore. Quando i due frammenti di cristallo entrarono in contatto l'uno con l'altro il bambino diventò una statua di ghiaccio.

Da allora nessuno degli abitanti di EtihwLatsyrc usciva d'Inverno. Eppure i miei genitori l'avevano fatto e la colpa era di Olys Marshall.

"Tu vuoi vendetta per i tuoi genitori" affermò, senza che risposi alla sua domanda con le parole, ma con gli occhi.

"Io voglio giustizia" il mio tono di voce era carico di rabbia e amarezza.

Volevo riavere i miei genitori. Non volevo la vendetta, nonostante fosse l'unico mezzo per rivendicare il loro nome.

"Anch'io sono ricorso alla vendetta per molti secoli. Lascia che ti dica che è appagante i primi due minuti. Credi di aver fatto la cosa giusta e ne sei fiero, ma non sai che c'è sempre una conseguenza quando si rincorre alla vendetta" riportai il mio sguardo su di lui e rafforzai la presa intorno al suo collo.

Sapevo benissimo che se avesse voluto avrebbe invertito le posizioni e mi avrebbe staccato la testa un secondo dopo avermi sbattuto contro il muro. Intanto però ero io quella a stringergli il collo e non il contrario.

"È soddisfacente, ma non quanto il prezzo che bisogna pagare dopo" glielo leggevo negli occhi, lui si era vendicato e aveva ricevuto una punizione.

Mi domandavo quale punizione. L'esilio nel labirinto? Gli occhi bianchi? Oppure qualche episodio di cui non ero a conoscenza?

SOLDATI DI CRISTALLO.                          IL LABIRINTO DI HEGROVE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora