Atto XIII

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Violet's Pov
"Rivelati" dissi.

Sentimmo i passi che si avvicinavano sempre di più con lentezza. Estrema lentezza. Erano ben distinti e carichi di gelo. Chiunque fosse portava con sé inquietudine e rabbia.

Restammo tutti in attesa fino a quando il proprietario della voce non si rivelò.

Finalmente ottenemmo la visuale di un ragazzo, che avrà avuto non più di vent'anni, vestito completamente di rosso e con gli occhi bianchi. I suoi occhi erano completamente bianchi, privi di pupille e iridi. I capelli biondi erano perfettamente pettinati, mentre l'espressione sul volto era indecifrabile. Guardai il suo naso piccolo e perfetto e subito dopo le sue labbra rosee e carnose. Non riuscì a non storcere il naso.

Perché tutti avevano dei nasi perfetti tranne io?

Con lo sguardo scesi sui suoi vestiti. Indossava un lungo mantello rosso e vellutato che toccava terra. Lungo i bordi del mantello c'erano degli intricati ricami dorati. Sotto il mantello indossava una camicia rossa, di una tonalità leggermente più chiara rispetto al coltre, quasi scarlatta. La camicia era composta da diversi strati di tessuto fine. Sul petto e lungo le maniche c'erano diversi ricami di filo dorato e argentato. Una cintura di cuoio rosso scuro gli cingeva la vita, decorata con placche d'argento intarsiate di gemme rosse e nere. I pantaloni erano dello stesso tessuto della camicia, aderenti e comodi. Ai piedi portava degli stivali, in pelle rossa, alti fino al ginocchio e rinforzati con placche metalliche. Infine, notai che portava sull'anulare sinistro, un'anello argentato con una pietra color rosso sangue incastonata.

Con lo sguardo risalì sui suoi occhi bianchi e restai a fissarli a lungo, fino a quando Hunter non intervenii.

"Chi sei?" chiese, ancora con il fucile puntato contro il ragazzo.

"Questo dovrei chiederlo io a voi visto che siete a casa mia" rispose in tono pacato, inclinando appena il capo d'un lato per socchiudere gli occhi e guardare Harris.

"Vivi in una grotta buia e puzzolente? Una bella abitazione devo dire" commentai, mentre cercavo di capire nel buio com'era fatta la grotta.

Il ragazzo con lentezza spostò lo sguardo su di me e quando incrociai i suoi occhi bianchi, non riuscì a vedere altro che l'oblio. Lo sconosciuto mi squadrò da capo a piede, abbassando lo sguardo fino a risalire sui miei occhi verdi.

Le sue labbra rosee si inarcano in un sorriso di schermo, "non per una bella ragazza come te" rispose e serrai le labbra di colpo.

"Attento. La bella ragazza potrebbe ucciderti" lo avvertì, alzando leggermente la spada che tenevo ancora tra le mani, senza però procurargli alcun timore.

La sua espressione indecifrabile era peggio di quella di Hunter.

"Non so quanto ti convenga farlo. Sono pur sempre il Principe degli inferi" disse, mentre l'angolo della sua bocca si sollevava sempre di più.

"Il Principe degli Inferi?" vacillai, stringendo con più forza il manico della spada.

"Esattamente. Ma tu puoi chiamarmi Wyatt, bella ragazza" lo guardai mentre faceva un inchino senza smettere di guardarmi negli occhi.

"Allora, Wyatt mostraci come andarcene da qui e noi ti faremmo vivere" lo minacciai, ma non riuscì ad ottenere alcuna reazione da lui.

Wyatt si rimise dritto, ricomponendosi e lisciando i vestiti rossi che indossava. Guardai con attenzione le sue dita sistemare il bavaro della camicia rossa e sbottonare il primo bottone.

"Che fretta c'è? Ora ho anche della compagnia" rispose, senza alcuna esitazione.

"Non hai sentito cos'ha detto? Facci uscire da qui e vivrai" parlai a denti stretti, mentre tutta la mia compostezza svaniva.

SOLDATI DI CRISTALLO.                          IL LABIRINTO DI HEGROVE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora